Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  agosto 19 Venerdì calendario

GALLO

GALLO Andrea Genova 18 luglio 1928. Sacerdote. Ordinato nel 1959, la sua «carriera» eclesiasitca è ricca di episodi di contrasto con le alte cariche della Chiesa, che non vedono di buon occhio i suoi metodi, che alcuni definiscono addirittura «comunisti». Definito da molti un «prete da marciapede», che passa le notti accanto agli ultimi: tossici, ex prostitute, ex ladri, transessuali. Ne ospita oltre un centinaio nelle cinque comunità collocate nel basso Piemonte. La sua storia di aiuto ai bisognosi inizia negli Anni ”70, quando viene accolto dal parroco di S. Benedetto, Don Federico Rebora, ed insieme ad un piccolo gruppo nasce la Comunità di S. Benedetto al Porto. stato al centro di violente polemiche all’epoca del G8 di Genova per la sua amicizia con i Disobbedienti (’La Stampa” 30/8/2005) • «[...] ”Una volta [...] scesi alla stazione di piazza Principe e presi un taxi: ”Mi porti alla Lanterna (il posto di ristoro fondato dal sacerdote, ndr), per favore’. ”Va alla trattoria dei drogati?’ sottolineò il conducente, non riconoscendomi. ”Sì, perché al posto del parmigiano mettono la marijuana’ risposi, per sfottere i suoi pregiudizi. Il giorno dopo venne la polizia a controllare le cucine”. A volte l’impavido sacerdote si mette inavvertitamente nei guai. Una notte, in un vialetto, incontra degli operai impegnati in un trasloco. Uno incrocia il suo sguardo e dice: ”Comodo fare il prete, eh? Non si lavora mai”. ”Allora” spiega don Gallo, ”mi misi lì con lui a caricare gli scatoloni. A un certo punto arrivano due volanti. Uno dei poliziotti, che conosco da quando era alto quanto un manganello, mi prende sotto braccio: ”Gallo, che c… ci fai qui?’. Davo una mano. ”Ma se è una rapina!’. Resto per un attimo stupito, poi gli dico: beh, mica vorrai denunciarci... ti restituiamo tutto”» (’Panorama” 13/5/2010).