Giornale di Brescia 11/08/2005, pag.6 Tonino Zana, 11 agosto 2005
Delitto di Brescia 11/08/2005 - 2
Pistole da collezionista geloso. Giornale di Brescia 11/08/2005. Le pistole di Aldo Donegani non sono pistole fumanti, per dirla all’americana, sono spente, non portano sul sentiero di qualche collusione. Le pistole di Aldo Donegani sono figlie di un’abilità, di una passione. Della sua abilità a disegnare armi, lavorando in fabbriche di armi e in altre fabbriche in cui si «scrive» il metallo e quindi lo si ricava dall’intelligenza e dalla bellezza del disegno. Nelle fabbriche e in un’officina in via Chiusure, tutta sua, prima di venderla ed entrare nelle aziende degli altri. La passione per le armi è l’effetto dell’identità di disegnatore. Come il quadro per un pittore. Gli amici sapevano delle armi, però non le avevano mai viste, si trovavano di fronte al muro del silenzio, alla gelosia di un certo tipo di collezionista. C’è il collezionista che ti mostra l’ultimo acquisto e quello alla Donegani che se lo gode da solo. Aldo Donegani non andava al poligono, non sparava, osservava le sue pistole, solitariamente, ne coglieva la bellezza. Messe a posto le pistole nelle loro custodie, dunque, vanno riprese alcune ore del sabato della scomparsa. Rientrati dalle spese dal macellaio, dal panettiere, Aldo e Luisa pranzano e dormono un’oretta. Lo dice chi conosce bene le abitudini della coppia: «Sì, un’oretta di riposo...», pennichella nordica. Nel pomeriggio, fuori per una passeggiata. La domanda che ci siamo posti in questi giorni, dunque, va spostata di qualche ora: quando sono tornati a casa, i Donegani, se mai sono tornati? I Campiani, dove li cercano dalla mattina alla sera, diventano terribilmente attraenti. All’albergo 3 stelle di San Benedetto, da 18 anni il posto delle ferie della coppia bresciana scomparsa, confermano la serenità degli ospiti. La vigilia della scomparsa, la vita della coppia era un cielo senza nubi. Della telefonata ricevuta dal nipote Guglielmo, in cui annuciava di aver trovato lavoro, aprendo a una gioia evidente Luisa e Aldo, abbiamo scritto. Di Guglielmo, il vicinato conferma la discrezione. Tale e quale al padre, dicono. Ai funerali del padre, annunciati a morte avvenuta su un necrologio del 4 giugno, non compaiono gli zii, ma il rapporto normale con gli zii è nelle telefonate dal mare e da Brescia per il mare. Via Ugolini partecipò al dolore di Guglielmo per la morte di suo padre, come accadeva nelle strade dei paesi di una volta. Ma quando, tre anni fa, morì la madre di Guglielmo, la signora Maria Rosa, il solidarismo di via Ugolini fu ancora maggiore. La maestra Tassi entrò in ogni casa e raccolse la sensibilità generale, traducendola in un necrologio di altri tempi sul giornale: era la via a scrivere il necrologio, una via che prendeva la forma e lo spirito di tante persone, firmandosi Ugolini. La madre di Guglielmo era una donna ritirata quanto il padre era un uomo preminente, di silenzi autorevoli. Ma ci è parso di notare, incrociando il figlio, una qualche discrezione inglese, più attenuata della severità paterna. Sono parole in cui incartiamo l’ansia della notizia primaria. L’annuncio del ritrovamento. Tonino Zana