Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  agosto 03 Mercoledì calendario

La madre killer ancora incinta, Il Giornale, 03/08/2005 La madre infanticida da ieri ha un nome, Sabine, e una storia, raccontata attraverso le parole di chi la conosceva bene, o meglio credeva di conoscerla

La madre killer ancora incinta, Il Giornale, 03/08/2005 La madre infanticida da ieri ha un nome, Sabine, e una storia, raccontata attraverso le parole di chi la conosceva bene, o meglio credeva di conoscerla.Non c’è persona che, avendola incontrata, avesse il minimo sospetto riguardo quello che era stata capace di compiere dal 1988 fino al 1999 (e non 2004 come si pensava inizialmente). La ragazza "tenera", quella che "a scuola prendeva sempre il massimo dei voti", da domenica sera è in cella con l’accusa di omicidio volontario plurimo. Agli inquirenti che da due giorni la interrogano senza sosta offre una serie di ricordi confusi, tanto che il portavoce della polizia Peter Salender non se la sente di parlare "né di smentite né di conferme". Sabine ha 39 anni e due matrimoni falliti alle spalle, da cui sono nati quattro figli, viventi. Il primo lo partorisce a 18 anni. Il padre è il suo primo marito, Oliver, un ufficiale dell’esercito di cui Sabine si innamorò follemente ma che i suoi genitori non sopportavano. E così da Brieskow-Finkenheerd, il paesino in cui la donna nacque e che oggi restituisce l’orrore da lei stessa compiuto, si trasferiscono a Francoforte sull’Odern. Nascono altri due figli. Al terzo parto Oliver abbandona Sabine: è il 1986 e qualcosa si spezza nella vita di una madre che si ritrova sola e disoccupata a dover badare a tre bambini. "Così piccola, così fragile", ricordano ora gli amici. Tanto sola da iniziare a frequentare decine di uomini, incontrati per caso nei bar e portati nel suo appartamento. Storie fugaci, unioni proibite da cui nascono almeno nove frutti, i nove corpicini finora recuperati nel giardino retrostante la villetta dai mattoni rossi e dagli alberi ordinatamente piantumati. Secondo gli inquirenti la "dolce" Sabine in realtà cercava solo "avventure, uomini e sesso", poco le importava dei figli, nonostante le amiche parlino ancora di lei come una "madre modello, esempio per tutte noi". L’alcol era il suo unico punto di riferimento. L’alcol la aiutava a superare le doglie e i dolori del parto, che ha sempre affrontato in totale solitudine. L’alcol a distanza di anni le ha completamente cancellato il ricordo degli omicidi compiuti. Le sue semi-ammissioni sono agghiaccianti: "Sì, quei nove figli sono miei. Almeno credo. Io me ne ricordo solo due". "Ma non ho mai fatto del male ai miei bambini – giura Sabine -. Non ho mai usato violenza contro di loro". Restano i dubbi. Tanti. Insormontabili e inaccettabili. Come ha potuto questa madre seppellire nove neonati nel giardino di casa dei suoi genitori senza destare il minimo sospetto? L’intera Germania rivolge le sue incredule angosce a un paesino di 2.700 anime a ridosso della Polonia, dove una ragazza è nata, è cresciuta, ed è tornata nel corso degli anni con la scusa di fare visita alla madre e alla sorella per sotterrare i resti dei suoi figlioletti uccisi senza nemmeno rendersene conto. In quella stessa casa era tornata a vivere due anni fa, disoccupata, alcolizzata e piena di debiti. Per qualche mese bivaccò in una roulotte proprio nel giardino dell’abitazione oggi sotto sequestro. Poi incontrò Bernd, l’uomo che oggi la dipinge come "la persona più cara che abbia mai incontrato", il marito dal quale ha divorziato pochi mesi fa, padre dell’ultima sua figlia ancora in vita, Isabell. Sabine ha dichiarato di essere incinta. Forse i poliziotti hanno salvato una nuova vita. Forse l’autopsia e la prova del Dna sui cadaveri finora recuperati chiariranno qualcosa in più della storia della "religiosa, scrupolosa e amante della famiglia" Sabine. Una storia che nessuno avrebbe mai sospettato di dover un giorno raccontare. Federica Artina