Varie, 17 agosto 2005
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FRASSATI GAWRONSKI Luciana Pollone (Biella) 17 agosto 1902, Pollone (Biella) 7 ottobre 2007. Scrittrice • « stata buona amica di Alma Mahler, la moglie del grande compositore Gustav, e di Wilhelm Furtwängler, di Arturo Toscanini e del cancelliere austriaco Engelbert Dolfuss, poi assassinato dai nazisti
FRASSATI GAWRONSKI Luciana Pollone (Biella) 17 agosto 1902, Pollone (Biella) 7 ottobre 2007. Scrittrice • « stata buona amica di Alma Mahler, la moglie del grande compositore Gustav, e di Wilhelm Furtwängler, di Arturo Toscanini e del cancelliere austriaco Engelbert Dolfuss, poi assassinato dai nazisti. Nel 1922 il destino vuole che danzi un valzer a Berlino con Joachim von Ribbentrop, futuro ministro degli Esteri del Terzo Reich. In quegli anni partecipa anche alle serate che il famoso regista Max Reinhardt organizza nel suo castello, alle quali spesso è invitato Maurice Chevalier. Cresciuta fra gli scampoli della Mitteleuropa e l’Italia fascista, in capitali come Vienna, Berlino, Roma, Varsavia, Ankara, dove si stava declinando la storia sanguinosa del Novecento, la sua vita si arricchisce fino a tramutarsi in un racconto avventuroso e tumultuoso. Di Mussolini, che pure la riceveva e la stava ad ascoltare nonostante avesse osteggiato duramente il padre di lei, ha detto: ”Non m’indusse mai in soggezione”. E nel 1940, di passaggio a Berlino, si permette di non andare in udienza da Hitler e da Hans Frank, il terribile governatore della Polonia occupata. Quando si tratta di cospirare contro il nazifascismo, non si tira indietro. Rischiando di finire nelle mani della Gestapo, porta in salvo ebrei, polacchi, antifascisti. Dunque una donna straordinaria per un secolo altrettanto straordinario e drammatico. Anzi, qualcosa di più di un secolo [...] figlia di Alfredo Frassati, editore e direttore de ”La Stampa” fino allo scippo del giornale da parte del fascismo, e sorella di Pier Giorgio, cattolico militante e apostolo laico dei poveri beatificato nel 1990 da Giovanni Paolo II [...] Jas Gawronski, uno dei suoi sette figli. [...] Scrittrice, memorialista, poetessa, biografa del padre e del fratello morto a soli venticinque anni a Torino, Luciana Frassati, come aveva raccontato a Renato Romanelli in occasione del suo novantanovesimo compleanno, è davvero ”la memoria del secolo appena trascorso. Ha conosciuto re e regine, ha incontrato Papi, capi di Stato, grandi scrittori e direttori d’orchestra, diplomatici e scienziati”. Il ”romanzo involontario” della sua vita, ha annotato Nello Ajello, corre lungo l’intero secolo breve. Con il padre Alfredo, privato della proprietà della sua ”Stampa” dal Duce, ambasciatore a Berlino costretto a dimettersi dal regime fascista, la giovane Luciana comincia l’apprendistato della vita nella vecchia Europa che brucia gli ultimi fuochi di libertà prima della notte nazista e della guerra. Nel 1933 si sposa con il diplomatico polacco Jan Gawronski, e insieme al marito entra in contatto con le maggiori personalità della cultura, della politica, del potere e della diplomazia di mezzo mondo. Memore della lezione di libertà lasciatale in eredità dal fratello Pier Giorgio, che le aveva detto una volta come ”aiutare i bisognosi” significasse ”aiutare Gesù”, d’istinto prende in simpatia chi ha iniziato a opporsi alle dittature fasciste e naziste. Apprezza personaggi come Dolfuss e l’ammiraglio Canaris, capo del controspionaggio del Reich ma oppositore di Hitler, destinati entrambi a una sorte tragica. destino che la figlia di Frassati si senta attratta dalla cospirazione più romanzesca e pericolosa. Racconterà lei stessa, del resto, di avere frequentato ”non solo gli ambienti più reconditi della lotta clandestina, ma anche chi, sull’altra sponda, tutto doveva sapere”. Non casualmente, pertanto, mette a frutto gli incontri periodici con il Duce, che con lei intratteneva scambi di opinioni sullo scenario politico europeo. ”Mia madre - rammenta [...] Jas Gawronski - sfruttò il suo rapporto con Mussolini per le sue missioni a favore della Resistenza e per salvare dalla deportazione numerosi polacchi ed ebrei”. Dopo la fine della guerra, a Liberazione avvenuta e a cattura delle SS (nel 1944 a Roma) evitata come in una spy-story di tutto rispetto, Luciana Frassati ha vissuto e vive con la medesima intensità le sue nuove esistenze straordinarie. Prima battendosi per la beatificazione del fratello, quindi scrivendo: da Il destino passa per Varsavia, uscito nel 1949 e ristampato nel 1985 con una prefazione di Renzo De Felice, a Un uomo, un giornale, opera in sei volumi dedicata al babbo Alfredo e alle vicende de ”La Stampa”. [...]» (’la Repubblica” 17/8/2005).