Vanity Fair, 11/8/2005, 11 agosto 2005
Io c’ero, Vanity Fair, 11/08/2005 La strage di piazza Tienanmen. Jonathan Mirsky è uno scrittore e giornalista esperto di Cina
Io c’ero, Vanity Fair, 11/08/2005 La strage di piazza Tienanmen. Jonathan Mirsky è uno scrittore e giornalista esperto di Cina. Era a Pechino il 3 e 4 giugno 1989, quando l’Esercito di Liberazione del Popolo represse con violenza i manifestanti per la democrazia. La mattina del 3 giugno c’erano più di mezzo milione di persone in piazza. Io ero in piedi su uno dei ponti presso le mura della città, e guardavo in basso. Alle 10 l’altoparlante intimò: ”Dovete andarvene adesso”. Alle 11 arrivarono in marcia i soldati, sparando in aria. Quindi i carri armati rovesciarono alcune tende di operai. L’intenzione era di schiacciarli, ma riuscirono a scappare. Un’autoblindo sopraggiunse come uno scarafaggio, inseguendoli. Riuscì a investire qualcuno: ricordo di essere rimasto sconvolto da come avesse spiaccicato la vittima. La gente trascinò a terra l’equipaggio, massacrandolo di botte: quello fu il primo e l’unico atto di violenza commesso dai manifestanti sulla piazza. Sul ponte vicino al mio, un uomo convinto che la polizia non usasse proiettili veri si accasciò, un cerchio rosso di sangue si allargava sulla sua maglietta. Quindi i soldati cominciarono a sparare verso di me. La gente veniva colpita e poi abbattuta. Fui salvato dal viceconsole italiano che mi corse incontro, disse: ” il momento di andarsene”, e mi porto via. Con due denti saltati, un braccio rotto e le costole fracassate, tornai la domenica mattina. Centinaia di genitori stavano di fronte ai carri armati chiedendo di poter raggiungere la piazza per trovare i loro figli. Un ufficiale disse: ”Andatevene. Conto fino a cinque e poi sparo”. Gridai che lo avrebbero fatto, ma parlavo straniero: nessuno se ne accorse. I carri armati spararono in mezzo alla folla. Arrivò un’ambulanza. Spararono ai dottori e alle infermiere. Io strisciai via. Clare Dwyer Hogg