Fonti varie., 25 luglio 2005
Anno II - Settantanovesima settimanaDal 18 luglio al 25 luglio 2005Bambini. Per tutta la giornata di sabato e per tutta domenica la televisione, la radio, i giornali hanno detto che a Sharm el Sheik (in Egitto) c’era un solo italiano morto, Sebastiano Conti, 34 anni, magazziniere alla Emmezeta di Riposto e, prima, vetraio a Parma
Anno II - Settantanovesima settimana
Dal 18 luglio al 25 luglio 2005
Bambini. Per tutta la giornata di sabato e per tutta domenica la televisione, la radio, i giornali hanno detto che a Sharm el Sheik (in Egitto) c’era un solo italiano morto, Sebastiano Conti, 34 anni, magazziniere alla Emmezeta di Riposto e, prima, vetraio a Parma. Però Sebastiano stava a Sharm el Sheik con la moglie Daniela Maiorana, 32 anni, e con suo fratello Giovanni, 28 anni, e con la fidanzata di questo fratello, Rita Privitera, 25 anni. Di questi tre, la radio, la televisione, i giornali hanno ostinatamente detto, fino al momento in cui scriviamo, che sono dispersi. Sebastiano e la moglie, quando si sono sposati, non avevano i soldi per il viaggio di nozze. Avevano fatto economie, e il viaggio di nozze se lo erano regalato adesso che avevano già due bambini. I cronisti, corsi ad Aci Trezza a intervistare i vecchi Conti, padre e madre di Sebastiano (pescatori: Aci Trezza è il paese dei Malavoglia), hanno visto questi due bambini - cinque anni e diciotto mesi - giocare ignari vicino ai nonni impietriti. Il loro papà, la loro mamma, volendo godersi in pace la luna di miele di Sharm el Sheik, li avevano lasciati a casa.
Sorelle. Domenica sera risultavano disperse anche le sorelle Paola e Daniela Bastianutti, di Lecce. Il padre ha detto al Tg3 di averle cominciate a chiamare sabato notte, alle tre. Ma all’hotel Sheraton di Sharm hanno continuato a passargli una stanza col telefono che squillava a vuoto. Agli sms, nessuna risposta.
Sharm el Sheik. Gli attentatori di Sharm el Sheik sono tre o forse quattro. Il primo s’è fatto saltare in aria nella piazza del bazar poco dopo l’una di notte. Stava su un’auto imbottita di 190 chili di esplosivo. Un’ora dopo, più a nord, il secondo attentatore s’è messo al volante di un furgone riempito con 290 chili di esplosivo ed è piombato a tutta velocità nella hall dell’hotel Ghazala Gardens, sradicando la porta d’ingresso, travolgendo tavoli e persone e saltando in aria in mezzo ai divani e alle poltrone della sala. Quasi tutte le 176 camere dell’albergo sono state distrutte, la gran parte dei turisti e del personale ha perso la vita. L’ultimo attentatore è entrato in azione lì vicino: ha fatto scoppiare una bomba sul lungomare, ma non ha avuto il coraggio di sacrificarsi. Aveva forse un complice. I morti accertati finora - in tutti e tre gli attentati - sono 63, i feriti 200. Di questi, almeno 21 sono italiani. Sebastiano Conti è stato riconosciuto subito perché aveva addosso la carta d’identità.
Attentato. L’attentato è stato rivendicato dalle Brigate Abdullah Azzam. Gli inquirenti giudicano la rivendicazione autentica. Le Brigate sono responsabili anche dell’attacco all’hotel Hilton di Taba, dove lo scorso ottobre sono morte Jessica e Sabrina Rinaudo, le due sorelle di Dronero. Nel testo della loro rivendicazione si legge: ”i mujaheddin hanno compiuto un attacco devastante contro i crociati, i sionisti e il regime egiziano infedele”. Il bersaglio principale era infatti il presidente Mubarak, amico degli americani e in corsa per la quinta rielezione a settembre, rielezione sicura dato che in Egitto è stata appena varata una riforma del voto che rende impossibile qualunque candidatura concorrente. Pochi giorni fa, in Iraq, altri terroristi avevano sequestrato e ammazzato l’ambasciatore egiziano a Bagdad. Sia questi di Sharm el Sheikh che quelli di Bagdad dicono di rifarsi ad al Qaeda. Ma Edward Luttwak, consulente per la sicurezza della Casa Bianca, ha detto che al Qaeda non esiste più, dato che non ha più soldi né collegamenti e che ad agire adesso sono solo degli scalmanati locali che evocano al Qaeda o Bin Laden come fossero un marchio o una divinità.
