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 2005  agosto 04 Giovedì calendario

A Seul nasce Snuppy il primo cane clonato. La Repubblica 04/08/2005. CLONARE il proprio cane: questa sì che una tentazione forte (altro che pecora Dolly), in grado di scardinare parecchie griglie etiche

A Seul nasce Snuppy il primo cane clonato. La Repubblica 04/08/2005. CLONARE il proprio cane: questa sì che una tentazione forte (altro che pecora Dolly), in grado di scardinare parecchie griglie etiche... Perché si possono avere molti cani, nella vita. Ma esiste, per tutti, un cane eletto (in genere il primo) che non è rimpiazzabile, e a volte torna nei sogni come altri archetipi (la casa dell´infanzia, l´esame di maturità, la prima motocicletta). Lo stesso Omero dovette imbrogliare non poco le carte della biologia per far tornare Ulisse, vent´anni dopo, dal suo Argo, per giunta ancora munito di naso quanto bastava per riconoscere l´odore del padrone. Un caso, se vogliamo, di clonazione poetica, un post-Argo ricreato per una scena madre alla quale nessun cane, ahimé lui, potrebbe mai arrivare. Un gatto magari sì, ci sono gatti che arrivano a sfiorare i vent´anni: ma è perché il gatto è egocentrico e pigro, il gatto è zen, il cane invece è un emotivo, si spende, si espone, si consuma, fa cagnara: scrisse Tommasi di Lampedusa del cane Bendicò che era dotato di una "adorabile balordaggine". Appunto.  l´unico parente, il cane, che ci lascia così presto, neanche il tempo di arrivare a festeggiare il diploma dei figli, se è nato, come spesso accade, proprio insieme ai figli. Lui già decrepito, i suoi ex compagni di giochi, che furono cuccioli insieme a lui, appena adolescenti, per un disguido di calendario davvero deplorevole, che ad ogni anno solare fa corrispondere, dicono, sette anni canini. Non so se la clonazione davvero riesca a ripetere, insieme al patrimonio genetico di un individuo, anche la personalità, che nei cani è spiccata, e influenzata (come negli uomini) dall´ambiente e dalle esperienze. Ma certo l´idea di ritrovare identica, negli anni, almeno la silhouette, la sagoma frenetica, la coda che ha fatto da metronomo alle giornate, attira. La clonazione non mette in discussione il tabù della morte, ma il tabù della vita. La scienza ormai ci insuffla il (diabolico?) dubbio che si possa essere anche noi gli artefici, e non solo gli oggetti, della creazione, ed è logico che questo turbi nel profondo le coscienze religiose, e non solo religiose. Ma in attesa che ci si metta d´accordo sul destino degli umani, troppo complicato per farne un "qui e ora", anche la più occhiuta delle inquisizioni potrebbe concedere una deroga per i cani, no? Io che non sono animalista, perché le bestie mi piacciono troppo per volerle sottrarre alla loro bestiale diversità, quando è morto il mio cane, due mesi fa, mi sono sentito come Brigitte Bardot quando è morto Vadim. Gli scrisse un necrologio di irripetibile semplicità e bellezza: "Ti aspetto a Saint Tropez". Io quel mio cane (che era una cagna) lo aspetto dove so io, in un tal bosco, sotto un tale cielo. Sbucasse dalla macchia un suo clone, nero e farneticante come era lei, con tre o quattro zecche appese al collo, non credo che sarei così scemo da sentirmi eterno. Ma contento sì, contento di ripetere quel nome che nessuno più chiama, ed era così contento, a sua volta, di sentirsi chiamato. Michele Serra