Varie, 13 agosto 2005
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Evora Cesaria
• Mindelo (Capo Verde) 27 agosto 1941, Mindelo (Capo Verde) 17 dicembre 2011. Cantante • «[...] la regina della morna, le melodie e i ritmi carichi di nostalgia dell’isola di Capo Verde che lei ha fatto conoscere in tutto il mondo. Era chiamata “la diva scalza”, per quel suo vezzo di salire sul palcoscenico senza scarpe, ed è una delle grandi voci del firmamento musicale mondiale con Ella Fitzgerald, Billie Holiday, Edith Piaf [...] Cantante di profilo internazionale, con milioni di dischi venduti e un Grammy Award vinto nel 2003 per l’album “Voz d´amor”, Cesaria Evora era cresciuta in un orfanotrofio, dopo aver perso a 7 anni il padre: “Cominciai a cantare”, aveva raccontato [...] “nel coro della chiesa dell’istituto, perché eravamo obbligati a farlo. Presto però scoprii che per me era un piacere più che un obbligo”. La voce unica di Cesaria Evora, quel timbro capace di incarnare la nostalgia e il rimpianto, e insieme il dolore e la voglia di vivere tipici della morna, cominciò poi a risuonare nei locali e negli alberghi di Mindelo, la sua città natale: aveva 16 anni e la sua notorietà cresceva di anno in anno. “Quando nell’87 mi hanno scoperta all’estero, ero ormai una quarantenne, ma in patria ero già famosissima”. L’anno dopo, in Francia registrò l’album “La diva aux pieds nus” che le aprì le porte del successo internazionale. Una fama che si consolidò nel ’92 grazie all’album “Miss Perfumado”. Molto nota in Francia, dove nel 2009 ricevette la Legione d’onore, la Evora contava un pubblico di appassionati anche in Italia. [...] Quando le chiedemmo: signora Evora, perché canta scalza? Ci rispose: “Perché sono nata scalza» (Carlo Moretti, “la Repubblica” 18/12/2011) • «La “diva scalza” della musica africana, una delle voci più calde del sud del mondo. [...] “A Capo Verde si parlano dieci tra lingue e dialetti e la musica è il risultato dell´unione di tante suggestioni, pensate alla chabeta, al batuque, alla coladeira”. È una terra creola. Una terra che vive di sincretismi musicali, dove convergono la tradizione musicale africana degli schiavi angolani, atmosfere antillane, il “brazilian flavor”, e l´anima creola della contre-danse. La morna è il blues di Capo Verde, con il suo canto triste d´amore, nostalgia e perdita, “ma mai rassegnato. La morna non è triste racconta delle cose d´ogni giorno, ma anche di lontananza e immigrazione. Non parlerei di rassegnazione, ma di un modo di vedere la vita con sentimento”. Basta ascoltare Beijo rubado o Mar de Canal per percepire la gamma di sensazioni - malinconia, saudade, ma anche dignità, compostezza - che affiorano ascoltando la voce di questa Billie Holiday africana ignorata troppo a lungo, dalla vita difficile, scoperta negli anni Ottanta e condotta al trionfo dell´Olympia di Parigi negli anni Novanta. “[...] non posso lamentarmi. Penso non sia mai troppo tardi per farsi conoscere. [...]”» (Andrea Prevignano, “la Repubblica” 2/10/2003).