Varie, 17 agosto 2005
DANCELLI
DANCELLI Michele Castenedolo (Brescia) 8 maggio 1942. Ex ciclista. Nella sua carriera da professionista, ottenne 73 vittorie grazie soprattutto a grandi doti di finisseur. Passò nella massima categoria a soli 21 anni. Fra i suoi principali successi spiccano classiche come la Milano-Sanremo, la Freccia Vallone, 2 Giri dell’Emilia, la Parigi-Lussemburgo, 2 edizioni del Trofeo Laigueglia e 2 Giri del Lazio (’La Stampa” 17/8/2005) • Sul successo alla Milano-Sanremo (19 mqrzo 1970, interruppre un dominio straniero lungo 17 anni): «[...] ”Ero giovane, non ancora 28enne. Andammo in fuga a oltre 200 chilometri dal traguardo, eravamo una quindicina fra cui Van Looy, De Vlaeminck, Godefrot, Zilioli, Bitossi. Invece Merckx, che aveva già vinto tre Sanremo, ci aveva snobbato, così come Gimondi e Motta [...] Me ne andai da solo dalle parti di Loano, 70 chilometri all’arrivo. Io correvo così, d’istinto. Il vento mi aiutò, ma non pensavo nemmeno io di fare il colpaccio. Allora non c’era ancora la Cipressa e quando arrivai sul Poggio, l’ultima salita, avevo 2’ di vantaggio. Cominciai a sperarci e mi buttai a capofitto in discesa [...] La Sanremo è più bella del Mondiale e per me era un sogno, anche se avevo già vinto la Freccia Vallone, tappe al Giro e al Tour, campionati italiani e il bronzo iridato nel 1968, l’anno di Adorni”. Sul palco di Sanremo [...] disse la famosa frase: ”Sono felice in particolare per chi non mi ha mai calcolato campione”. ”Avevo dimostrato a tutti il mio valore e poi da 17 anni non vinceva un italiano. I nostri corridori, da Adorni e Motta, da Gimondi a Bitossi e Zilioli, spesso si facevano la guerra. E fra gli stranieri c’erano fuoriclasse come Van Steenbergen, Poblet, Van Looy, Poulidor, Simpson. E Merckx [...] il più grande di sempre [...] L’anno dopo alla Tirreno-Adriatico mi ruppi il femore. Un male da morire, eppure pedalai fino al traguardo, facendo ancora una salita. Mi operarono, ma non fui più lo stesso” [...]» (Giorgio Viberti, ”La Stampa” 16/3/2010).