6 agosto 2005
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Fiorini Giuliano
• Nato a Modena il 21 gennaio 1958, morto a Bologna il 5 agosto 2005. Calciatore. «[...] esordì a 17 anni nel Bologna. Poi Rimini, Brescia, Foggia, Piacenza, Genoa e Samb. Le annate più belle (1985-’87) furono però quelle con la Lazio. Nel 1987, con la squadra biancoceleste in affanno sotto ogni punto di vista, partecipò al campionato di B dei celebri nove punti di penalizzazione (l’anno dello slogan ”vincere per non morire”). Fiorini salì al ruolo di protagonista assoluto a otto minuti dalla fine di Lazio-Vicenza (21 giugno 1987), quando realizzò il gol dell’1-0. Quella vittoria avrebbe portato la Lazio, allora allenata da Eugenio Fascetti, agli spareggi di Napoli contro Campobasso e Taranto e a salvarsi dalla C. [...]» (’la Repubblica” 6/8/2005). «[...] attaccante che ha militato negli Anni ’70 e ’80 in numerose società di serie A. [...] Il nome di Fiorini (che ha giocato tra l’altro per Bologna, Brescia, Foggia, Genoa e Lazio) resterà comunque scolpito nel ricordo dei tifosi laziali [...] Era il 21 giugno del 1987: la squadra allenata da Eugenio Fascetti (che aveva iniziato il campionato con 9 punti di penalizzazione) incontrò il Vicenza e grazie al gol realizzato da Fiorini all’82° la società biancoceleste riuscì ad accedere agli spareggi grazie ai quali evitò la retrocessione. Sugli spalti oltre 70 mila spettatori e per 5 di essi fu necessario il ricovero in ospedale. Fiorini aveva debuttato a 17 anni nel Bologna prima di passare al Rimini e da qui a Foggia, Piacenza, quindi Genoa e Sambenedettese. Quando giunse nelle Marche molti pensarono che fosse arrivato a fine carriera (fumava molto, amava la buona tavola e fare le ore piccole): contribuì invece alla salvezza della squadra segnando 12 gol. [...]» (c.p., ”La Stampa” 6/8/2005). «[...] ha rappresentato una bandiera pur non essendo, lui attaccante, uno che segnava valanghe di gol. Fiorini, semplicemente, per la maglia dava tutto. Ovunque ha giocato, dal ’74 al 1990, è stato ”il Bomber”. A prescindere. [...] In carriera ha segnato, dalla A alla C2, un totale di 103 gol [...] Era uno fuori dagli schemi, Fiorini. Fin dal debutto, col Bologna, nel 1975. A 17 anni. Entra al posto di Bob Vieri, in un Bologna-Fiorentina fermo sullo 0-0. Lui corse verso la curva San Luca e crossò per Savoldi, che di testa insaccò l’1-0. Fuori dal campo era definito ”naif”: odiava la cravatta, ha sempre portato i capelli lunghi, braccialetti, anelli, gli piaceva mangiare e fumare. Ma in campo era un trascinatore, che i compagni adoravano e seguivano. E i tifosi apprezzavano con passione. A Piacenza, nel 1979-80, in C1, il primato di gol in una stagione: 21. Alla faccia del tecnico Mattè, che lo inseguiva fino al ”Baretto” per controllare che i suoi non bevessero alcool. Fiorini faceva il segno di una siringa al barman: ”Aggiungi vodka nell’arancia”. Nacque così il cocktail ”siringa”. A Bologna Fiorini iniziò a giocare, ma dovette far spazio a un certo Roberto Mancini, ragazzino terribile che nel 1981 si affacciò in serie A. Nel Genoa ha giocato solo una stagione e mezza, ma ancora oggi, per tutti i tifosi del Grifone, Fiorini è ricordato con amore: due i gol che non dimenticano sotto la Lanterna: quello in un derby vinto con la Samp e quello dell’1-1 alla Roma nella partita che consegnò lo scudetto ai giallorossi e la salvezza al Genoa. A San Benedetto del Tronto hanno organizzato un pullman per dare l’ultimo saluto [...] a chi, di passaggio nel 1983-84 in B, il giovedì al ristorante di Tatuscia mangiava ostriche e scampi e beveva champagne, e la domenica segnava i gol che salvarono la Sambenedettese. Nel giugno 1990 Fiorini lascia laTernana in C2 e va ad allenare a L’Aquila, Interregionale. Quindi intraprendela carriera di manager, direttore sportivo di diverse squadre, fra le quali Reggiana e Spezia. Ma a Bologna aveva una ricevitoria, dove ogni sabato giocava un sistema con un gruppo di amici: nel 2001, assieme a Beppe Signori, fecero un sistema che incassò 100 milioni di vecchie lire. [...] era diventato nonno, giovanissimo. Un nonno speciale, vista la sua gigantesca voglia di vivere, fare, senza fermarsi un attimo. Impossibile non amare uno così» (Nicola Melillo, ”La Gazzetta dello Sport” 6/8/2005).