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 2005  agosto 06 Sabato calendario

Delitto di Brescia 06/08/2005 - 1

Coppia scomparsa, la ricerca parte dalla casa. Giornale di Brescia 06/08/2005. Il giallo si infittisce. Un altro giorno è trascorso senza che dei coniugi scomparsi in via Ugolini, a S. Anna, si avesse alcuna notizia. E sulle loro tracce, massicciamente - dopo sette giorni, commenta qualcuno - si sono messi ieri i carabinieri, coordinati dal pm Claudia Moregola. Un lavoro lungo, aperto su più fronti, che ha impegnato i militari dal primo pomeriggio fino a tarda notte. Al momento di andare in stampa, infatti, gli uomini dell’Arma stavano ancora lavorando all’interno della villetta, di quella casa da cui da ormai sette giorni mancano all’appello Aldo Donegani, 77 anni, e Luisa De Leo, 61, lui bresciano, operaio modellista per una vita, lei, originaria di Terlizi e casalinga. Interrogatori, sopralluoghi, perquisizioni, hanno permesso di raccogliere dettagli. Ma per il momento non c’è ancora la soluzione del mistero. INTERROGATORI. Ma andiamo con ordine. La giornata di ieri, lunghissima, inizia quando il sole è ancora pallido nella via. Sono le nove quando Guglielmo Gatti, 41 anni, il nipote che vive al piano superiore della villetta, risponde alle prime domande della giornata. Quelle dei cronisti. Anche se non saranno le sole cui dovrà far fronte nel corso di una giornata tesissima: nel pomeriggio, infatti, attorno alle 17.30, dopo circa un’ora da quando gli uomini della Sezione investigativa scientifica dell’Arma hanno varcato la soglia di quella casa in cui aleggia il mistero, viene accompagnato in caserma dai carabinieri. Viene sentito a lungo, per ore, fino a sera: quando torna sono le 21.30, e viene accompagnato nel suo garage, accanto a quello degli zii, già ispezionato dalla Scientifica nel pomeriggio. Alle domande dei carabinieri vengono sottoposti anche gli altri parenti. Tutti come testimoni di una vicenda che alimenta sospetti sempre più cupi. LA RICOSTRUZIONE. Tra i primi ad arrivare nella via, accompagnato dal parroco don Faustino Pari e dallo zio, Giuseppe De Leo, è l’altro nipote, Luciano De Leo, appuntato dei carabinieri a Castelfidardo: è lui che, suonando lunedì attorno a mezzogiorno al campanello di via Ugolini 15, senza avere risposta, ha fatto scattare l’allarme: «I miei zii - che non hanno figli, ndr - sono precisissimi, non si sarebbero mai dimenticati che dovevo venire a trascorrere alcuni giorni da loro», si dispera il giovane. «Del resto ci eravamo sentiti sabato mattina attorno alle dieci e ci eravamo dati appuntamento per il lunedì». E della visita del nipote, della moglie e del figlio di quest’ultimo, i due coniugi avevano effettivamente parlato con parenti e amici. Non solo. In fondo alla via, abita Ferruccio Franceschini, l’amico presso il quale, domenica sera avrebbero dovuto recarsi i coniugi per ritirare un materassino, quello per il lettino del bimbo ospite: ma i coniugi non si presentano. il primo appuntamento che mancano. LE RICERCHE. I dettagli che vengono a poco a poco a comporsi in un mosaico non permettono di dare un senso al protrarsi di un’assenza che non ha precedenti. Spunta anche la casa che l’uomo possiede all’Aprica. Forse, spera qualcuno, sono lassù - dove dovevano recarsi martedì col nipote delle Marche, per andare a funghi. Ma son troppi i vuoti. Così, dalla Procura, arriva la disposizione di avviare ricerche serrate. Gli uomini del Reparto operativo e del Radiomobile perlustrano palmo a palmo, facendo ricorso anche alle motociclette, i sentieri che si intrecciano tra la campagna della Fantasina e le colline circostanti: quegli stessi percorsi che i coniugi erano soliti affrontare nelle loro passeggiate pomeridiane. Ma niente. IL CELLULARE. Sono le 15.30, quando gli uomini della Scientifica, assieme ad altri investigatori dell’Arma, giungono in via Ugolini, con il compito di rovistare da cima a fondo la casa. I primi accertamenti portano ad un rinvenimento importante: il cellulare della coppia, quel «334...» di cui si sono cercate tracce ovunque e che non rispondeva, giace in un cassetto dell’appartamento al piano inferiore della villetta, quello dei coniugi Donegani. spento e probabilmente senza carica, perciò come inesistente per gli impianti di ricezione. un altro dettaglio utile per gli inquirenti: il segnale che i due certo non contavano di assentarsi a lungo da casa. I vicini non nascondono però che a quel cellulare la donna ricorresse di rado. LA SCIENTIFICA. Poi, il lavoro degli uomini della Sis entra nel vivo: le stanze vengono chiuse ermeticamente, saturate di luminol (sostanza che permette l’individuazione di eventuali tracce di sangue). Poi si ricorre al Crimescope (un apparecchio che evidenzia residui di materiale biologico): le analisi vengono svolte sia nell’appartamento della coppia che in quello del nipote, Guglielmo Gatti, (che studia al Politecnico di Milano), nella mansarda, come nei due garage. A NOTTE FONDA. Un po’ alla volta la luce cala. Non la folla di residenti, che tra apprensione e sgomento per una vicenda che sembra sia impossibile capiti nella via in cui si vive, resta fino a notte fonda in strada. Le torce dei militari setacciano l’orto dietro alla casa, non si sa in cerca di cosa. Auto e uomini dei carabinieri fanno la spola tra la via e i vari comandi. Il lavoro d’indagine, insomma, è frenetico fino a molto, molto tardi. Quando l’attenzione sembra concentrata sui due garage che si trovano sotto la villetta, con accesso sul lato destro. Il nipote Guglielmo a tarda sera scende in giardino, visibilmente provato, dopo una estenuante giornata. E il giallo è sempre più fitto. Gianluca Gallinari