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 2005  agosto 08 Lunedì calendario

Delitto di Brescia 08/08/2005 - 1

I Donegani: all’Aprica perquisita senza esito la casa del nipote. Giornale di Brescia 08/08/2005. Si allargano a macchia d’olio le indagini sulla misteriosa scomparsa dei due coniugi di via Ugolini. I carabinieri del Reparto operativo, assieme ai colleghi della Sezione investigativa scientifica, hanno infatti risalito ieri - nel primo pomeriggio - la Valcamonica, fino all’Aprica. Lì, infatti, gli investigatori dell’Arma hanno perquisito da cima a fondo la casa di montagna di Guglielmo Gatti, il nipote di Aldo Donegani, 77 anni, e Luisa De Leo, 66. L’uomo, 41 anni, ormai considerato il teste chiave della vicenda, era lì con loro. Con gli uomini dell’Arma si è allontanato dalla villetta del mistero, in via Ugolini, a Brescia, attorno alle 14.30. Un blitz, quello dei carabinieri, che hanno scortato il nipote fuori dall’abitazione a bordo della sua auto, e poi su, lungo le strisce d’asfalto tra le due valli, la Valcamonica e la Valtellina, fino a quella casa di via Italia, all’Aprica. Nella palazzina bianca a quattro piani con i balconcini e le ante in legno, stretta tra una strada e altri due edifici, c’è quell’ appartamentino al pianterreno in cui gli investigatori si aspettano di trovare dettagli preziosi per fare chiarezza su quello che è ormai un giallo inquietante. Eppure nulla: all’interno della casa, tutto appare in ordine quando i militari della Scientifica varcano la soglia con gli stessi strumenti già impiegati per rivoltare da cima a fondo la villetta di via Ugolini. Crimescope e Luminol tornano in azione. «Quello effettuato all’ Aprica è solo un complemento d’indagine, un’estensione della prima perquisizione» affermano gli inquirenti, che non avrebbero pertanto richiesto ai magistrati un ulteriore mandato. La casa appare disabitata da mesi. I vicini confermano: «L’ultima volta che Guglielmo Gatti è stato qui? Un anno fa, il 10 agosto 2004 per una assemblea di condominio. Poi più visto». Ma emerge un altro dettaglio interessante: secondo le testimonianze raccolte all’Aprica, infatti, in quell’ appartamento - che i genitori di Gatti, Giuliano ed Annamaria, possedevano da una ventina d’anni - non si sono mai visti i coniugi Donegani. « No, il nipote saliva con i suoi genitori, gli ultimi tempi con il padre, che era molto malato. Erano schivi, salutavano, gente tranquilla. Ma quella coppia scomparsa non l’abbiamo mai notata» assicurano i vicini. Eppure, proprio lì pare dovessero recarsi i due assieme al nipote Luciano De Leo, l’appuntato dei carabinieri giunto dalle Marche per una settimana di ferie tra i sentieri valtellinesi. Così, quel sopralluogo effettuato l’altro ieri sul posto appare solo come l’anticipazione di questa ispezione. I militari entrano assieme al Gatti, che apre la porta e li guida nelle stanze, 60 metri quadri in tutto. Sono le 16.35. Gli uomini dell’Arma escono attorno alle 18.35. Con sé portano uno scatolone, colmo di materiale da analizzare. Poi il furgone della Scientifica raggiunge la stazione dei carabinieri, da cui gli investigatori bresciani escono poco dopo assieme al «teste chiave», per fare ritorno a Brescia. Nessuna svolta nelle indagini, insomma, almeno per ora, neppure dopo questa trasferta all’Aprica. Né dopo la nottata convulsa di sabato. Una nottata fatta di interrogatori serrati. Per Guglielmo Gatti, anzitutto: il quarto cui viene sottoposto in due giorni dura 11 ore, dalle 17 di sabato alle 4 di ieri. Un interrogatorio fiume. Ma faccia a faccia con i carabinieri e i magistrati, i pm Claudia Moregola e Paola Reggiani, si trovano anche alcuni vicini e amici della coppia. Dopo una lunga attesa viene sentito anche Ferruccio Franceschini, 80 anni, amico intimo dei due, che subito dopo i funerali della sorella è trattenuto nella caserma di piazzale Tebaldo Brusato dalle 19.30 all’ una di notte, senza neppure poter cenare. Insomma, la pressione è fortissima, la tensione alle stelle, eppure nessun elemento utile alle indagini sembra essere nelle mani degli inquirenti. Al centro del giallo resta Guglielmo Gatti, quel nipote solitario, camicia bianca e pantaloni scuri, volto impassibile, attorno a cui si concentra l’ attenzione degli investigatori: da lui, giorno dopo giorno, appare sempre più chiaro che si attendono le risposte che imprimano una svolta alle ricerche. Nella prima mattina è proprio lui, affacciandosi alla finestra della villetta di via Ugolini, a salutare i cronisti: «Mi spiace, non ci sono novità e gli inquirenti mi hanno vietato di parlare con voi». Non sembra dare segni di stanchezza, nonostante la forte pressione cui è sottoposto, in quel continuo dentro e fuori dalle caserme e dalle stanze degli interrogatori. Una cosa è certa: al momento non ci sono iscritti nel registro degli indagati né ipotesi di reato. Né tantomeno vie che offrano uno spunto per dare un senso ad un’assenza che dura ormai da 9 giorni, da quel sabato 30 luglio in cui Aldo Donegani e Luisa De Leo vengono visti per l’ ultima volta, prima di sparire. Inghiottiti nel nulla. Gianluca Gallinari