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 2005  agosto 11 Giovedì calendario

Io c’ero, Vanity Fair, 11/08/2005 Il disastro di Chernobyl. Nikita Konstantinov fu uno dei numerosi inviati in Ucraina per le operazioni di bonifica in seguito al più grave incidente nucleare al mondo, il 26 aprile 1986, quando 31 persone furono uccise e migliaia costrette a lasciare le loro case

Io c’ero, Vanity Fair, 11/08/2005 Il disastro di Chernobyl. Nikita Konstantinov fu uno dei numerosi inviati in Ucraina per le operazioni di bonifica in seguito al più grave incidente nucleare al mondo, il 26 aprile 1986, quando 31 persone furono uccise e migliaia costrette a lasciare le loro case. Oggi è principal manager presso il Dipartimetno di Sicurezza Nucleare della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo. Nel 1986 ero uno studente di ingegneria nucleare a Mosca. Fui inviato a Chernobyl per misurare i livelli radioattivi. Non ero nervoso: quello era il mio lavoro. Conoscevo i pericoli. La bonifica di Chernobyl fu una enorme operazione militare. C’erano migliaia di persone, pesanti macchinari, bulldozer, team tecnici. Viaggiammo in autobus con le finestre oscurate da fogli di piombo. Ognuno doveva portare uno strumento che registrava la dose di radiazioni. A volte c’era chi aveva ricevuto una dose molto alta, e allora veniva caricato su un’ambulanza e trasportato con un volo speciale fino all’Ospedale radiologico a Mosca. Non so se qualcuno morì. Una volta volai in elicottero sopra la centrale. Il compito del pilota era di sganciare assorbitori di neutroni dentro il reattore. Sul pavimento dell’elicottero c’era uno spesso strato di piombo; ma non bastava a proteggere i piloti dalle radiazioni, visto che dovevano volare proprio sopra il reattore. Alcuni morirono. Questi ragazzi sono eroi. Poiché dovevamo occuparci della salute della gente, avevamo dei pass con su scritto ”dovunque”, alcuni invece erano ammessi solo in certe aree. Questo pass era un segno distintivo e in seguito mi è servito anche per altri scopi (meno nobili). Quando a Mosca Gorbaciov diede una stretta sugli alcolici, diventati difficili da comprare, usai il mio pass per bermi un drink. La gente era molto riconoscente per quello che avevamo fatto. Provai orrore alla vista del reattore, ma Chernobyl non mi fece concludere che la mia carriera fosse uno sbaglio. Al contrario , Chernobyl fu un esempio di che cosa non si dovrebbe fare.