Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  agosto 18 Giovedì calendario

Il Pianeta Terra non segnerà più l’ora esatta. La Stampa 18/08/2005. Presto verrà reciso anche l’ultimo legame tra la rotazione della Terra e il tempo segnato dagli orologi atomici

Il Pianeta Terra non segnerà più l’ora esatta. La Stampa 18/08/2005. Presto verrà reciso anche l’ultimo legame tra la rotazione della Terra e il tempo segnato dagli orologi atomici. La decisione spetta all’Unione Internazionale delle Comunicazioni, che ha sede a Ginevra. Gli Stati Uniti premono per accelerare questa scelta, facendo propria la proposta di Dennis McCarthy, «direttore del Servizio Tempo» della Marina americana. Si tratta, in pratica, di abolire quel «secondo» che di tanto in tanto si aggiunge per mantenere l’accordo tra la rotazione del nostro pianeta e gli orologi atomici. L’inserimento di quel secondo, dice McCarthy, crea un sacco di problemi, costi aggiuntivi e anche rischi, in quanto gli aerei volano con i satelliti Gps, che funzionano grazie agli orologi atomici imbarcati su di essi. La periodica aggiunta di un secondo, che dagli Anni ’70 ad oggi è avvenuta 32 volte, può in teoria mettere in crisi la sicurezza dei voli. E anche i computer, le reti di telecomunicazione e le centinaia di apparecchiature che funzionano sulla base di un riferimento di tempo dato dagli orologi atomici. Fisici e ingegneri elettronici stanno dalla parte di McCarthy. Gli astronomi si oppongono strenuamente. Entrambi hanno le loro buone ragioni. I fisici ci ricordano che ormai da mezzo secolo gli orologi atomici hanno sorpassato in precisione ogni altro campione di tempo, e in particolare la rotazione della Terra, tanto che ormai tutto è regolato sul tempo scandito dall’atomo di cesio. Gli astronomi ribattono che però, se vogliono puntare con il telescopio un dato oggetto celeste, è la rotazione terrestre a comandare, precisa o capricciosa che essa sia. Entrambe le parti però sono anche un po’ in conflitto di interessi: i fisici e gli ingegneri elettronici perché difendono il «tempo fisico» segnato dai loro orologi; gli astronomi perché, stando dalla parte della rotazione terrestre, cercano di salvare una loro personale comodità e anche una residua «sovranità» sulla misura del tempo, la cui origine risale a migliaia di anni fa, ai primi studiosi del cielo sumeri e cinesi. Il contrasto nasce dal fatto che alla fine degli Anni ’60 si scelse una soluzione di compromesso. All’epoca l’unità di tempo, cioè il secondo, fu sganciato dalla rotazione della Terra e definito come la durata di 9.192.631.770 oscillazioni dell’atomo di cesio, scelto come pendolo-campione. Ma si decise anche che, quando la rotazione della Terra diverge di più di un secondo rispetto agli orologi atomici, l’ora ufficiale viene riallineata aggiungendo o togliendo un secondo all’ora atomica. Dato che la rotazione della Terra subisce numerose variazioni dovute a varie cause ma, in sostanza, rallenta accumulando più o meno un secondo di ritardo all’anno, da quando vige questo sistema, per 32 volte si è dovuto, il 31 dicembre o il 30 giugno, adottare un minuto di 61 secondi. La prossima volta accadrà alla fine del 2005. Questo secondo è analogo al 29 febbraio degli anni bisestili, giorno che viene aggiunto per far quadrare (approssimativamente) la durata del giorno con quella dell’anno. Rimane il problema che nella vita quotidiana è il Sole a regolare la nostra vita: se ci affidassimo del tutto all’orologio atomico, fra qualche migliaio di anni anni potremmo veder sorgere il Sole all’ora del tramonto e viceversa. «Ma - fa notare Sigfrido Leschiutta, il rappresentante italiano nel panel internazionale che è chiamato a decidere su questi problemi - già oggi siamo abituati all’ora legale: potremmo, ogni cinque o sei secoli, fare una correzione che rimette le cose a posto. Il secondo aggiuntivo aveva senso 30 anni fa, quando i marinai facevano il punto nave con metodi astronomici. Oggi con i satelliti Gps non c’è più nessuno che usi la Terra come orologio. Gli stessi astronomi possono cavarsela introducendo una piccola correzione o affidando i loro telescopi al sistema Gps». Della cosa si è discusso a Torino, sede dell’Istituto Elettrotecnico Nazionale «Galileo Ferraris», qualche mese fa. E a Torino si terrà la riunione che potrebbe giungere a una decisione definitiva. Il taglio del cordone ombelicale tra tempo della rotazione terrestre e tempo degli orologi atomici era previsto per il 2007 o il 2009. Ma se gli Stati Uniti insisteranno e gli astronomi cederanno, potrebbe avvenire molto prima. Piero Bianucci