Pierleone Ottolenghi, Corriere della Sera, 29/07/2005, 29 luglio 2005
La crociera sul Britannia, Corriere della Sera, 29/07/2005 Sul Corriere del 23 luglio l’onorevole Tremonti, parlando con Maria Latella, ci intrattiene sul proporzionale e sui suoi ricordi sulla "crociera" sul Britannia nel ’92
La crociera sul Britannia, Corriere della Sera, 29/07/2005 Sul Corriere del 23 luglio l’onorevole Tremonti, parlando con Maria Latella, ci intrattiene sul proporzionale e sui suoi ricordi sulla "crociera" sul Britannia nel ’92. Cosa c’entrano i due argomenti messi insieme solo lui lo sa. Poiché, oltre a Tremonti, sul Britannia c’ero anch’io, vorrei fare alcune precisazioni anche per cercare di smitizzare cose dette su quella crociera. L’evento fu organizzato e pagato da British Invisibles (nome bizzarro) ma che corrisponde all’associazione di categoria britannica che si occupava di promuovere le "esportazioni" di servizi di quel Paese. Presidente era Sir Peter Baring della omonima banca. L’evento fu sponsorizzato da 5 o 6 case che avevano avuto esperienze di primo piano nel programma di privatizzazioni nel Regno Unito; banche d’investimento, società di revisione, studi legali. S.G. Warburg, di cui io facevo parte, era uno degli sponsor e quindi pagò parte del conto. Il Britannia fece scalo a Civitavecchia semplicemente perché aveva portato la Regina, che andava in visita a Malta, sino a Palermo (da dove sarebbe andata a Malta in aereo). Molti ricorderanno che la Regina si recò a Capaci a deporre dei fiori sul luogo dell’assassinio di Falcone e del suo seguito avvenuto poco prima. Poiché la Regina sarebbe poi tornata a Palermo per imbarcarsi nuovamente sul Britannia lo yacht reale sarebbe stato fermo a Palermo. British Invisibles chiese se il Britannia potesse essere spostato a Civitavecchia, a sue spese, per poter svolgere il seminario di cui parla Tremonti. Il Britannia veniva abbastanza regolarmente usato anche per simili manifestazioni. Scopo del seminario (durato 6-7 ore) fu quello di illustrare alcune esperienze inglesi sulle privatizzazioni in quel Paese. Non dimentichiamoci che nel ’92 l’unico Paese che aveva esperienza nelle privatizzazioni era l’Inghilterra che sotto le amministrazioni della Thatcher le aveva intraprese con vigore. L’Italia aveva una parte rilevantissima della propria economia a controllo statale. Data la situazione economica del Paese non era difficile prevedere che anche l’Italia si sarebbe dovuta avviare in quella direzione, come poi in effetti si è verificato. L’obiettivo di British Invisibles era puramente commerciale ossia quello di promuovere i servizi dei suoi associati. Draghi. L’allora direttore generale del Tesoro fece la relazione introduttiva. Finita quella, sbarcò dal Britannia e solo allora lo yacht prese il largo. Quindi Draghi, molto correttamente, non prese parte al seminario. Gli invitati. La maggior parte erano presidenti e amministratori delegati delle aziende a partecipazione statale, accademici e qualche uomo politico. Tra i nomi dei partecipanti fatti da Tremonti non ricordo Bazoli ma posso benissimo sbagliare. Ricordo invece Baldassarri, che Tremonti non cita, che fu relatore per Confindustria. In totale direi che parteciparono 80-100 persone. Le "élites, il popolo, il partito d’azione, i post-comunisti" ecc., evocati da Tremonti c’entrano come i cavoli a merenda. Ribadisco ancora una volta. Il seminario del Britannia fu semplicemente una legittima manifestazione di promozione commerciale dei servizi dei propri soci. Chi si doveva invitare secondo Tremonti? Pierleone Ottolenghi