Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  agosto 08 Lunedì calendario

ROVATI

ROVATI Angelo Monza 3 dicembre 1945. Finanziere. Dal 2010 presidente della Hopa (condotta da Chicco Gnutti fu grande scalatrice di Telecom, dopo disavventure finanziarie e giudiziarie fu salvata dalla Mittel, finanziaria di Giovanni Bazoli, e dal fondo Equinox di Salvatore Mancuso). Dal 2009 presidente della Mittel Generale Investimenti. Ex consulente Rothschild e consigliere economico del governo Prodi. Sposato con Chiara Boni • «[...] ex giocatore di pallacanestro e già presidente della Lega basket, [...] ”pivot” della squadra di Romano Prodi per le elezioni politiche. [...]» (Sergio Rizzo, ”Corriere della Sera” 8/8/2005) • « A Palazzo Chigi, da consigliere di Prodi, fece scoppiare il caso di un intervento governativo sulla Telecom, allora nell’orbita di Marco Tronchetti Provera. Sacrificato nella vicenda finì in Rothschild [...]» (’La Stampa” 11/5/2010) • «Da giovane era un campione di basket. [...] sessantenne, si è autodefinito ”pseudotesoriere” di Romano Prodi con allusione al suo ruolo, in campagna elettorale, di uomo del found raising, grazie a un’amicizia storica col Professore. Nel frattempo è diventato un dirigente sportivo, un grande impresario del settore del catering delle società italiane all’estero e il marito di Chiara Boni, la stilista. [...] si è guadagnato i grandi titoli quando entrò in polemica con il tesoriere dei Ds Ugo Sposetti. Reclamava dai partiti dell’Ulivo i soldi per la campagna di Prodi. Sposetti perse la testa e gli dette del ”cane”. E disse che i soldi glieli aveva già dati. Rovati mantenne la calma ed ottenne i soldi. Lo pseudotesoriere aveva vinto. vero che te li aveva già dati? ”Certo che me li aveva dati. Ma erano altri soldi: i rimborsi per le precedenti europee. Quella volta si trattava di stabilire le spese e i finanziamenti per le politiche. In realtà era un momento di tensione. Era in ballo il rapporto fra Ulivo e partiti”. [...] ”Lo scherzo della telefonata è stato il più bello. Erano i giorni dopo la vittoria. Si discuteva se Berlusconi avrebbe telefonato a Prodi. Quando uscì la notizia che la Cassazione aveva approvato il risultato elettorale io ero in macchina e col telefonino lo chiamai fingendo di essere Berlusconi. Tutti si fiondarono nella stanza di Romano, che era a colloquio con la senatrice Taller del Sud Tirolo. Romano le disse: ”Cara senatrice, lei assisterà ad un evento solenne della storia della Repubblica”, e attivò il viva voce [...] Io feci la voce del Cavaliere e mi complimentai. ”Voglio congratularmi con lei’. Romano è rimasto un attimo perplesso, poi ha ringraziato. Allora io ho detto: ”Però mi raccomando, le devo chiedere una cosa professore: adesso che ha vinto non mi rovini’. Lui mi ha riconosciuto e mi ha urlato: ”Sei uno stronzo! Sei un somaro!’ [...] lo allenavo per i faccia a faccia. Mi ero preparato bene: gli davo del veterocomunista, gli contestavo di aver portato il Paese allo sfascio. Gli dicevo: ”Abbiamo messo il poliziotto di quartiere, abbiamo salvato la vita alla gente, abbiamo liberato gli ostaggi...’ [...] spesso lui si incazzava. Una volta mi disse: ”Ma vacci tu al faccia a faccia!’. Una volta è passato Fassino per caso ed è rimasto esterrefatto dalla qualità della mia prestazione. Mi disse: ”Non mandatelo in giro perché perderemmo le elezioni’ [...] Berlusconi ha dimenticato perfino di rivendicare alcune cose fatte bene, come la riforma del diritto fallimentare [...] Romano ha un sistema nervoso pazzesco. La prima volta è arrivato con 40 minuti di anticipo e nell’attesa si è addormentato. La volta dopo, per evitare che si rilassasse troppo, gli abbiamo fatto prendere tre caffé. In realtà eravamo tutti molto tranquilli. Noi siamo sempre stati molto goliardici e allegri. Se Berlusconi scoprisse come abbiamo vinto queste elezioni gli piglierebbe uno sturbo... [...] Berlusconi ha recuperato perché noi abbiamo sbagliato sulle tasse [...] Sono nato a Monza. Mio padre era il capo dell’ufficio ragioneria del comune. Uno di quelli rigorosi che restituiva il panettone che gli regalavano a Natale e faceva arrabbiare mia madre che lo voleva tenere. Lei faceva la maestra tessitrice e poi aprì la pensione Regina a Gatteo Mare. Pensione completa 4 mila lire al giorno. Era l’imprenditrice di casa. Io ho preso da lei [...] Tutti democristiani” [...] giocatore di basket. ”Inevitabile per uno alto 1,94. Ho cominciato a Cantù, poi mi vendettero alla Fortitudo di Bologna” [...] nazionale. ”19 presenze. Ero molto cattivo in campo, agonisticamente determinato. Fossi stato meno ribelle avrei potuto fare molto di più [...] Prodi era assistente di Andreatta a Legge. Mia moglie Vanna doveva dare Economia, ma non ne capiva nulla e Andreatta la mandava sempre via. Alla quarta volta mi chiese aiuto. Io avevo già conosciuto Prodi, e gli dissi: ”Quando è che non c’è Andreatta? Basterebbe un 18 altrimenti Vanna va avanti per anni’. Prodi disse: ”Mandala al prossimo appello’. Vanna si presentò ma c’era sempre Andreatta. Disse: ”Signora, qui di nuovo? La vedo volentieri’. Poi venne chiamato fuori da qualcuno. Prodi prese la situazione in mano e le fece subito una domanda, tipo ”Mi dica qualsiasi cosa che sa’. Quando Andreatta tornò chiese: ”Come va?’. E Prodi: ”Niente di eccezionale ma un ventuno si può dare’. E Andreatta: ”Facciamo diciotto’ [...] Avevo un discreto gruzzolo risparmiato giocando a basket e l’ho investito nella mia impresa di catering. [...] La politica in Italia è una categoria professionale. Un avvocato che perde una causa non si ritira, fa un’altra causa. Così un politico. Questo è un Paese corporativo [...]”» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Corriere della Sera-Magazine” 25/5/2006).