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 2005  agosto 14 Domenica calendario

Un unico e sottile filo rosso per le tre scalate dell’estate. La Stampa 14/08/2005. Milano. Sarà un settembre giudiziario caldissimo

Un unico e sottile filo rosso per le tre scalate dell’estate. La Stampa 14/08/2005. Milano. Sarà un settembre giudiziario caldissimo. Perchè più si leggono le carte, più Antonveneta, Rcs e Bnl - per ora iscritte a ruolo in inchieste diverse - sembrano far parte in realtà di un’unica operazione nella quale i protagonisti si esercitano nel gioco delle parti. Vediamo: il Gianni è «l’allenatore» (Consorte), il Gianpi «l’ispiratore» (Fiorani), lo Stefano «il concertista» con cui «bisogna aver pazienza» (Ricucci), il «Chicco nazionale» è il «consigliere» che si lucida gli occhi in garage con le sue Ferrari (Gnutti). Poi c’è «il Franco», il «braccio destro» (Boni). «L’ingegnere» che «rischia di mandare a monte l’operazione» perchè «vuole la presidenza per almeno 9 anni» (Caltagirone). A scendere s’incontrano: «il povero Frasca», «il nostro Gennaro» (D’Amico, ex Bankitalia, uomo di Fiorani) e «il ragionier Gargiulo» (stretto collaboratore di Ricucci). Tutti insieme fanno «i furbetti del quartierino». Non sempre si amano («Gli immobiliaristi sono inaffidabili e ricattano», commenta Consorte), senz’altro fanno squadra. E sono così «furbetti» da provare negli ultimi due mesi a conquistare e spartirsi, «anche a nome di terzi», tre colossi del mercato finanziario: Antonveneta, da scippare agli olandesi di Abn-Amro. Rcs, da sottrarre al Patto di sindacato attuale a nome del banchiere (e consigliere Fininvest) Ubaldo Livolsi e di un non meglio precisato gruppo di stranieri. Bnl, nelle mire di Unipol che vuole battere i concorrenti spagnoli del Banco di Bilbao. Infine c’è «Tonino» ovvero Fazio: «l’arbitro», si fa per dire, di Palazzo Koch. E diversi «guardalinee», tutti molto interessati alla partita: Silvio Berlusconi, Gianni Letta, Giulio Tremonti, diversi senatori (il più famoso è Luigi Grillo, grande amico della «governatora» Cristina Rosati) per l’ala destra. Piero Fassino, Francesco Rutelli, Piero Marrazzo, Ugo Sposetti (tesoriere Ds), per l’ala sinistra. Lette le intercettazioni, scoperte le intenzioni, sentite le varie campane, dopo tre settimane di polemiche al vetriolo, a riallacciare le fila dell’inchiesta Antonveneta si scopre il solito pasticcio all’italiana. Dove a giocare la partita su tre tavoli apparentemente ben distinti, sono sempre le solite persone. Per un certo periodo di tempo, unici protagonisti consapevoli (insieme alle orecchie lunghe della Guardia di Finanza e della Procura) di questa spartizione finanziaria che poco ha a che vedere con le regole del libero mercato e - a sentire i magistrati - della trasparenza. Non a caso, a pagina 23 dell’ordinanza con la quale il gip Forleo due settimane fa ha sequestrato le azioni Antonveneta, le plusvalenze realizzate con l’operazione Bnl e inibito 4 indagati, si denuncia che «sia nelle operazioni finanziarie concernenti la Antonveneta sia in quelle concernenti Bnl e Rcs (all’evidenza gestite anche queste ultime da taluni membri del sodalizio in questione) venivano concertate ed occultate ulteriori iniziative di rastrellamento di azioni di dette società». E prosegue: «Emergeva innanzitutto che il Fiorani risultava in stretto contatto, in ordine alle attività incriminate, sia con Gnutti sia con Ricucci, sia con altri personaggi emersi in indagini parallele e relative a rastrellamenti di azioni di altre società, quali Consorte Giovanni (”l’allenatore”), amministratore delegato di Unipol, società fortemente interessata alla scalata Antonveneta». Non a caso lo stesso giudice, a piè di pagina, annota in una postilla: «Va sul punto evidenziato che sia Gnutti sia Consorte risultano imputati in un medesimo procedimento per insider trading pendente davanti alla seconda sezione di questo Tribunale, mentre lo Gnutti risulta essere stato già condannato dal tribunale di Brescia sempre per lo stesso reato».  analizzando le diverse intercettazioni, magari rileggendo i passaggi minori, che si scopre come fin dall’inizio esisteva un tacito patto tra i protagonisti per tirarsi la volata vicendevolmente. UN PO’ DI QUA, UN PO’ DI LA’ La migliore sintesi di come stanno andando le cose, la fornisce l’impareggiabile finanziere bresciano Emilio Gnutti, in un’intercettazione del 12 luglio scorso. Quando, da poco passata la mezzanotte riceve la commossa telefonata di Fiorani che gli annuncia come l’autorizzazione all’Opa su Antonveneta sia appena stata firmata dal «Tonino», il governatore Antonio Fazio. Gnutti è a cena in un ristorante di Valeggio sul Mincio in compagnia, tra gli altri, di Silvio Berlusconi. E telefona a un certo Ivano, non identificato nei brogliacci ma presumibilmente Ivano Sacchetti, il numero due di Unipol: «Stanotte è arrivata