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 2005  agosto 18 Giovedì calendario

Pace Peter

• Brooklyn (Stati Uniti) 5 novembre 1945. Generale del corpo dei marines. Ex capo degli Stati Maggiori Congiunti delle forze armate degli Stati Uniti (2005-2007) • «[...] figlio di un immigrato italiano che dopo aver attraversato in nave l’Atlantico si insediò a New York negli Anni Trenta [...] cresciuto a Teaneck, nello Stato del New Jersey dove molti immigrati si trasferivano appena le loro condizioni economiche riuscivano a migliorare, Pace inizia la sua carriera militare nell’accademia dell’Us Navy dalla quale esce nel 1967 e l’anno seguente parte per il Vietnam dove arriva in tempo per partecipare alla battaglia di Hue come capo plotone nel II battaglione della V marines. Si tratta di un’esperienza destinata a segnarlo. È il terzo capo plotone in altrettante settimane e quando arriva trova solo 14 dei 43 soldati della compagnia originale. Pochi giorni dopo essere arrivato muore il primo marine sotto il suo comando, il caporale Guido Farinaro [...] la sua foto campeggia ancora sulla scrivania del generale. Nei tredici mesi di servizio in Vietnam, Pace sfugge spesso casualmente alla morte, conosce momenti terribili ed apprende le lezioni che gli serviranno in futuro. Non a caso appena cinque giorni dopo l’annuncio della sua nomina - avvenuta il 22 aprile 2005 - da parte del presidente George W. Bush, Pace intervenendo di fronte ad una classe di West Point dice ai cadetti: “Se sul campo di battaglia avete paura tutto ciò è naturale, ciò che i vostri soldati vi chiedono è di essere dei buoni ufficiali, di avere cura di loro”. Dopo il Vietnam la carriera militare lo porta in Somalia, Giappone e Sud Corea passando attraverso gli studi alla George Washington University e ad Harvard, da dove esce con un master in amministrazione di affari. In Somalia venne inviato dall’allora presidente Bill Clinton come secondo ufficiale più alto in grado delle forze americane e dopo il ritiro, avvenuto nel 1994, Pace non nasconde le critiche alla gestione di una missione che era iniziata come umanitaria trasformandosi poi nella caccia ai guerriglieri. “È stato un errore” dice con franchezza. Promosso vice comandante delle forze americane in Giappone arriva a Tokyo ed è qui che incontra Myers con il quale nasce il rapporto di stretta collaborazione suggellato in seguito - e dopo la nomina a generale nel 2000 - dall’essere stati fianco a fianco alla guida delle forze armate durante gli anni della guerra al terrorismo, dall’intervento in Afghanistan a quello in Iraq. Pace parla spesso dell’eredità italiana e vede nella parabola della sua famiglia la realizzazione del sogno americano. In un intervento pubblico pronunciato nel 2004 l’ha descritta così:“Gli Stati Uniti sono una nazione straordinaria, mio padre nacque in Italia e suo figlio è diventato vice capo degli Stati Maggiori Congiunti, qualcosa di simile non può avvenire in nessun altro luogo del mondo”. Anche uno dei suoi due figli è militare, sempre nei marines [...] Chi lo ha conosciuto quando era ancora un ragazzo, come l’ex compagna di scuola nel liceo di Teaneck Jacqueline Kates, assicura che “sin da allora era molto professionale ma mostrava anche grande compassione ed umanità”. Nel registro della stessa scuola, sotto il suo nome si legge: “Leadership, modestia, affidabilità e carattere sono tutte qualità che si ritrovano in lui”. Oltre ad essere il primo italo-americano a guidare l’esercito più potente del Pianeta - e ad avere come vice un altro figlio di immigrati come l’ammiraglio Edmund Giambastiani - Pace è anche il primo marine a ricoprire questa carica. Sulla scelta di Bush molto ha pesato un curriculum nel quale la capacità operativa si unisce all’abilità comunicativa, simile a quella che Pace dimostrò nell’aprile del 2003 allorché, quando le truppe americane stavano entrando a Baghdad, rispose alla domanda di un giornalista su “come poter far sorgere una democrazia” disse: «Possiamo aiutare a creare una situazione interna nella quale le scuole saranno ricostruite, l’elettricità ripristinata, l’acqua e gli aiuti umanitari arriveranno e la popolazione potrà decidere liberamente quale tipo di governo desidera”. Parola più, parola meno Pace aveva anticipato quello che sarebbe stato il programma di ricostruzione dell’Iraq, confermando le doti che nel 2001 avevano portato Myers a volerlo al suo fianco come vice. Il grande pubblico americano ha imparato a conoscere Pace proprio durante la guerra in Iraq allorché è stato lui stesso ad affrontare le domande dei giornalisti nei briefing quotidiani per spiegare l’andamento delle operazioni. Voce bassa, parole scelte con cura ed abilità nell’illustrare le decisioni del Pentagono gli hanno valso la stima del ministro della Difesa Rumsfeld ed anche l’apprezzamento di media non sempre teneri con il Pentagono. Chi lo critica invece gli rimprovera eccessi di timidezza nei confronti dei superiori [...]» (Maurizio Molinari, “La Stampa” 18/8/2005).