Retata. Luttwak ha anche detto (a Paolo Mastrolilli de ”La Stampa”) che in tema di sicurezza quelli che si stanno comportando meglio sono gli italiani: ”Bisogna fare come avete fatto voi: una bella retata di tutti i sospetti. Magari non c’erano le prove per incriminarli come terroristi, ma tutti sapevano che erano personaggi pericolosi. Li avete presi, interrogati, intimiditi, avvertiti che sono sotto sorveglianza costante, e magari avete anche cacciato i clandestini trovati. Qualcuno può obiettare contro queste tattiche sul piano giuridico, ma sta ai cittadini decidere quanta legalità e quanta efficacia vogliono nella loro protezione”. Il ministero dell’Interno, una decina di giorni fa, aveva effettivamente detto che in Italia i musulmani sospetti sono 300-350. E che tra questi 70-75 sono ”davvero pericolosi”. Però non risultava ancora che fossero stati espulsi.
Italia. A quanto risulta a noi, la retata vera e propria non c’è ancora stata. Però, il Consiglio dei Ministri s’è dotato dei mezzi per farla: venerdì 22 luglio ha varato all’unanimità un decreto legge (dunque è già in vigore) che tra l’altro consente il fermo di polizia di 24 ore (invece che di 12) e prevede il prelievo forzoso della saliva e/o dei capelli ai fermati che risulti impossibile identificare con certezza. La norma più importante è però questa: gli stranieri sospetti potranno essere espulsi anche senza chiedere il parere del giudice. Agli stranieri che forniranno informazioni importanti sui terroristi verrà concesso il permesso di soggiorno di un anno. Se le informazioni saranno davvero importanti, il permesso potrà essere permanente. L’opposizione s’è detta sostanzialmente d’accordo. Luciano Violante ha chiesto che il prelievo di capelli e saliva sia previsto anche per i cittadini italiani.
Sicurezza. L’altra questione posta da Luttwak (’sta ai cittadini decidere quanta legalità e quanta efficacia vogliono nella prevenzione”) si colloca in mezzo ai seguenti fatti. A Londra, venerdì 22, la polizia uccide nella stazione di Stockwell uno sconosciuto che girava in cappotto, non s’è fermato all’alt, è scappato, è stato preso, immobilizzato e finito con cinque colpi in testa; risulterà poi chiamarsi Jean Charles de Menenzies, brasiliano di nazionalità, elettricista di professione, età non comunicata, ma giovane; nessun rapporto neanche minimo con i terroristi; i giornali inglesi hanno sostanzialmente scritto: ”Un morto innocente? Pazienza, la polizia ha il dovere di sparare sui sospetti”. A Torino, gli immigrati residenti in città da almeno sei anni potranno votare ed essere eletti nelle giunte circoscrizionali: prima delibera del genere in Italia, furore della Lega, disaccordi di An e Forza Italia. L’edizione di sabato 23 luglio del quotidiano leghista La Padania aveva in prima pagina la foto di un pistolero e la domanda: ”E noi siamo pronti a sparare per difenderci?”.
Bagdad. Domenica sera il Tg3 ha dato come ottava la notizia che davanti a un commissariato di Bagdad un kamikaze s’è fatto saltare in aria con 250 chili d’esplosivo provocando 40 morti.
Turismo. Camerieri, cuochi, e altro personale degli alberghi di Sharm ha sfilato domenica per protestare contro i terroristi. Difendevano il loro posto di lavoro. La cosiddetta perla del Mar Rosso s’è svuotata a un tratto, aerei carichi di centinaia di ex villeggianti tornano a casa, decine di voli da Capodichino o da Catania o da Fiumicino sono stati annullati oppure sono partiti aerei vuoti col compito di prelevare gitanti che volevano rientrare ad ogni costo. Si teme che per una buona metà delle agenzie turistiche italiane - già in difficoltà per una stagione piatta - il colpo possa essere mortale.
