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 2005  agosto 16 Martedì calendario

La maggior parte degli uomini conosce la dimensione del proprio pene perché l’ha misurato, almeno una volta, almeno da ragazzo, in erezione

La maggior parte degli uomini conosce la dimensione del proprio pene perché l’ha misurato, almeno una volta, almeno da ragazzo, in erezione. Alcuni sono soddisfatti, ma moltissimi lo vorrebbero più vistoso, compresi gli individui che in realtà hanno numeri sopra la media. L’ossessione del pene piccolo, d’altra parte, non è certo una novità. Nel Sedicesimo secolo, ad esempio, i maschi della tribù brasiliana dei Tupinamba se lo facevano mordere da certi animali velenosi: il morso, oltre a causare sei mesi di dolori indicibili, gonfiava il pene a tal punto che le donne riuscivano a malapena a farsi penetrare. Oggi è difficile pensare che qualcuno, per mostrarsi più virile, arrivi al punto di farsi azzannare i genitali da una bestia velenosa. *** Ma la faccenda delle dimensioni è ancora molto seria, così seria che gli scienziati di mezzo mondo passano il tempo a misurare, centimetro alla mano, lunghezze e circonferenze di individui di ogni età. L’ultimo studio in ordine di tempo arriva da Hong Kong, dove Chan Lung-wai, direttore del Centro di Urologia dell’Union Hospital di Hong Kong, ha passato cinque mesi, con l’aiuto del suo staff, a misurare le dimensioni del pene dei cinesi tra i 23 e 93 anni. Poi ha comparato i dati con quelli di ricerche simili effettuate in altri paesi del mondo. Risultato: la lunghezza media del pene cinese in posizione di riposo è di 8,46 centimetri, piazzandosi nel mezzo di un gruppo formato dai tedeschi (8,6), israeliani (8,3), turchi (7,8) e filippini (7,35). Nelle posizioni più alte della graduatoria troviamo gli americani con 8,8 centimetri ma gli incontrastati dominatori sono gli italiani, con 9 centimetri di lunghezza media. *** Questo studio è solo il più recente di una lunga serie. Ad esempio i ricercatori dell’Università di California sono giunti alle seguenti conclusioni: il pene umano flaccido ha una lunghezza media di 10 centimetri, un diametro di 3 e una circonferenza di quasi 9 centimetri. Quand’è in erezione ha una lunghezza media di 15 centimetri, un diametro di 3,8 e una circonferenza di 11,5. Le variazioni nelle dimensioni del pene sono considerevoli: il pene eretto più lungo che sia mai stato registrato misurava 35 centimetri, mentre al di sotto dei sette centimetri si parla di micropene: secondo il Kinsey Institute of Research, il membro più piccolo mai registrato e perfettamente funzionante misurava un centimetro e mezzo! Anche la Lifestyles Condom, un’azienda statunitense che produce profilattici, ha misurato gli attributi (in erezione) a 300 ragazzi delle scuole superiori: un pene medio misura 14,927 cm di lunghezza per 12,628 di circonferenza. «Tanta precisione è frutto di un approccio scrupoloso», hanno spiegato i ricercatori. «Ognuno dei partecipanti veniva fatto entrare in un luogo appartato, dove due infermiere in camice e guanti di gomma gli misuravano il pene». Gli americani, che a quanto pare sono i più fissati sulle dimensioni del pene, frequentano volentieri il sito ”Definitive penis size survey”, ”Osservatorio sulle dimensioni del pene”: (http://www.sizesurvey.com/result.html): i dati che si ricavano, tuttavia, sono sostanzialmente identici a quelli delle ricerche già citate, che a loro volta non si discostano dai risultati ottenuti dal grande sessuologo Alfred Kinsey con le sue ricerche nei college americani degli anni Trenta e Quaranta. Insomma: il 90 per cento dei maschi bianchi adulti hanno una lunghezza in erezione compresa tra i 12 e i 17 centimetri. Solo nello 0,2 per cento degli uomini è inferiore ai 9 centimetri, e nello 0,1 per cento (cioé, uno su mille) è superiore ai 22. *** Fin qui, i numeri che parlano di dimensioni medie. Ma qual è la dimensione ideale del pene, almeno secondo i calcoli degli scienziati? I ricercatori dell’Università di California non hanno dubbi: in erezione, 12,5 centimetri di lunghezza per 12,5 centimetri di circonferenza. A riposo, 9,9 centimetri di circonferenza per 8,8 centimetri di lunghezza. «La dimensione medio-piccola», assicurano gli studiosi «si presta meglio ai giochi erotici: il pene può entrare e uscire di continuo e favorire così l’orgasmo femminile». Nonostante le rassicurazioni degli esperti, i maschi scontenti delle loro dimensioni sono tanti. Secondo un sondaggio effettuato negli Stati Uniti, il 62 per cento dei giovani americani si accontenterebbe di un’altezza di un metro e 65 in cambio di un pene che si allungasse fino a 17,5 centimetri. Solo il 36 per cento