Jenner Meletti, la Repubblica 13/8/2005, 13 agosto 2005
«Ma oltre a cervi, mucche, automobili e biciclette, sotto le ruote dei treni italiani, l’anno scorso sono finiti anche 143 donne e uomini che hanno deciso di togliersi la vita
«Ma oltre a cervi, mucche, automobili e biciclette, sotto le ruote dei treni italiani, l’anno scorso sono finiti anche 143 donne e uomini che hanno deciso di togliersi la vita. Altri 51 si sono ammazzati nei primi sei mesi di questo 2005. Non c’è bisogno di fare domande, per capire quale sia il terrore del macchinista. Basta guardare la faccia di Amerigo Agati, l’uomo che guida il treno dopo Porretta. «Ci sono macchinisti che, dopo aver investito un suicida, non sono stati più capaci di entrare in cabina. «Non ti può succedere nulla di peggio» spiega Sergio Maiani, macchinista per 25 anni e ora sindacalista della Filt Cgil. «Ho aiutato alcuni miei colleghi che hanno avuto questa disgrazia. E tutti ti raccontano che non riescono a dimenticare quello che chiamano ”l’ultimo sguardo”. Sì, chi si ammazza all’ultimo momento guarda il treno e chi lo guida. I macchinisti dicono anche che fa un sorriso, alla Gioconda, e sembra dire: ”Sei arrivato, finalmente”. Le Ferrovie ora hanno messo a disposizione alcuni psicologi, per stare vicino a chi ha subìto questo trauma. Ma ho amici che, anche dopo anni di terapia, hanno dovuto chiedere il trasferimento a terra»