Londra. Giovedì 21 luglio altre quattro esplosioni a Londra (tre nella metropolitana e una a bordo dell’autobus 26) hanno mostrato che i fondamentalisti islamici locali vogliono continuare a colpire. Tutto in un’ora, a partire da mezzogiorno e mezza e nonostante i duemila poliziotti sguinzagliati in città. Nessun morto, un ferito non grave. La polizia, che ne ha diffuso le immagini tratte dai video girati dalle telecamere piazzate nella metro, dice che i quattro attentatori sono stati identificati.
Giustizia. Il Parlamernto ha definitivamente approvato la riforma della Giustizia che, varata una prima volta, era stata respinta da Ciampi. Piccoli ritocchi, nella linea chiesta dal presidente. Resta la separazione rigida tra pm e giudice, con l’obbligo di cambiare distretto se si passa da una funzione all’altra, e il divieto di ripensarci. Accolto un emendamento che vieta ai magistrati con più di 66 anni di ottenere incarichi direttivi, inserito apposta per impedire a Gian Carlo Caselli di diventare capo della Procura nazionale antimafia.
Cina. I cinesi hanno rivalutato del 2 per cento la loro moneta (yuan o reminbi), sganciandola dal dollaro e aggacciandola a un paniere di altre valute. Significa che le loro merci costeranno un po’ di più sui mercati internazionali e che le esportazioni degli altri paesi saranno un po’ meno svantaggiate.
Opa. Gli stranieri hanno perso - per ora - la battaglia per la conquista della Banca Nazionale del Lavoro (Bnl) e della Banca Antonveneta. Gli spagnoli del Banco di Bilbao avevano lanciato un’offerta di pubblico scambio sulla Bnl, ma si sono trovati di fronte un avversario inaspettato, la società di assicurazioni Unipol, un’azienda quotata in Borsa, ma controllata da cinque cooperative rosse: l’amministratore delegato di questa società, Giovanni Consorte, ha comprato lunedì 18 luglio il 27,5 per cento di Bnl, pagando 2,7 euro agli immobiliaristi Caltagirone, Ricucci, Coppola, Statuto, Lonati, Bonsignore e Grazioli e sborsando quindi in totale due miliardi e 248 milioni. Gli immobiliaristi hanno messo insieme un utile di un miliardo e duecento milioni, quasi interamente esentasse. Unipol, che ha vincolato con vari accordi un altro 13,5 per cento della banca, lancerà un’Opa a settembre per impossessarsi del restante 59 per cento. Gli spagnoli, per ora, hanno rinunciato a ulteriori mosse. Quanto agli olandesi di Abn, la cui Opa su Antonveneta è andata quasi deserta, hanno perso martedì 19 luglio quando il Tar del Lazio ha respinto il ricorso con cui contestavano il comportamento della Banca d’Italia. La doppia Opa della Banca Popolare Italiana (già Banca di Lodi) a 24,47 euro contanti e azioni più contanti per 27,5 euro, è già in corso. Anche qui, alleati dell’amministratore Gianpiero Fiorani, risultano gli stessi immobiliaristi che hanno stoppato gli spagnoli. Dietro gli immobiliaristi c’è il governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, vincitore assoluto di questa fase della battaglia. I commentatori però fanno notare che: Unipol e Bpi sono soggetti troppo piccoli per bocconi così corposi: dovranno indebitarsi e si faranno prestare i soldi, alla fine, proprio dalle banche a cui hanno impedito di entrare nel capitale. Queste perciò, dopo aver guadagnato un mucchio di soldi vendendo le loro quote ai due improvvisati assalitori, controlleranno lo stesso, come creditori, gli istituti contesi (così Marco Onado sul Sole 24 Ore). Secondo Giuseppe Turani di Repubblica, invece, gli stranieri daranno adesso l’assalto a Capitalia e, presa Capitalia, lanceranno un’Opa sulla Popolare Italiana, prenendo così la Antonveneta attraverso il suo conquistatore di adesso. Se non lo faranno gli stranieri, scrive Turani, lo farà Caltagirone.