preferirebbe un’altezza di due metri con un pene che raggiungesse i 7,5 centimetri. Un americano insoddisfatto arrivò a porre a Mens’health la seguente domanda: «Perché il pene dei pornodivi ha le dimensioni di un enorme hot-dog?». Spiegazioni dei cameramen intervistati sull’argomento: la telecamera fa sembrare ogni cosa più grossa, regalando al pene un paio di centimetri di lunghezza. Oltretutto i pornoattori prima di cominciare le riprese si fanno la messa in piega ai peli publici (per dare più volume) e si gonfiano il sesso con una pompa che richiama sangue nei corpi cavernosi del pene. *** Se a questo punto i nostri lettori maschi sono andati in tutta fretta a procurarsi un centimetro, è bene che sappiano che è molto facile sbagliarsi. «In stato di erezione, col salire e scendere dell’eccitazione, le dimensioni cambiano continuamente, anche di 1-2 centimetri», spiega Emmanuele A. Jannini, professore di sessuologia medica all’Università dell’Aquila, «Ciò dipende soprattutto dal glande, che ha un suo corpo cavernoso (il corpo spongioso) più lento e meno efficente degli altri due corpi cavernosi del pene. Molti uomini raggiungono infatti la massima erezione proprio al momento dell’orgasmo, quando il glande è gonfio e turgido. Ed è, a ben pensarci, giusto che sia così: all’inizio della penetrazione il glande deve essere morbido per non far male, solo alla fine, quando la vagina è pienamente lubrificata e ingrandita, anche il glande può gonfiarsi al massimo. Inoltre, il fatto stesso di misurarsi riduce inevitabilmente l’erezione, e quindi la lunghezza viene sottostimata. Per questo i medici fanno le loro misurazioni in condizioni di riposo, facendo perno sull’addome, alla radice del pene, prendendolo poi per il glande e stirandolo il più possibile in lunghezza». Non solo: come spiega Vincenzo Mirone, professore di Urologia all’Università di Napoli Federico II, è stato dimostrato che un pene apparentemente piccolo, in erezione, acquista più centimetri d’uno vistoso. «Per la precisione: il pene medio acquista in erezione il 30/35 per cento di lunghezza, quello lungo il 10/15 per cento. In America esperimenti di laboratorio hanno dimostrato che i neri più dotati guadagnavano tra uno stato e l’altro solo pochi millimetri». Maggie Paley, autrice de Il libro del pene (Newton&Compton, 11,83 euro), aggiunge: «Il pene comincia a crescere verso gli 11 anni, e smette intorno ai 17. Al liceo, la competizione sulle misure è spietata. Ma anche da adulti gli uomini passano la vita, o almeno quella parte di vita che trascorrono tra spogliatoi e vespasiani, a guardarsi l’un l’altro i genitali a riposo. Danno una sbirciata all’attrezzatura del loro vicino e poi alla propria. Che però vedono solo di scorcio, e dall’alto, il che li porta spesso a una certa sottovalutazione, spesso ingiustificata». *** «Nel corso degli ultimi sette-nove milioni di anni», dice Emmanuele A. Jannini, «il pene umano è diventato circa quattro volte più grande. Un aumento di taglia ancora più straordinario di quello conosciuto dal cervello. Ci deve dunque essere stata una ragione veramente speciale. Questa ragione, però, è ancora un mistero, sul quale si fanno per il momento solo ipotesi. Innanzi tutto, sgombriamo il campo dalla più ovvia e citata delle spiegazioni proposte: non è affatto detto che un uomo più dotato possa soddisfare meglio una donna (vedi i box qui sotto). In generale, comunque, la lunghezza dell’organo maschile è in media maggiore negli africani che negli europei, mentre nelle popolazioni asiatiche è minore. In realtà, non è esattamente un problema di diversa lunghezza, quanto piuttosto di una diversa radicazione del pene nelle ossa del bacino: a una minore porzione visibile ne corrisponde una maggiore interna, e viceversa. Le proporzioni sono più o meno queste: metà dentro e metà fuori negli occidentali, due terzi fuori nei neri, due terzi dentro negli orientali (che infatti, in media, hanno un pene piuttosto corto)». Quindi le donne orientali sono più sfortunate delle nere? «No, perché ogni pene si adatta alla perfezione alle dimensioni della vagina della stessa razza». Ma torniamo adesso al possibile scopo di un pene così grande. «L’ipotesi migliore, suggerita proprio dai dubbi che praticamente ogni uomo prima o poi si è posto sulle proprie dimensioni, è per il momento quella che si tratti di un segnale, come la coda del pavone o la criniera del leone. Ma rivolto a chi? Gli zoologi che studiano gli ornamenti sessuali degli animali prendono in considerazione due possibilità: la prima, che un ornamento serva per attrarre individui del sesso opposto, la seconda, che serva a stabilire una gerarchia di dominanza con i