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 2005  agosto 05 Venerdì calendario

JUANES

(Juan Esteban Aristizábal) Medellin (Colombia) 9 agosto 1972. Cantante. Diventato famosissimo nell’estate 2005. «Tormentone di fine estate. La camisa negra [...] ha alle spalle nove Latin Grammy Awards ed è stato addirittura inserito dal Times Magazine nella Top 100 dei personaggi più influenti del globo e, ciò che più conta, da ”People” nella Top 50 dei più sexy: nella carriera ha venduto oltre 3 milioni di dischi nel mondo, ha collaborato con Nelly Furtado (Fotografia) e con i Black EyedPeas (La paga) e in Colombia è stato 17 volte Disco di platino. Considerato in Sud America la risposta latina a Bono Vox degli U2, Juanes ricorda nel look Antonio Banderas anche se, a differenza dell’attore spagnolo, era praticamente sconosciuto in Italia [...] La canzone [...] è un classico ballabile latino con il ritornello ideale per essere canticchiato: ”Tengo la camisa negra, hoy mi amor esta de luto, Hoy tengo en el alma una pena, y es por culpa de tu embrujo” (Ho la camicia nera, oggi il mio amore è in lutto, ho nell’anima un dolore perché mi hai stregato). La canzone parla, appunto, ”di quanto è grigia e triste la vita senza amore e di come la passione possa cambiare il corso della vita stessa degli individui. Chi è stato lasciato - dice lui - mette la camicia nera come segno di lutto, per indicare il suo stato d’animo tra dolore, smarrimento, rabbia. Ma è anche una canzone divertente nel ritmo, perchè quando un amore finisce bisogna prima o poi girare pagina”. Juanes ha all’attivo tre album: Un dia normal del 2000, Fijate bien del 20002 e Mi sangre del 2004, quello della La camisa negra. ”L’amore che canto io - dice - è quello che sconfigge l’odio e le discriminazioni. Questo è l’unico vero amore che conta”. Nonostante la canzone lo abbia reso famoso in tutto il mondo, Juanes dice che non abbandonerà mai la lingua spagnola per l’inglese: ”Penso in spagnolo, sogno in spagnolo, vivo in spagnolo, non riuscirei mai a forzarmi a cambiare il mio modo di esprimermi per farlo in una lingua che non mi appartiene; e per ragioni di mercato, per di più. Non mi interessa, lo escludo categoricamente. Collaborazioni con artisti inglesi sì, quelle mi vanno bene, ma io sono Juanes, e resto Juanes”. Ignora che proprio il fatto di aver cantato in spagnolo e non in inglese ha causato in Italia la solita, immancabile, polemica. ”Camisa negra” è infatti dalle nostre parti una chiara allusione a unaparte politica, tanto che su Internet non manca il sito ”Boicotta la canzone fascista” e [...] in prima pagina ”Il Secolo d’Italia” commentava: ”Si corre il rischio fra il patetico e il farsesco della g fraintesa e del conseguente tranello ideologico che si celerebbe persino dietro una innocente canzonetta”» (s. n., ”La Stampa” 3178/2005). «Per il settimanale ”People” è uno degli uomini più belli della terra. Il ”Time” l’ha buttata in politica, e lo ha infilato nella lista dei cento uomini più influenti del mondo. Juanes è la stella più brillante della musica colombiana. [...] ”La bellezza non mi interessa – ha detto ”. Mi sento felice quando la gente mi confessa di preferire la mia musica al mio aspetto fisico. E poi non sono uno che perde troppo tempo a curarsi”. I lunghi capelli scomposti (’A volte li vorrei tagliare”), tatuaggi da metallaro sulle braccia, sguardo assassino e fisico da modello, viene considerato il nuovo Ricky Martin per i suoi show spettacolari. ”Non mi piace, ma non mi dà fastidio”, così ha liquidato il confronto. Sempre più spesso lo paragonano a anche Bruce Springsteen e Bono degli U2 perché unisce il ”carisma della rockstar ai messaggi sociali”. ”Nei miei album racconto l’amore, la passione, la disperazione. E c’è l’impegno sociale. Perché la musica è un mezzo che può spostare le masse. Non mi aspetto di cambiare il mondo con una canzone ma di muovere il cuore delle persone. Se non facciamo qualcosa noi, in quale società lasceremo vivere i nostri figli? [...] più ho successo più mi chiudo in me stesso. Se per caso, raramente, mi capita di perdere la bussola quando torno a Bogotà ci pensa mia madre a riportarmi con i piedi per terra”» (S. Cs., ”Corriere della Sera” 5/8/2005).