Varie, 24 agosto 2005
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Haw Brian
• Woodford Green (Gran Bretagna) 7 gennaio 1949, 18 giugno 2011 • «Per dieci anni ha resistito alla polizia, ai tribunali e alle intemperie, vivendo in una tenda davanti al parlamento di Westminster [...] era il simbolo del pacifismo ad oltranza, il “padre di tutti i dimostranti” contro tutte le guerre del mondo, ma in particolare contro il bellicismo della Gran Bretagna di Tony Blair e dei suoi successori, laburisti e conservatori, alleati dell’America nei conflitti in Afghanistan e in Iraq. Il freddo, la pioggia e la neve non lo avevano convinto a mollare la sua manifestazione di ostinata protesta, né erano servite a farlo sloggiare le pressioni di Scotland Yard e le minacce di persecuzione giudiziaria [...] “Stop killing my kids” (Smettetela di uccidere i miei figli), stava scritto sul cartello issato sopra la sua tenda nel giugno del 2001, quando si accampò in Parliament Square, e da allora aveva fatto più volte ricorso in tribunale per difendere il proprio diritto a protestare. I suoi “figli” erano i soldati britannici mandati a morire con giustificazioni in buona parte poi risultate false, come il possesso di armi di distruzione di massa dall’Iraq di Saddam Hussein, ma pure, in senso più generale, tutti i figli di civili innocenti caduti sotto le bombe dell’alleanza militare dell’Occidente dopo gli attentati del settembre 2011. Alla fine l’Alta Corte di Londra era intervenuta per pronunciare il verdetto finale, affermando che rimuoverlo con la forza sarebbe stata una lesione dei suoi diritti umani. E così anche in occasione del matrimonio del principe William e di Kate Middleton [...] celebrato nell’adiacente cattedrale di Westminster, la sua tenda era rimasta dov’era, nonostante le autorità la giudicassero indecorosa per una circostanza in cui gli occhi dell’intero pianeta erano sintonizzati su Londra. Sebbene Brian fosse a quel punto già in ospedale in Germania per sottoporsi a cure mediche risultate tuttavia inutili. La sua battaglia è stata ripresa da numerosi seguaci, che hanno trasformato la piazza del parlamento di Londra in una piccola tendopoli in cui dimostranti di ogni nazionalità protestano contro ogni genere di causa. C’è sempre qualcuno che grida slogan con un megafono sotto il Big Ben [...]» (Enrico Franceschini, “la Repubblica” 20/6/2011) • «La nuova legge fatta apposta per lui, per cacciarlo da lì, non è bastata. Nemmeno le ultime norme anti-terrorismo. Nemmeno quell’altro nuovissimo regolamento: niente urla al megafono vicino alla culla del diritto, i legislatori devono lavorare in pace. “Che c’entra? — ha detto pronto il Savonarola di Westminster — c’è anche l’eccezione che il megafono lo permette, nelle situazioni d’emergenza: e non sono un’emergenza, il genocidio in Iraq o la fine della libertà di parola a Londra?”. Così “l’ultimo dei mohicani o dei Great Britons, i Grandi Britanni” — come si definisce lui — sta sempre qui, sul suo seggiolino in faccia al Big Ben, attorniato da un centinaio di striscioni e cartelli: “Protesto per avere il diritto di protestare”, “Blair assassino”, “Priorità dei nostri politici: 700 ore per dibattere il divieto di caccia alla volpe, 7 ore per dire sì alla guerra” [...] Ogni giorno e ogni notte [...] 4 anni di fila, e quando i parlamentari entrano o escono non possono fare a meno di vederlo: Brian, abbronzato e barbuto, dai denti candidi e dalle dita gialle di nicotina, Brian Haw zingaro e missionario con il berrettino irto di spille (“Proteggi il mio vicino di casa musulmano!”) e la scatoletta di latta piena di cicche sulle ginocchia, Brian che ha [...] 7 figli, è un ex-falegname dell’Essex, e si dichiara arrabbiato e felice: “Arrabbiato, contro Blair e Bush. Felice, perché dopo 350 anni io sono l’ultimo e l’unico fra tutti i Grandi Britanni, cioè gli inglesi, a poter ancora dire ciò che pensa davanti al Parlamento, senza dover prima chiedere il permesso alla polizia. E con me c’è anche Lauren, la sorella di Cherie Blair. [...]”. [...]» (Luigi Offeddu, “Corriere della Sera” 24/8/2005).