Stefan Theil, La Repubblica, 01/08/2005, 1 agosto 2005
il grano il petrolio del futuro, La Repubblica, 01/08/2005 Un paio d’ anni fa, quando il costo del petrolio iniziò la sua impennata, Joel Rosado non ci pensò due volte: proprietario di un servizio di aero-taxi in Brasile doveva fare il possibile per contenere i costi del carburante
il grano il petrolio del futuro, La Repubblica, 01/08/2005 Un paio d’ anni fa, quando il costo del petrolio iniziò la sua impennata, Joel Rosado non ci pensò due volte: proprietario di un servizio di aero-taxi in Brasile doveva fare il possibile per contenere i costi del carburante. Così si rivolse alla Embraer, casa produttrice di aerei, per ordinare l’ ultimo modello del monopropulsore Ipanema, e fece il pieno di alcol. Con l’ Ipanema, che vola a etanolo (una forma di alcol) distillato dallo zucchero di canna, i suoi costi si sono ridotti del 40%. Adesso Rosado vorrebbe convertire i restanti undici velivoli. Ma Embraer, il primo costruttore di aerei a etanolo, ha una lista d’ attesa di due anni e sta cercando tra l’ altro di convertire all’ alcol il T25, un turbojet usato per addestramenti militari. "Di questo passo - dice Acid Padilha, dirigente di Embraer - il motore a benzina è destinato a estinguersi". E la sua fine non è limitata ai cieli brasiliani. I campi di canna da zucchero nel paese riforniscono materia prima a una rete di 320 impianti di etanolo, e altri 50 o più sono previsti nei prossimi cinque anni. La maggior parte dei venti milioni di automobilisti brasiliani fanno per ora il pieno con un carburante tagliato al 25% con etanolo, ma una crescente flotta di macchine di nuova generazione va a etanolo puro. Per tenere il passo con la domanda, i baroni della canna da zucchero e le grandi multinazionali investiranno nel corso dei prossimi cinque anni circa 6 miliardi di dollari in nuove piantagioni e distillerie. E le navi-cisterna brasiliane attraversano i sette mari trasportando etanolo per rifornire paesi assetati di carburante quali la Corea del Sud e il Giappone. A differenza di quanto accade con il petrolio, nessun paese domina il mercato con la propria produzione di etanolo o altri biocarburanti. Negli Stati Uniti, l’ impiego dell’ etanolo ricavato dal mais è cresciuto grazie alle nuove regolamentazioni anti-inquinamento e a un consistente rimborso sulle tasse federali. La produzione, raddoppiata dal 2001, è quasi ai livelli del Brasile. La normativa sull’ energia approvata dal Congresso degli Stati Uniti nei giorni scorsi porterà ad un nuovo raddoppio nella produzione di etanolo. In Europa, la Germania è diventata la maggiore produttrice al mondo di "biodiesel", un carburante ad alta prestazione e alto contenuto di ottani. La varietà tedesca è prodotta dal seme di colza. In oltre trenta paesi, dalla Thailandia all’ India, dall’ Australia al Malawi, piantagioni di palme da olio, soia e cocco vengono implementate per la produzione di carburanti. Venezuela, Indonesia e le Fiji hanno annunciato iniziative volte a stimolare la produzione di biocarburanti. Certamente nessuno si aspetta che il petrolio scompaia da un giorno all’ altro. Anche in considerazione dei recenti successi, biocarburanti quali etanolo e biodiesel rappresentano ancora una piccola percentuale nell’ uso dei combustibili fossili. Ma grazie ai vertiginosi prezzi del petrolio, alle preoccupazioni per i cambiamenti climatici e l’ ansia per il futuro approvvigionamento delle riserve mondiali di greggio, le possibilità che l’ etanolo e altri biocarburanti riescano a rivaleggiare con il petrolio sono numerose. Dietro a questo boom esistono grandi istituzioni: governi di tutto il mondo sono alle prese con il riscaldamento globale, e i biocarburanti vengono considerati un passo dovuto per la riduzione delle emissioni di carbonio. Un numero crescente di paesi richiede che i biocarburanti vengano mischiati alle riserve di benzina, e molte compagnie petrolifere hanno investito in questa direzione. La Shell è già diventata il maggior distributore di etanolo. DuPont e Volkswagen sgomitano per assicurarsi una fetta di questo mercato da oltre 20 miliardi di dollari. Gli agricoltori sono entusiasti, gli ambientalisti pure. Il carbonio nei biocarburanti viene catturato dalle piante dall’ atmosfera. Parte del carbonio e dell’ energia vengono riutilizzati nella produzione - in fertilizzanti, trasporto, distillazione - ma secondo i sostenitori del biocarburante, l’ effetto al netto è di una riduzione del 90% nelle emissioni dei gas che causano l’ effetto serra. Rimangono serie domande sulla possibilità che i biocarburanti possano sostituirsi al petrolio. Esistono terreni a sufficienza per la cultura delle piantagioni? E i biocarburanti potranno esistere senza sussidi né detrazioni fiscali? Comunque, ciò che li rende così desiderabili è il fatto di poter essere utilizzati per motori convenzionali: possono essere mescolati alle riserve di petrolio (benzina o diesel) e distribuiti attraverso le normali pompe di benzina. Copyright La Repubblica-Newsweek (Traduzione di Marzia Porta) STEFAN THEIL