Varie, 9 agosto 2005
Tags : Adelina Tattilo
TATTILO Adelina 13 novembre 1936 (data molto dubbia, quando è morta la davano per 78enne), Roma 2 febbraio 2007
TATTILO Adelina 13 novembre 1936 (data molto dubbia, quando è morta la davano per 78enne), Roma 2 febbraio 2007. Editrice • «[...] editrice del pornosoft (ma l’azienda di famiglia spazia tra riviste di cellulari, computer e fuoristrada), regina del jet-set socialista dei bei tempi andati [...] scuola dalle suore, un marito (Saro Balsamo, editore) [...] icona di quegli anni Ottanta ruggenti e craxiani, titolare del salottissimo della Prima repubblica, dove tra specchi e orchidee si davano convegno (danzerino o pensoso) Bettino, Gianni De Michelis, Claudio Martelli e gli altri. [...] ”Bettino era un amico vero, ancora prima che diventasse potente, non era nemmeno segretario. Mi affascinava la sua intelligenza, il carisma che ha dimostrato nel bene e nel male. Mi manca ancora, ma non gli ho mai chiesto favori”. A quei tempi il suo attico panoramico sulla collina Fleming era il Giardino dei garofani. ”Dicevano che a Bettino presentavo le ragazze. Ma và, a tavola sempre marito e moglie, moglie e marito” [...]» (Giovanna Cavalli, ”Sette” n. 48/2001) • «[...] la prima editrice italiana di riviste erotiche [...] Era il 1967 quando Playmen, mensile patinato di donne nude e saggi d’autore, apparve per la prima volta in edicola, alla vigilia della rivoluzione del ”68 e agli albori del femminismo, e fu subito un grande successo. Un vero boom editoriale, anzi, che con Playmen inaugurò in Italia la stagione del sexy-glamour, battendo nelle vendite i colossi americani Playboy e Penthouse, fino ad allora indiscussi leader del settore in tutta Europa. Su Playmen, rivista per soli uomini ma ben presto diventata lettura unisex, si spogliarono Patty Pravo e attrici famose come Brigitte Bardot, Ornella Muti, Pamela Villoresi, Amanda Lear, musa di Salvador Dalì, e icona, allora, di una dichiarata ambiguità sessuale. Ma oltre ad essere una rivista di eros patinato, sulla quale comparivano anche le strip dei più famosi vignettisti italiani, da Jacovitti a Coco a Buzzelli, la particolarità di Playmen, a cui quasi subito si affiancò il settimanale ”Men”, era che fosse stato lanciato da una donna, Adelina Tattilo, che sarebbe rimasta fino alla fine degli anni Ottanta regina indiscussa dell’editoria sexy-glamour italiana. Un successo che spinse la Tattilo, grande amica di Bettino Craxi, ad esportare Playmen negli Stati Uniti, suscitando la durissima reazione degli editori di Playboy, che riuscirono a bloccarne la diffusione. Bersaglio di aspre critiche sia del mondo femminista che della Chiesa, la Tattilo aveva spesso raccontato che dietro la sua decisione di lanciare Playmen c´era il desiderio di una battaglia ideologica per ”liberare” i costumi sessuali degli italiani, di affrancarli da certi bigottismi e falsi moralismi, portandola ad appoggiare spesso le campagne dei radicali a favore dei diritti civili, anche se scomparso il partito socialista di Craxi negli ultimi tempi si era avvicinata ad Alleanza Nazionale. Playmen fu anche la rivista che nel 1969 realizzò uno scoop internazionale: pubblicò la foto di Jacqueline Kennedy, da poco moglie di Aristotele Onasiss, mentre nuotava nuda nella piscina della villa dell’armatore greco nell’isola di Skorpios. E sempre su quella rivista ”per soli uomini” la Tattilo si aggiudicò saggi di Marcuse, Sartre, Godard e Ginsberg. Prima del declino di Playmen, soppiantato come tutta l’editoria erotica dal mercato delle videocassette pornografiche, negli anni Settanta la Tattilo editrice lanciò anche Menelik, settimanale di fumetti erotici che aveva come striscia di culto Bernarda (oltre 100.000 copie di tiratura) e Big, settimanale dedicato ai giovani con foto e interviste ai divi del momento e con tanto spazio alla posta del cuore anche per quanto riguardava i temi del sesso. In grave crisi di vendite e con i conti in rosso Playmen scompare definitivamente dalle edicole nel 