rivali del suo stesso sesso. Visto che il problema sorge nello spogliatoio della palestra più che in camera da letto, le dimensioni del pene servono agli uomini per confrontarsi tra di loro. Esattamente a quale scopo, però, ancora non lo sappiamo». *** Jared Diamond, docente di fisiologia e biologia evolutiva all’Università della California, paragona il pene umano alla coda, lunga quaranta centimetri, del maschio di un uccello, la viduina, e alla striscia nera sul petto di un altro uccello, la cinciallegra. «Le viduine femmine sono attratte dai maschi con la coda più lunga, mentre i maschi di cinciallegra con la striscia sul petto più larga dominano quelli che ce l’hanno più stretta. Allo stesso modo, sostiene Diamond, il pene dell’uomo deve essere stato considerato segno di virilità: più ce l’avevi grosso, più le femmine ne erano attratte, mentre i maschi ti rispettavano e ti temevano. «Se soltanto avessero potuto, gli uomini avrebbero avuto peni grandi come scimitarre, o mazze da baseball, o cannoni, con cui terrorizzarsi sul serio a vicenda. Fortunatamente, la ”controselezione” naturale ha mantenuto le loro misure entro termini ragionevoli. In termini evoluzionistici, infatti, un pene che non può entrare in una vagina è un controsenso». *** A questo punto, se non siete ancora convinti che le dimensioni non sono un problema, la soluzione estrema è l’intervento chirurgico: a Parigi, durante un convegno della Società di chirurgia estetica francese, il professor Freçhet ha presentato una nuova tecnica di ingrossamento del pene che consiste nell’inserire due lamine di silicone morbido sotto al prepuzio in modo da avvolgere quasi completamente il pene: «Si tratta di una sorta di guaina estensibile che lascia libero il glande, una piccola porzione della base del pene e due terzi della sua circonferenza - spiega il professor Giuseppe Sito, chirurgo estetico e urologo a Napoli e Milano - Questo procedimento, ancora in fase di sperimentazione, lascia però qualche perplessità. Ad esempio la guaina, per quanto morbida, durante i movimenti dell’amplesso potrebbe causare qualche piccola ulcerazione. Inoltre, pur lasciando libera una parte del pene, potrebbe comprimere l’erezione». Al momento, spiega Sito, la tecnica più accreditata per aumentare il volume del pene consiste nell’iniettare tra i due foglietti prepuziali, dalla base alla cima, un po’ di grasso prelevato dall’addome o dall’interno cosce del paziente: «Questo sistema, consigliabile quando la circonferenza del pene non supera i sette centimetri, permette di guadagnare fino a quattro-cinque centimetri. L’intervento, in day hospital, dura meno di un’ora e ha effetti quasi permanenti (se il grasso iniettato si riassorbe troppo, si procede a un piccolo ritocco)». Controindicazioni? «Nessuna, purché il paziente si renda conto che l’intervento è puramente cosmetico, aumenta cioè il volume del pene, ma non la potenza sessuale. Naturalmente è anche vero che un uomo, con un pene più simile al suo ideale, si sente più sicuro e di conseguenza ha una vita sessuale più gratificante». *** Chi è in sovrappeso deve invece tenere a mente questo: il grasso in eccesso, che negli uomini tende a depositarsi sull’addome, oltre a creare problemi durante il rapporto sessuale, fa sembrare il pene senz’altro più piccolo. Il professor Vincenzo Gentile del Dipartimento di Urologia dell’Università di Roma La Sapienza dice che il fenomeno del ”pene occulto” può essere in parte risolto dalla chirurgia: «Il tessuto adiposo soprapubico tende a inglobare l’organo sessuale. Rimuovendo con la liposuzione il grasso in eccesso si recuperano un paio di centimetri di lunghezza». Spesso a questo intervento si accompagna un taglio del legamento sospensorio del pene (quando è troppo attaccato al pube): «Con le due operazioni», spiega Gentile «il sesso maschile guadagna tre-quattro centimetri. Partendo da una lunghezza di dieci-undici centimetri si raggiungono quei tredici-quattordici centimetri che dànno all’uomo maggiore sicurezza». Se nonostante tutto siete ancora sconfortati dalle vostre dimensioni, ricordate che l’unione fa la forza. Perciò procuratevi una copia della Small Gazette: The Smaller Man’s Forum, il quadrimestrale dei soci di un club americano per uomini col pene piccolo. L’ha fondato nel 1986 un mister J. che ha spiegato alla scrittrice Maggie Paley: «L’idea mi è venuta perché ero consapevole che il mio pene non era mun granché, ed ero certo che in giro ci fossero altri uomini con angosce simili alle mie». Sulla Small Gazette compaiono le lettere all’editore, i suoi consigli, ma anche articoli e storie erotiche dove il possesso di un pene piccolo si rivela un gran vantaggio!