Giornale di Brescia 09/08/2005, pag.6 Gianluca Gallinari, 9 agosto 2005
Delitto di Brescia 09/08/2005 - 2
Coniugi scomparsi. Giornale di Brescia 09/08/2005. Dove sono i coniugi Donegani? Cinque giorni di indagini, nove dalla loro scomparsa, e nessuna risposta ad una domanda che fa del giallo un rompicapo senza soluzione. Per ora. questa la sintesi di un groviglio che gli inquirenti cercano di dipanare. E in fretta. Tanto che giorno dopo giorno sembra farsi più fitta l’agenda di attività previste. VERTICE. Così è stato ieri, il giorno in cui un prudente ottimismo è parso confortare il lavoro di uomini e militari, in azione senza sosta da giorni. Proprio per fare il punto dell’attività svolta e programmare quella ancora da sviluppare, gli inquirenti si sono dati appuntamento ieri mattina alle 11 in Procura, a Brescia, per un vertice presieduto dal procuratore capo Giancarlo Tarquini, al cui tavolo sedevano il sostituto procuratore Paola Reggiani (la collega Claudia Moregola è in ferie), il maggiore Marco Riscaldati, che guida i carabinieri assieme al ten. Andrea Poletto, il neocomandante dei Vigili del fuoco, Claudio Manzella, e pure il comandante della Guardia di finanza, il col. Attilio Iodice. Un breefing per verificare l’attività d’indagine vera e propria e quella tecnica, confrontare l’esito. E forse - lo si presume dalla presenza del capo delle Fiamme Gialle - per avviare ricerche anche sulla situazione patrimoniale della coppia scomparsa. AL LAGHETTO. Poi, alle 12, scatta un doppio sopralluogo: dalla Procura partono le auto delle scorte e puntano sul laghetto della Fantasina. Lì magistrati e investigatori giungono che i Vigili del fuoco sono già all’opera da ore. Quel pantano semiprosciugato sabato è ormai ridotto ad uno strato di melma densissima, che le idrovore non riescono a risucchiare. Così gli uomini del Saf (il pool «Speleologico alpino fluviale») tirano corde da un lato all’altro dello stagno, lo dividono in 24 riquadri che sondano, come archeologi, con l’ausilio dei ramponi e di un gommone, riportando poi in un modulo preparato ad hoc tutto quello che viene pescato in ogni settore: copertoni, cartoni, e qualcosa di più: uno zainetto contenente una cassaforte a muro, probabilmente gettata dopo un furto. Ma nulla di rilevante per le indagini sulla scomparsa di Aldo Donegani, 77 anni, e Luisa De Leo, 61. SIGILLI IN VIA UGOLINI. Alle 13, il procuratore Tarquini, il pm Reggiani e i militari oltrepassano il cancello del civico 13 di via Ugolini. Entrano nella villetta del mistero in cui si trattengono per diversi minuti. Poi, quando i magistrati si allontanano, vengono posti i sigilli sulle porte e sulle finestre chiuse. L’appartamento dei coniugi scomparsi è sotto sequestro: «Un provvedimento - si limitano a dire gli investigatori - che ci permette di operare in totale autonomia». E così è: rientrano in azione gli uomini della Scientifica dell’Arma, rovistano la casa - per la seconda volta - e sembrano soffermarsi sulla cantina: entrano con torce, battono l’orto, portano via un oggetto lungo un paio di metri e sottile, avvolto in un cartone da reperti. Un badile? Una scopa? Un rastrello? Non si sa. Alcune cassette di frutta compaiono in giardino, vengono scattate delle foto. Poi basta. I militari si allontanano che sono le 16.40: la perquisizione, l’ennesima, è conclusa. E con essa si spengono nella via i riflettori. Il mistero, almeno per ora, resta tale. E fitto. Una novità c’è. Per il primo giorno, da quando le indagini sono state avviate, non è stato interrogato il nipote degli scomparsi, Guglielmo Gatti. Forse gli inquirenti ritengono di aver acquisito sufficienti elementi da lui, che appare comunque accanto agli investigatori sull’uscio di casa. Esce per qualche ora, forse, comprensibilmente alla ricerca di un po’ di tranquillità dal duplice assedio, quello di inquirenti e mass media. Interrogatori, comunque ce ne sono ancora: quelli di altri amici e vicini. I parenti, invece, sono ormai stati tutti contattati: quelli di Brescia - ieri si è visto Giuseppe De Leo - quelli di Milano e della Puglia: con tutti i Cc hanno parlato. UNA SVOLTA? Mentre i cani del Gruppo cinofilo Leonessa continuano ad ispezionare colline e boschi - ieri è toccato ai Campiani - gli inquirenti, per voce del procuratore Giancarlo Tarquini, lasciano aperta ogni ipotesi. «Stiamo lavorando bene, ci attendiamo risultati». Si vedrà. Al civico 13 di via Ugolini, intanto, si va riempiendo la cassetta della posta, segno palese di un’assenza prolungata. Gianluca Gallinari