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 2005  agosto 19 Venerdì calendario

Aviaria, è polemica in Italia. Il Sole 24 Ore 19/08/2005. L’Europa si prepara ad affrontare lo spettro di un’epidemia di influenza aviaria, non più così remoto dopo i casi di pollame probabilmente affetto dal virus H5n1 (si veda il Sole-24 Ore del 17 agosto) a Chelyabinsk, città russa in prossimità dei monti Urali, e quelli accertati nel Kazakhstan

Aviaria, è polemica in Italia. Il Sole 24 Ore 19/08/2005. L’Europa si prepara ad affrontare lo spettro di un’epidemia di influenza aviaria, non più così remoto dopo i casi di pollame probabilmente affetto dal virus H5n1 (si veda il Sole-24 Ore del 17 agosto) a Chelyabinsk, città russa in prossimità dei monti Urali, e quelli accertati nel Kazakhstan. In Italia, intanto, è polemica sulle scorte di farmaci antivirali necessari per contrastare l’eventuale diffusione della malattia nell’uomo. Anche se in Russia non ci sono stati contagi umani - a differenza di quanto avvenuto nei Paesi asiatici, dove 112 persone sono state infettate e 57 uccise - il rischio che il virus si diffonda tra i volatili del Vecchio continente è oramai alto. Quello che preoccupa gli esperti non è però il contagio diretto dai polli all’uomo, per ora piuttosto limitato, ma il pericolo che il virus possa mutare e diventare altamente infettivo per gli uomini provocando milioni di morti, come accaduto in passato, per esempio durante l’epidemia della Spagnola del 1918. Dopo il divieto, in atto già da tempo, di importare animali in Europa da Thailandia, Cambogia, Indonesia, Laos, Cina, Vietnam, Corea del Nord, Malesia e, dal 5 agosto, anche da Russia e Kazakhstan, ieri Antonia Mochan, portavoce della Commissione europea, ha fatto sapere che &la situazione è costantemente monitorata. Se altri casi venissero registrati in Paesi terzi, o in un Paese dell’Unione, il "sistema di allerta rapido" del l’Ue per le emergenze alimentari permetterà di agire in tempo reale e in modo appropriato». Il pericolo che l’H5n1 arrivi in Italia pare minore poiché, rassicura il ministero della Sanità, non vengono importate carni dalle zone colpite e tutte le persone in arrivo dalla Russia sono sottoposte a controlli nei porti e negli aeroporti. Tuttavia, sono esplose le polemiche a proposito dei farmaci antivirali con i quali - in assenza di un vaccino specifico anti-aviaria che richiede tempo per essere messo a punto - si potrebbe contrastare il morbo. In Inghilterra, per esempio, ne sono stati acquisiti 15 milioni. Il Governo ieri è uscito allo scoperto e, per bocca del sottosegretario alla Salute, Cesare Cursi, ha detto che «attualmente ci sono scorte centralizzate pari a 150mila dosi. Ma il fabbisogno è di tre milioni, che contiamo di acquistare nelle prossime settimane». Una dichiarazione che arriva dopo una nota dell’Udeur in cui si chiedeva conto all’Esecutivo della mancata raccolta di antivirali, e dopo l’intervento di Dorina Bianchi, esponente della Margherita: «Di fronte alla preoccupazione per un possibile arrivo della influenza aviaria in Europa, restiamo in attesa di avere risposte chiare e tempestive dal ministro della Sanità su come ci stiamo preparando a un’eventuale diffusione del virus H5n1 nel nostro Paese». Anche il Wwf ha fatto sentire la propria voce, sottolineando come in Italia sia «fiorente un commercio legale e illegale di animali esotici dal Sud-Est asiatico» e arrivino «dall’ex Unione sovietica ogni anno decine di migliaia di uccelli». L’associazione chiede quindi alle istituzioni di «investire per rafforzare i controlli e istituire centri di quarantena per l’accoglienza di questi animali: solo negli ultimi 10 anni ne sono stati importati oltre un milione». Arriva dalla Coldiretti, poi, l’invito a creare «un sistema di etichettatura obbligatorio che indichi la provenienza e l’origine di tutti gli alimenti, a garanzia della sicurezza alimentare». In Veneto, dove si producono in 600 allevamenti il 30% della carne di pollo e quasi il 50 di quella di tacchino di provenienza italiana, il consigliere regionale dei Verdi Gianfranco Bettin ha chiesto, in un’interrogazione alla Giunta, «di attivarsi per garantire una scorta di vaccini e di farmaci antivirali che contrastino possibili infezioni ai danni degli esseri umani». Ma sul pericolo effettivo di un’epidemia in Italia, Giovanni Rezza, epidemiologo del dipartimento delle malattie infettive dell’Istituto superiore della Sanità, è cauto: «Si tratta di un virus che riconosce come serbatoio naturale alcuni uccelli migratori. I quali dovrebbero contagiare animali domestici che, a loro volta, dovrebbero infettare l’uomo: il tutto è abbastanza improbabile. Qualora il virus si dovesse diffondere sempre più nei Paesi orientali fino ad adattarsi all’uomo, e quindi propagarsi da uomo a uomo - finora c’è stato un solo caso del genere - allora potrebbe generarsi una pandemia. Insomma: il rischio reale attuale è basso, quello potenziale alto». Il sottosegretario Cursi ha ricordato che è comunque «attiva una task-force presso il Centro di coordinamento medico (Ccm), il cui operato discende dall’Organizzazione mondiale della sanità, che raggruppa la Protezione Civile, gli Uffici di sanità marittima e aerea, le Regioni». Intanto, dopo che il Governo olandese ha imposto di chiudere gli allevamenti di polli in zone coperte che impediscano il contatto con uccelli migratori, la Germania ha annunciato la costituzione di un gruppo di esperti che controlli l’evoluzione della malattia e valuti misure speciali per bloccare l’ingresso dell’influenza nel Paese. Preferisce non usare toni allarmistici Roberto Bertollini, direttore tecnico dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per l’Europa, che commenta: «Non c’è nessun allarme aggiuntivo. Rimane elevato il livello di sorveglianza delle popolazioni animali», così come restano confermate le procedure previste nei programmi di preparazione a un eventuale espansione del virus. Smentita, infine, la notizia di due uccelli selvatici infetti importati illegalmente alcune settimane fa all’aeroporto di Bruxelles. Eliana Di Caro