Giornale di Brescia 11/08/2005, pag.6 Gianluca Gallinari, 11 agosto 2005
Delitto di Brescia 11/08/2005 - 1
Ricerche a tappeto, ma ancora niente. Giornale di Brescia 11/08/2005. Dodici giorni dopo. E ancora niente. L’assenza di Aldo Donegani, 77 anni, e Luisa De Leo, 61, si protrae senza che lo sforzo di investigatori e volontari riesca a dare una svolta alle indagini. E, soprattutto, una soluzione ad un giallo che tiene ormai tutti con il fiato sospeso non solo a S. Anna. SUI SENTIERI. Ieri è stata la giornata della più massiccia battuta di ricerca avviata da quando, quel misterioso sabato 30 luglio, si sono perse le tracce dei due coniugi. Più di trenta i volontari che hanno calcato insieme ai cani delle unità cinofile i sentieri di una vasta area tutt’attorno al quartiere, risalendo ancora una volta i tracciati che dal colle di S. Anna si dipartono attraverso i boschi circostanti. Volontari e unità cinofile, coordinati dal vicequestore del Corpo forestale dello Stato, Gualtiero Stolfini, hanno battuto anche il Parco delle Colline e l’altro lato dei Campiani, la Val Bresciana e il Pi’ Castel. Ore e ore di camminate lungo i sentieri: i cani all’opera con il loro fiuto, a setacciare anche il sottobosco più fitto. I volontari - giunti da tutta la provincia - e il personale della Forestale al lavoro passando alla lente ogni angolo di verde, alla ricerca di qualche dettaglio utile alle indagini. L’attenzione del personale di Protezione civile si è concentrata in particolare su una grotta che taglia da parte a parte il colle di Sant’Anna e alla cui sommità si trova un pozzo che, se non visto, può rivelarsi pericoloso per camminatori ed escursionisti non pratici della zona. Ma nulla. Il piano definito nel corso del vertice che l’altra sera si è svolto nella sede dei Forestali a S. Polo, sarà nuovamente adottato oggi, quando dalle 6, uomini e cani - labrador, pastori tedeschi e dogo argentini - si rimetteranno per 5 o 6 ore all’opera nelle stesse aree battute oggi. I REVOLVER MANCANTI. Quanto alle tre pistole che mancano all’appello, la loro assenza è confermata. Ma il peso che i tre revolver, denunciati nel 1975 assieme ad altre due pistole e ad un paio di doppiette calibro dodici, nell’ambito delle indagini sembra poca cosa. Gli inquirenti sembrano poco inclini a ritenere che la sparizione delle armi sia fatto da collegare a quella dei Donegani. Anzi, è probabile che quelle tre pistole mancanti siano state da tempo cedute a terzi, senza che il passaggio sia stato regolarmente segnalato alle autorità competenti. Fatto che, secondo gli addetti ai lavori, non è raro: in molti, insomma, si privano di un’arma lasciando che sia solo l’acquirente a denunciare il possesso dell’arma. Se poi le pistole fossero state cedute a persone che non risiedono nel Bresciano, tracce del passaggio delle armi sarebbero rinvenibili presso altre Questure. E non è escludere che i carabinieri stiano approfondendo anche questo ambito d’indagine. Così come, per escludere qualsiasi evenienza, gli uomini della Scientifica potrebbero effetture accertamenti sullo stato di ossidazione delle canne, prova necessaria a verificare se da fucili e rivoltelle siano partiti colpi di recente. Una cosa è certa: di quelle pistole, così come delle altre armi, Donegani non ha mai fatto uso. Almeno così ha raccontato ai pochi che hanno avuto occasione di ammirarle. CALMA APPARENTE. Giornata tranquilla ieri in via Ugolini. Per la prima volta da venerdì, nella piccola strada di S. Anna, compressa tra due file di graziose villette, si è allentato l’assedio dei cronisti, né si sono visti i carabinieri. I militari ieri tuttavia hanno proseguito l’attività investigativa ascoltando altri vicini e conoscenti dei Donegani, buon ultimo Franco Tomasini, l’amico della coppia che aveva raccolto la sibillina frase di Aldo «Pensa se noi non tornassimo a casa...». Chiarito infine un altro aspetto della vicenda: la gita che i Donegani si accingevano a fare in montagna assieme al nipote giunto dalle Marche e all’amico Agostino Ghidetti non avrebbe dovuto essere necessariamente all’Aprica: la meta insomma era ancora da stabilire, il che sgonfia anche l’ipotesi secondo la quale proprio nella casa di montagna di Guglielmo Gatti si sarebbe potuto trovare qualche elemento utile alle indagini. ACCERTAMENTI SENZA ESITO. Aeroporti e ospedali sono stati allertati fin dalla prima ora: ma gli esiti d’imbarco e gli accertamenti nelle strutture sanitarie non hanno dato riscontro. Niente. Anche il conto corrente della coppia risulterebbe «congelato», senza movimenti che possano far pensare ad acquisti o sottrazioni da parte di ignoti entrati in possesso di carte di credito o blocchetti d’assegni. ZERO SEGNALAZIONI. Agli inquirenti non giungono neppure segnalazioni di avvistamenti. Solo un paio sarebbero i casi, che però i Cc non ritengono di rilievo. E intanto a S. Anna, vicini e conoscenti si interrogano su dove possano essere i Donegani. Una domanda che si rinnova, strada per strada, e che alimenta le conversazioni di animati capannelli nei bar e nei negozi. Ma che per ora non sembra destinata ad avere risposta. Gianluca Gallinari