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 2005  agosto 13 Sabato calendario

SCHWAZER

SCHWAZER Alex Vipiteno (Bolzano) 26 dicembre 1984. Marciatore. Medaglia d’oro della 50 km alle Olimpiadi di Pechino (2008), bronzo ai mondiali 2005 (Helsinki) e 2007 (Osaka), argento della 20 km agli Europei 2010 (Barcellona) • «[...] un ragazzo d’acciaio [...] suditirolese, che abita in una frazione di otto case, Calice, Kalch in tedesco, a pochi chilometri da Vipiteno, Sterzing. [...] Ha fatto qualche raduno nazionale giovanile di hockey, poi è stato conquistato dal ciclismo. “Ma non sapevo correre in gruppo, mi prendevo sempre tutto il vento”. Aveva 18 anni e fu lì che Damilano tornò alla carica. “Fai una prova”. E lui fece 4h a Termoli con due mesi d´allenamento. Era febbraio del 2004. “C’è questo ragazzo di valore, prendetelo con voi”, disse poi Damilano a Visini che lo introdusse ai carabinieri. [...]» (Corrado Sannucci, “la Repubblica” 13/8/2005) • «[...] ha iniziato con l’hockey. Attaccante centrale del Vipiteno e ritiri da under 16 con la nazionale (che però parte dagli under 18, quindi non l’ha mai vista), poi è passato al ciclismo, in mountain bike e su strada (la Quick Step aveva mostrato un certo interesse). La marcia, presa di striscio tra una pedalata e una discesa, l’ha scelta dopo un rapimento. Lo volevano tesserare per ogni sport, Damilano lo ha strappato alla concorrenza e lo ha trascinato a Saluzzo, dove gli atleti crescono dentro il centro federale. Due anni di allenamento, cinque “50 chilometri”. Un esordio a Termoli con 4 ore leggere, due ritiri (uno a Erfurt agli Europei under 23 di luglio), settimo posto in Coppa Europa e un titolo di campione italiano ad Augusta. [...] Il padre è addetto alla pulizia delle strade (“non l’Anas, da noi siamo autonomi”), madre bidella, in casa si parla il tedesco e si lavora. “La marcia è faticosa? La fatica nella vita è un’altra cosa. La marcia è divertente o perlomeno mi viene bene”. [...]» (Giulia Zonca, “La Stampa” 13/8/2005) • «[...] Uno con 29 pulsazioni al minuto a riposo e un fisico simile a quello di Dordoni e Pamich (1,85) non poteva essere regalato ad un altro sport: “È un animale — ha confessato Damilano —, una bestia e non solo per quello che mangia; ha una resistenza organica spaventosa” [...]» (Fabio Monti, “Corriere della Sera” 13/8/2005) • «[...] Perché proprio la marcia? “Perché si fatica e la fatica è bella da vivere, da respirare, da sfidare. [...] ho iniziato a scuola: ai giochi della gioventù potevo scegliere tra la marcia e la campestre. Mille metri di corsa e quattromila marciando. Mille mi sembravano davvero pochini...” [...]» (v. vecch., “Corriere della Sera” 13/8/2005) • «[...] non è tipico della sua generazione questo rapporto con la fatica. “Ma quale fatica... Quella la facevo quando andavo in bicicletta (ha corso nella Unidelta dell’ex tricolore Bruno Leali, ndr). Ero tatticamente una bestia e mi spompavo correndo sempre nella parte del gruppo esposta al vento [...] Ho cominciato con lo sci alpino seguendo mio padre, poi a 5 anni ho cominciato a giocare a hockey ghiaccio, ero un attaccante, un centro, segnavo. [...]”» (Pierangelo Molinaro, “La Gazzetta dello Sport” 13/8/2005).