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 2005  agosto 10 Mercoledì calendario

Delitto di Brescia 10/08/2005 - 3

Sfiancati da una lunga attesa. Giornale di Brescia 10/08/2005. La luce dell’estate vince l’odore del dramma. Per alcune ore, via Ugolini riprende la stagione, abbassa le tende, chiude le porte. In campo rimangono le telecamere fisse delle tivù nazionali. Hanno un puntamento obliquo sulla finestra del secondo piano. Appena Guglielmo Gatti tira la tenda finisce nei tinelli di Catania, nelle camere di Milano, nel video del barettino di Rimini. Ognuno calcola la propria energia, la resistenza all’attesa. C’è chi non è più tornato e c’è chi è stato trovato dopo settimane. L’amicizia con Luisa De Leo e Aldo Donegani si misura pure in questi calcoli estremi, in questa sofferenza che alimentano e che appare come un piccolo sacrificio offerto al loro ritorno inverosimile, alla restituzione, almeno, dei loro corpi. Spaventa la mancanza ideale delle sembianze. Fatica a tornare il profilo quando la carne è sparita. Ed è maledettamente ingiusto, quasi quanto la morte, non restituire il corpo. «Basterebbe una lettera anonima. Basterebbe indicare il posto - dice un amico - Così, presto, li potremmo salutare, li potremmo pregare...». Verso sera, quando il sole è calato e qualcuno è tornato dal lavoro, nel giardinetto di un vicino, ci si ritrova in gruppo. Si ragiona sulla scomparsa e spuntano le prime ipotesi ragionate ad alta voce. prevalente la convinzione che siano stati uccisi. «Ma non è mica facile, eliminare due persone. E poi Aldo e Luisa sono fisicamente a posto, allenati». C’è chi usa il verbo al passato, chi al presente. Il tentativo maggiore è esorcizzare l’assassinio. «Qualcuno, non si è mai compreso chi, sostiene di averli visti allontanarsi verso i Campiani, sabato pomeriggio. Allora, si può credere siano stati sorpresi nel bosco da qualcuno a conoscenza dei loro percorsi. Di sicuro c’è soltanto il loro rientro a casa verso mezzogiorno di sabato. Da lì non sarebbero più usciti». Uno solo degli amici punta sulla disgrazia: «Caduti dentro un cantiere. Finiti nel lago...». La loro automobile, però, è sempre nel garage di casa. Prima di lasciare via Ugolini, ripercorriamo gli ultimi passi di quel sabato mattina. Aldo e Luisa vanno a piedi dal macellaio e dal fornaio accanto. Le due botteghe si trovano a 500 metri da casa, 10 minuti all’andata e 10 al ritorno, andatura da passeggio, più le piccole conversazioni e i saluti. Prima di mezzogiorno aprono il cancelletto. Gli inquirenti, il lunedì dopo, troveranno il pacco della spesa non consumata. La base di questa presumbile morte violenta deve fondarsi su una sorpresa, su un agguato vasto come la premeditazione. La sparizione senza tracce si costruisce con una preparazione mentale, con un disegno covato, simulato, provato in una situazione stretta, silenziosa, che fa pensare ad un soffocamento, ad un avvelenamento. In una serie di gesti e di luoghi preparati, cronometrati. Sono i brutti pensieri a cui ci si costringe prima che il buio sopravvenga. Al buio, questi pensieri fanno paura. Al buio si spera e si prega e si attende il chiaro, la luce. Che vengano presto. Tonino Zana