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 2005  agosto 09 Martedì calendario

Vallora Edgar

• Torino 21 marzo 1949. Architetto. Pittore (sotto lo pseudonimo Pieter von Balthasar) • «[...] architetto e pittore del fantastico che vive ricercando stupore [...] doppia vita, anzi tripla [...] La prima, rigorosissima, quella dell’architetto che firma prestigiosi recuperi di luoghi particolari come torri, granai o mulini poi adibiti a case sobbarcandosi la durezza di un lavoro ferrigno; la seconda avvinta dalla musica, che il nonno violinista l’ha portato ad amare così tanto da far di lui poi anche un musicologo scrittore, coautore assiene ad Amedeo Poggi (per la Einaudi) di tre monumentali cataloghi di tutte le opere di Mozart, Beethoven e Brahms, commentate una per una. L’anima terza di Vallora divaga invece fra mondo vegetale, animale e umano, rubando foglie secche, madrepore, aculei di istrice, e ogni altro oggetto trovato casualmente per strada o nei mercatini di periferia che possa servirgli a trasformare qualcosa in qualcos’altro, perché dove passa la fantasia nulla sia più come prima. Ai ritratti va la sua preferenza, talvolta disegnati da lui stesso oppure ricavati da stampe. Come per incanto il volto di una dama viene incorniciato da una raggiera di foglie verdi: per diadema un ramarro di plastica, incollato. Mentre a un viso d’uomo Vallora aggiunge in fronte, a guisa di pennacchio, il guscio di una capasanta dipinto di rosso e all’altezza del pomo d’Adamo una pigna color vinaccia. E per spingere oltre questo gioco dello stravolgimento e dell’invenzione, il pittore ama corredare poi questi suoi lavori anche di biografie e storielline fasulle, ricostruendo dai tratti somatici l’ipotetica personalità ddi chi raffigura. E allora, di anima, se ne aggiunge un’altra ancora: quella del cantastorie. [...]» (Francesca Pini, ”Sette” n. 48/2001). «[...] odia una cosa sopra tutte le altre: ”Creare qualcosa di nuovo: c’è già tanta paccottiglia in giro che è immorale aggiungerne altra”. In compenso, c’è una cosa che [...] ama sopra tutte le altre: ”Andare per mercatini”. A caccia di cose che grazie alla sua ri-creazione diventano oggetti da mostra. [...] non si è limitato a inventare oggetti fantasticamente inutili e bellissimi, ma per ciascuno di essi ha creato una breve storia. E così su una vecchia zucca sarebbe stata ridipinta, da un certo K.D.L., nostalgico impiegato in pensione, una Lettonia sferica con 857 paesi miniati a china. Una strana caffettiera con manico in bachelite diventa una macchina per rendere tridimensionali immagini a sole due dimensioni. [...]» (Tommaso Pellizzari, ”Sette” n. 47/2002).