7 agosto 2005
Tags : Robin. Cook
Cook Robin
• Nato a Belshill (Gran Bretagna) il 28 febbraio 1946, morto in Scozia presso la vetta del Ben Stack (Gran Bretagna) il 6 agosto 2005. Politico. «[...] capo del Foreign Office britannico dal 1997 al 2001, famoso per essersi dimesso dalla carica di leader alla Camera dei Comuni (equivalente al nostro ministero per i Rapporti col Parlamento) due giorni prima dell’intervento in Iraq, il 17 marzo del 2003, in aperto contrasto con la scelta del premier Blair: ”Non posso accettare la responsabilità collettiva d’impegnare il Regno Unito in Iraq senza mandato internazionale e senza sostegno sul piano nazionale”, disse alla Camera dei Comuni e il suo coraggioso intervento fu applaudito a lungo. Blair non lo perdonò mai. E lui non smise mai di criticarne la politica estera. [...] rimasto vittima di un collasso mentre stava camminando assieme ad un amico lungo un sentiero del Ben Stack, nelle Highlands scozzesi. Una montagnola alta appena 721 metri ma molto amata dagli appassionati di trekking, come lo era Cook. Ad un certo punto ha accusato un fitta dolorosa al petto. [...] Cook era in vacanza assieme alla seconda moglie Gaynor Regan, la sua ex-segretaria. Un amore nato quando lui era ancora sposato e ricattato dai tabloid in cerca di scandali. Divorziò dopo 28 anni di matrimonio perché uno di questi giornali minacciò di spiattellare la relazione adulterina. [...] anche senza più alcun ruolo - era pur sempre considerato un’autorità morale, in un contesto di potere che (fu scritto dall’’Independent”) confonde ”pragmatismo e saggezza”. Nell’avventura in Iraq a fianco degli Stati Uniti, Cook non ci vide neanche un’oncia di saggezza e fu facile profeta di sventura: ”Pagheremo cara questa scelta”. Quando venne cooptato nel secondo governo di Blair - era il 1997 - promise di applicare negli affari diplomatici ”una dimensione etica” che secondo lui era necessaria per affrontare questioni complesse come quella del Kosovo e della Sierra Leone. In Kosovo appoggiò l’intervento della Nato, dalla parte cioè degli albanesi, rovesciando la tradizionale amicizia coi serbi. Ma il regime di Slobodan Milosevic era ormai agli sgoccioli e le rivelazioni dei massacri compiuti in Bosnia-Erzegovina dai bosniaci di etnìa serba guidati dal generale Mladic e da Karadzic avevano scatenato ondate di indignazione popolare in Gran Bretagna: ”Aver difeso gli albanesi del Kosovo è stato per me un grande motivo d’orgoglio”, confesserà qualche tempo dopo. Era nato a Bellshill, in Scozia, nel 1946. Si impose come un politico di sinistra attento alle problematiche locali. Barba e capelli rossi, aspetto da brav’uomo, venne eletto per la prima volta nelle fila dei laburisti al municipio centrale di Edimburgo, nel 1974, a 28 anni. Ci rimase sino al 1983. Divenne il beniamino degli scozzesi e l’antagonista naturale della politica thatcheriana. Ben presto approdò a Londra. Nel 1989 fu, per il Labour Party allora all’opposizione, il ministro ”ombra” della Sanità, poi, cinque anni dopo, ministro ”ombra” degli Esteri. La straripante vittoria di Blair lo proiettò a guidare la diplomazia di Londra sino al rimpasto del 2001, quando venne sostituito da Jack Straw. [...]» (Leonardo Coen, ”la Repubblica” 7/7/2005). «Quando fece quello che i politici non fanno mai, e se ne andò dal potere, lo applaudirono tutti, rivali e compagni. [...] Capelli rossi, barbetta, sopracciglia arcuate e volto da folletto, Cook era celebre per il suo umorismo e la sua caparbietà. ”Non sono abbastanza bello per la Tv - diceva - non buco il video, e perciò non guiderò mai il paese”. Ma ci aveva sperato, e molto. Laburista da sempre, aveva contribuito all’ascesa di Tony Blair, e dal 1997 non aveva mai lasciato la vita pubblica. Nel 1999, già ministro, Cook aveva sostenuto l’intervento militare in Kosovo, per obbedire a quella che aveva battezzato ”politica estera etica”. Per ”rispondere a un’urgente crisi umanitaria”: come avrebbe poi ricordato, il 17 marzo 2003, davanti al Parlamento. Quel giorno, però, tutto era diverso, al posto del Kosovo c’era l’Iraq: ”Né la comunità internazionale né il nostro popolo - disse Cook, con le lacrime agli occhi - sono persuasi dell’intervento”. E si dimise. Restò sui giornali per i suoi fatti privati: la relazione con la segretaria Gaynor, l’annuncio fatto alla moglie mentre partivano insieme per una vacanza: ”Margareth, ti lascio”. Ma tutto questo non era più storia» (Luigi Offeddu, ”Corriere della Sera” 7/8/2005).