2001, chiudendo così la stagione di quel sexy-glamour all’italiana che avrebbe anticipato ad esempio la moda dei nudi d’autore sui calendari» (Maria Novella De Luca, ”la Repubblica” 3/2/2007) • « stata una femminista sui generis Adelina Tattilo che ha spogliato le donne sulla carta patinata per il piacere di tanti maschi in cerca di sogni proibiti. Quando nel 1967 inizia a pubblicare ”Playmen” le protagoniste della lotta in piazza, quelle che gridano ”l’utero è mio e me lo gestisco io”, la prendono di mira, la chiamano ”la manager del pornoinchiostro”. Ma lei alza le spalle, le giudica ”noiose misantrope” e continua a sentirsi parte della stessa lotta. Crede, e spiega, che per emanciparsi le donne vanno educate a ”pensare più liberamente” e questo anche attraverso la rottura di tabù nel sesso. ”Sono convinta che attraverso certe libertà e certe immagini la donna ottenga un riscatto”. Pornografia? Mai Guai a definirla regina del porno. Lei il porno lo ha sempre odiato. ”Illustro l’eros”, spiegava senza mai trascendere nei toni, con lo sguardo affilato come una lama. Sempre perfetta con i capelli biondi freschi di messa in piega e vestiti griffati. Chissà cosa devono aver pensato le suore di Ivrea che l’hanno avuta come allieva a scuola ascoltandola dire che ”finalmente anche le minorenni hanno imparato a fare l’amore in maniera libera e senza inibizioni”. Una donna che ha tracciato la strada della vera emancipazione fatta di indipendenza economica e intellettuale e del fregarsene di come la giudicano gli altri. Tutto questo ha fatto di lei la perfetta protagonista degli Anni ”80, rampanti edonisti, anni che lei ha continuato a rimpiangere definendoli sempre ”formidabili”, con quella sua voce roca a causa delle trenta sigarette al giorno. Come ”formidabile” è stata la sua amicizia per Bettino Craxi che andava solo in pochi salotti fidatissimi con la sua amante Ania Pieroni. E uno di questi era quello della Tattilo, arrampicato sulla collina Fleming, luci soffuse e divani di velluto rosso, un misto tra stile Liberty e orientale. Una specie di succursale del partito socialista in cui affluiscono Paolo Pillitteri, Massimo Pini, Gianni De Michelis. La sfida Il sesso: una passione. Difficile immaginarlo vedendo questa signora dei quartieri alti con gli occhiali che le danno il piglio da professoressa. ”Il sesso è una molla che mi spinge a esplorare e ad appagare ogni curiosità”. Ed è così che la sua sfida ha successo. Fonda ”Playmen” nel momento giusto, in tempo per fronteggiare l’edizione italiana di ”Playboy”. Tenta anche l’avventura americana ma gli avvocati di Hefner la bloccano. Il ”Time” la definisce ”la Hugh Hefner in gonnella”, ma la Tattilo non copia, interpreta la semplice formula del successo del rivale americano fatta di tette e culi esplosivi. Le ”conigliette” di ”Playmen” sono più snelle, raffinate, posano in atteggiamenti meno esplicitamente sensuali. E non manca il gusto dello scoop, esaltato con la pubblicazione delle fotografie di Jacqueline Kennedy Onassis nuda sulla spiaggia di Skorpios nell’estate del 1972. Insieme a tutto questo la Tattilo miscela fumetti erotici di Jacovitti, letture e interventi di intellettuali. Portano il sigillo di ”Playmen” la prima intervista in Italia del filosofo Marcuse e due racconti inediti di Hemingway. Una vita piena, spesso in contromano quella di ”Nostra signora dell’Eros” come l’ha chiamata qualcuno. Molte gioie e molti dolori come quando uno dei suoi tre figli, il più grande, Fabrizio, aderente al movimento di estrema sinistra Avanguardia Operaia, venne arrestato. Lei commentò così: ”Non gli ho fatto nessun rimprovero, ha diritto di pensarla come vuole”. Coerente nella sua professione di liberta a tutti i costi anche nel’educazione dei ragazzi. Per farla arrabbiare bastava rimproverarle di aver ridotto ad oggetto da guardare. Lei, allora, alzava dal naso gli occhialini mostrando tutta la sua noia a questo appunto: ”Per me la donna è un soggetto tanto quanto l’uomo”» (Maria Corbi, ”La Stampa” 3/2/2007).