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 2005  agosto 24 Mercoledì calendario

Sheehan Cindy

• Bellflower (Stati Uniti) 10 luglio 1957. Pacifista • «[...] la madre di un soldato morto in Iraq che ha rilanciato il movimento pacifista in America [...] la madre del soldato Casey ucciso in Iraq. Da quando si è accampata davanti al ranch di Bush nel Texas, chiedendo di incontrarlo, il movimento pacifista ha ripreso forza in tutto il paese. [...]» (Paolo Mastrolilli, ”La Stampa” 24/8/2005) • «[...] è diventata l’anima del movimento contro la guerra, una specie di Abbie Hoffman casalinga, da quando [...] si era accampata davanti al ranch di Bush. Il presidente ha rifiutato di incontrarla, ma così ha creato una celebrità. Cindy ha guidato un corteo di tre autobus con cui ha visitato 52 città in 28 Stati. [...] Come è cominciato tutto questo? ”Con la morte di Casey. Mio figlio voleva fare l’assistente cappellano militare, ma lo avevano messo fra i meccanici. Cinque giorni dopo il suo arrivo era andato con una squadra a salvare dei colleghi caduti in un’imboscata. Durante quella missione è stato ucciso. Non dimenticherò mai quando, tornando a casa, ho visto tre militari nel mio soggiorno: erano venuti a darmi la notiza. un dolore che può capire solo chi l’ha provato [...] Ero a casa e il telegiornale raccontava l’episodio dei quattordici marines morti in un giorno solo. Ad un certo punto compare Bush e dichiara: perseguiremo la nostra causa per onorare i caduti. Non ci ho visto più. Sono andata a Dallas per una riunione del movimento contro la guerra, e lì ho deciso che mi sarei piazzata davanti al ranch del presidente per porgli una semplice domanda: qual è la nobile causa per cui mio figlio è morto? [...] Io ero attiva nel movimento per la pace anche prima, ma non mi sarei mai aspettata che la mia protesta a Crawford sarebbe diventata un evento di queste proporzioni. Significa che l’America è pronta per un cambiamento [...] Mio figlio è morto per una bugia [...] Voglio inchiodare Bush alle sue responsabilità. La ricompensa più ricca sarà vedere l’ultimo soldato che parte dall’Iraq, e sapere che mio figlio mi guarda e pensa: ottimo lavoro, mamma”» (Paolo Mastrolilli, ”La Stampa” 21/9/2005).