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 2005  agosto 24 Mercoledì calendario

Passanisi Enzo

• Nato nel 1926, morto nel 2005. Giornalista. «[...] Era arrivato al ”Corriere” giovanissimo e si era rapidamente affermato come ”Uno dei migliori rappresentanti di quella generazione giornalistica che rifugge dal mettere in evidenza la propria personalità per conferire ogni possibile risalto ai fatti narrati”. Ed è proprio con questa motivazione che nel 1965 gli venne assegnato il ”Premiolino” come ”giornalista del mese”. Da inviato si occupò dei temi più svariati. Chiuse la sua carriera come capocronista, prima al ”Corriere”, poi a ”Il Giornale” dove lo chiamò Montanelli. Quando nel 1998 gli fu assegnata la medaglia d’oro per i 50 di iscrizione all’Ordine dei giornalisti, dovettero spedirgliela perché non si presentò alla cerimonia. [...]» (’Corriere della Sera” 24/8/2005). «Potrebbe essere radiato post mortem per leso funerale mediatico. Neppure appresso al suo carro funebre Enzo Passanisi ha voluto quel rito affollato di previsioni e pianificazioni sui direttori e sugli editori prossimi venturi, che il mondo della comunicazione dedica a se stesso quando se ne va qualcuno che nei giornali o in tv ha contato. Per volontà del defunto, della scomparsa di uno dei maggiori cronisti del ”Corriere della Sera”, che ha insegnato il mestiere a tre generazioni e ha diretto lo snodo strategico delle pagine della Cronaca di Milano, la famiglia ha dato informazione soltanto un mese dopo. Nessuno ha ancora narrato la vicenda invisibile dell’altro giornalismo importante, quello che con tenacia ha rifiutato la ribalta ma ha tenuto la sua parte di scena facendo storia a forza di notizie, spesso controcorrente rispetto al fiume delle ideologie e dei salotti. Passanisi, detto ”Il Pas”, era un caso limite, non era mai stato intravisto in uno dei luoghi balneari, montani e cittadini, dove si costruirono o si consolidarono fama e carriere, non aveva mai portato l’orologio sopra il polsino a imitazione dell’Avvocato, la cravatta sopra il pullover come il Dottore [...] mai andato allo stadio con il Cavaliere, né in barca con l’Ingegnere né in ritiro con Sua Eminenza. [...] Passanisi non era un uomo ambizioso, era molto fedele al suo lavoro, aveva una lealtà notevole per la gerarchia della sua testata. [...] Passanisi conobbe in una intricata e accesa vertenza industriale lombarda la sgradevole esperienza delle ingerenze e delle pressioni politiche e sindacali. Diciamo eufemisticamente che non era facile raccontare certe contrapposizioni e certi scontri, ognuno era convinto di vedere la verità meglio degli altri e c’era sempre chi era pronto a gridare all’avversario: ”Servo del padrone”. [...] il ”Pas” non era servo di nessuno. [...]» (Gaspare Barbiellini Amidei, ”Corriere della Sera” 24/8/2005).