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 2005  agosto 06 Sabato calendario

Pellegrini Massimo

• Frascati (Roma) 2 gennaio 1966. Ex calciatore. «[...] nel lontano febbraio del 1981 la misteriosa data di nascita di un giovane bomber della Beneamata regalò al ”manifesto” il più grande scoop di quell’anno, ”magari l’unico della nostra austera storia editoriale” azzardò in un corsivo Luigi Pintor. Sotto le mentite spoglie di Marlowe, un redattore specialista in segreti finanziari o parapolitici raccontò con una lettera in prima pagina la triste storia di un piccolo bomber di Frascati al quale il club di Ivanoe Fraizzoli aveva truccato nome e data di nascita pur di schierarlo in un campionato del mondo under 14 conquistato trionfalmente in quel di Buenos Aires. Durante una gita ai Castelli romani, al nostro investigatore privato avevano confidato che il giovane capocannoniere del torneo (8 gol) non si chiamava affatto Massimo Ottolenghi (altro ragazzino della rosa nerazzurra), bensì Massimo Pellegrini che i 14 anni li aveva appena compiuti e che dunque quel mini-mundialito non lo avrebbe potuto disputare. Marlowe si mise al lavoro e trovò subito sospette conferme. Della squadra vincitrice in Argentina, salutata al suo ritorno dal titolo del ”Corriere della Sera” ”Bravi bambini”, non non si trovava neanche una foto. Poi quando i ragazzi erano stati invitati alla Domenica sportiva, l’unico assente era risultato proprio il bravissimo Ottolenghi. Infine, dopo una telefonata alla compagnia aerea, il nostro detective aveva scoperto che sul volo proveniente da Baires non c’era nessun Ottolenghi ma solo un Pellegrini. Il caso finì subito su tutti i giornali e l’Inter, dopo una prima patetica smentita, ammise il fattaccio spiegando che così facevan tutti (Mazzola, pur sostenendo di esserne sempre stato all’oscuro, si prese la colpa). Pintor spiegò nei giorni successivi quanto teso e lacerante fosse stato il dibattito all’interno della redazione sulla necessità di pubblicare addirittura in prima una ”notizia di genere per così dire patetico-sportiva”. E giustificò la scelta che aveva fatto infuriare l’anima nerazzurra del collettivo con ”l’umano desiderio, per quel senso di giustizia che un giorno o l’altro ci farà finire in galera, di consentire a un piccolo goleador frascatano di essere complimentato, fotografato, conosciuto, anzi hegelianamente riconosciuto, lui con la sua maglia e il suo pallone”. Senza nascondere però un pizzico di malinconia ”per essere riusciti, dopo dieci anni di onorata carriera in cui abbiamo dato fondo a tutti i problemi della terra e del cielo, a trovare eco solo una volta, mettendo una palla in rete!”. Il ragazzo, vittima e protagonista involontario del raggiro, la prese con amara filosofia. ”Quando segnavo e mi chiamavano con un altro nome, mi dava molto fastidio ma pensavo che si trattasse di uno sbaglio degli organizzatori. Anche non essere potuto andare alla Domenica sportiva con i miei compagni mi ha fatto soffrire ma ho pensato che tanto prima o poi ci sarei andato lo stesso”. Per la cronaca, Massimo Pellegrini esordì l’anno successivo in serie A, all’Olimpico contro la Roma; con la maglia nerazzurra giocò appena 9 partite in quattro stagioni (0 gol) e si perse poi tra Monza, Cagliari, Spal e Modena, fino in serie C. Alla Ds non lo chiamarono più» (Matteo Patrono, ”il manifesto” 5/8/2005).