l’autorizzazione...». Ivano: «Ieri Caltagirone che ha visto Berlusconi, ma soprattutto ha visto Letta l’altro ieri, aveva riferito che c’era un po’ di preoccupazione». Gnutti: «Non c’è assolutamente preoccupazione. Ho detto a Berlusconi che a loro interessava molto appoggiare Gianpiero perchè dall’altra parte stanno facendo quell’altra. Per cui, per una questione di equilibrio, si fa una per una, quindi vado in appoggio anche di là. Berlusconi mi ha risposto che faccio bene...» «SU TUTTI E TRE I FRONTI» Il più chiaro di tutti è, come al solito, l’immobiliarista e raider romano Stefano Ricucci, talvolta con sconcertante sincerità. Così, il 29 giugno, parlando con un certo Gigi (il solito senatore Grillo?) di Fiorani, dice: «Gli stiamo dando una grossa mano perchè se lo merita, è impegnato su tutti e tre i fronti, Antonveneta, Bnl e Rcs». Gigi: « importante che si muova la cosa che più sta a cuore a noi... devo dire che Gianpiero ha conservato la lucidità di fondo anche se è quello che più è stato massacrato...». UNA SCALATA DI DESTRA Più avanti Ricucci chiamerà «Zio Romi», ovvero Romano Comincioli, ex Publitalia, proconsole di Forza Italia in Sardegna e vecchio amico di Silvio Berlusconi: «Sei riuscito a parlargli?». Zio Romi: «Ancora no, c’è il Consiglio dei Ministri». Qualche giorno dopo Ricucci perderà la pazienza con zio Romi, l’argomento è Rcs: «Deve intervenire. Se no non c’è via d’uscita. importante che sia io a incontrarmi col Presidente: devo dirgli delle cose importanti che neppure Livolsi conosce». UNA SCALATA DI SINISTRA Sebbene destra e sinistra, quando si tratta di quattrini, siano concetti assai astratti, è chiaro che se per Rcs gli appetiti sono di destra, su Bnl la sola presenza dell’Unipol di Consorte, che ovviamente «si sente spesso» con il segretario dei Ds Piero Fassino, non lascia dubbi su quale sia il polo di riferimento. Ma si tratta di apparenze. lo stesso Conorte a raccontarlo in una telefonata del 6 luglio con Ugo Sposetti, tesoriere della Quercia: «Consorte - si legge nei brogliacci - dice che più tardi chiamerà Fassino per informarlo della vicenda. Spiega che stamane Isvap e Bankitalia gli hanno dato l’autorizzazione. Dice che anche con Berlusconi non ci sono problemi dato che uscendo l’ingegnere (Caltagirone) diventa un’operazione totalmente della sinistra (Unipol, Popolari e Cooperative)...» GLI AMICI DI UNIPOL «Gnutti dice che gli amici di Unipol vogliono lanciare l’Opa volontaria su Bnl». Il telefono intercettato è proprio quello di Gnutti, il 15 luglio scorso, in conference call con Gianpiero Fiorani, «Ricucci, Lonati, Moreschi e altri», annota il gip Forleo. «Fiorani e Gnutti accennano a un patto parasociale e Fiorani dice che oggi in Consob si è parlato di Antonveneta e Rcs». Gnutti poi annuncia che «anche a loro è stato chiesto di entrare nel patto parasociale, previo acquisto del 4,99% del capitale sociale di Bnl. Dice che prevede una call a 30 giorni a loro favore nel caso in cui l’Opa non raggiunga il 51%». Sempre Gnutti conlude dicendo che farà «circolare un documento che ribadirà questo discorso e che terrà solo lui come unico esemplare». LA BANDA DEI TRE Scrive il gip: «Alle ore 16.09 del primo luglio, il Fiorani contatta un’utenza intestata all’Unipol parlando con tale ”Gianni” (Consorte, ndr) il quale fa riferimento a non meglio precisati problemi con ”l’ingegnere” (Caltagirone, ndr) chiedendo a Fiorani di dire «ai tre amici» che dovranno vendere all’Unipol al prezzo dell’Opa, per poter «rompere il fronte». Il Fiorani risponde significativamente che chiamerà «da un numero particolare» e che comunque li incontrerà tutti in serata, suggerendo poi al «Gianni» di parlare con Franco (Boni, il suo braccio destro, ndr) «che si sta occupando di tutto». A sua volta «il Gianni» replicava dicendo di aver parlato con la Consob e che sta andando avanti...» Ma chi sono «i tre amici»? Il mistero si svela il giorno seguente, quando Fiorani richiama Consorte prendendo con lui un appuntamento «al quale parteciperanno Ricucci, Coppola e Gnutti. Parlano di come gestire i titoli di questi soggetti e di Lonati e di strategie connesse all’operazione in questione (Bnl, ndr). Fiorani riferisce di aver fatto presente a tutti che è lui, il «Gianni», «l’allenatore», e che quindi loro devono adeguarsi, mettendo in evidenza i problemi che sta sollevando il Ricucci, con il quale «ci vuole pazienza». L’immobiliarista infatti, più avanti non resisterà alla tentazione e il 14 luglio esporrà a un amico i suoi progetti su Bnl: «Lunedì mattina incasso 480 milioni di euro e rimango nel consiglio di Bnl per i prossimi tre anni. Abete, Giovanni, e forse Geronzi, se ne vanno a casa». Il 18 luglio rincara la dose: «Abete e Della Valle andranno a casa. Consorte sarà l’amministratore e tutta la governance farà parte di Unipol. Io Coppola e Statuto saremo fra gli amministratori». Paolo Colonnello