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 2005  agosto 02 Martedì calendario

Autoctoni e invasori. Corriere della Sera 02/08/2005. Caro Romano, la Transilvania meridionale, tra la metà del 1100 e la fine del 1200, non era «pressoché interamente abitata da popolazioni ungheresi», ma da popolazioni autoctone discendenti dai daco-romani

Autoctoni e invasori. Corriere della Sera 02/08/2005. Caro Romano, la Transilvania meridionale, tra la metà del 1100 e la fine del 1200, non era «pressoché interamente abitata da popolazioni ungheresi», ma da popolazioni autoctone discendenti dai daco-romani. La conquista della Transilvania, che ebbe inizio nell’896, installò circa 150.000 ungari su un territorio molto vasto. I voivodi della Transilvania, per lo più formati da pastori e già menzionati nei documenti del XII secolo, erano troppo deboli per fronteggiare le incursioni guerriere di saccheggio con cui gli ungheresi debuttarono sulla scena storica, ma abbastanza forti per contribuire alla riduzione di questa cifra. Per sottomettere la popolazione indigena, i re ungheresi ricorsero a gruppi stranieri come i secui (latino siculi) e i sassoni, chiamati per vigilare le frontiere orientali dalle incursioni dei peceneghi e dei cumani. Riguardo agli insediamenti degli svevi in Transilvania, è proprio sicuro che essi «si installarono» nello stesso periodo? A me risulta che gli svevi si insediarono, a partire dal XVIII secolo, nel Nordovest e nel Sudovest dell’Ardeal, dove secondo il censimento del 1930 ammontavano a 255.349 persone. Per ultimo una domanda: stando ai dati da lei forniti sui sassoni, si deduce una loro scomparsa definitiva in Ardeal; potrebbe indicare la fonte? Nunzio Dell’Erba Candiolo (To) • Temo che non sia facile stabilire con esattezza quale fosse, fra il 1100 e il 1200, il rapporto tra i gruppi d’origine ungherese e le popolazioni indigene. Prima di difendere il territorio contro i turchi ottomani, i sassoni (che provenivano dalla Renania) furono un baluardo contro i peceneghi, una popolazione tatara che minacciò a lungo le frontiere dell’Impero bizantino. Gli svevi arrivarono effettivamente nel XVIII secolo per iniziativa dell’Austria. La popolazione di origine tedesca rappresenterebbe oggi lo 0,3 per cento della popolazione romena, quindi poche migliaia di persone. Sergio Romano