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 2005  agosto 06 Sabato calendario

Smolensky Nikolai

• Nato a Mosca (Russia) nel 1980. Oligarca. «A 24 anni si è comprato la Benelli. Non una moto: tutta la Benelli, fabbriche e dipendenti inclusi. Nikolai Smolensky, baby oligarca e figlio di papà, si è portato a casa la storica marca di motocicli italiani [...] Nikolai è figlio di Alexander Smolensky, uno degli ex fedelissimi del Cremlino, membro di quella ”famiglia” - come erano chiamati i miliardari che gravitavano attorno a Eltsin - caduta in disgrazia con l’ascesa di Putin. Il campo di Smolensky senior erano le banche: mentre gli altri ”bysinezmen” partecipavano alla privatizzazione di industrie metallurgiche, meccaniche o petrolifere, Smolensky riteneva che il giovane capitalismo russo mancasse di un elemento fondamentale: le banche. E così fondò nel 1991 la Stolichny (Banca della Capitale), finanziando il primo sistema russo di carte di credito. In seguito acquistò la Agroprombank, gettando le fondamenta della SBS-Agro, ben presto la maggiore banca privata del paese, con milioni di risparmiatori e migliaia di sportelli in tutta la Russia. Ma nel 1998, l’anno della crisi finanziaria, tutto crollò. E proprio il fallimento di SBS-Agro divenne il simbolo del tracollo finanziario che volatizzò i soldi di migliaia di risparmiatori russi e investitori stranieri. Nikolai Smolensky, rampollo nato e cresciuto in Russia ma educato nelle più esclusive scuole inglesi, ha ereditato nel 2001 i resti dell’impero finanziario dal padre e ha subito annunciato ambiziosi piani di espansione per la Banca Ovk, nata dalle ceneri della SBS-Agro. Nel 2003 però ha rinunciato al progetto e venduto tutto a Vladimir Potanin, altro oligarca russo di vecchia data, proprietario del gruppo finanziario Interros. Il settimanale ”Moscow News” riferisce che la cessione della banca Ovk fu seguito dalla liquidazione di tutte le altre attività in Russia e dal trasferimento dei maggiori interessi di famiglia in Gran Bretagna. Qui Nikolai Smolensky, che come molti figli di papà ha il vizio dei motori, ha presto deciso di investire nell’industria automobilistica e di comprare la fabbrica sogno proibito di tutti gli appassionati: la Tvr, celeberrima marca inglese di macchine sportive dai 90 mila euro in su. L’affare si è concluso nel luglio 2004 con un investimento di 27 milioni di euro. Nemmeno un anno dopo Smolensky junior ha messo gli occhi su un’altra storica marca inglese, la Rover. Che si è però rivelata un osso ben più duro: dopo averle fatto la corte per mesi, il baby oligarca ha dovuto ammettere la sconfitta. Ai primi di luglio la Pricewaterhouse Coopers, amministratrice della Rover, ha ufficializzato il rifiuto della sua offerta. Il giovane nababbo si è quindi consolato con l’acquisto della Benelli, uscita dalla gestione non proprio entusiasmante di un altro figlio d’arte: Andrea Merloni. [...] Nikolai Smolensky impazza sulle pagine della stampa russa [...] i settimanali femminili lo descrivono come il marito ideale. ”Schiva la stampa e detesta qualsiasi pubblicità”, dice chi lo conosce personalmente, ”vive tra Londra e Mosca, è una persona serissima e pensa solo al lavoro”. Una descrizione che sfata il luogo comune sugli yuppies russi, capaci di farsi notare solo per folli conti di ristoranti, dispendiose feste nelle dacie e problemi con la polizia per uso di droghe e alcol. [...]» (Margherita Belgiojoso, ”L’espresso” 11/8/2005).