Riccardo Romani, Corriere della Sera, 31/07/2005, 31 luglio 2005
Vanna, la valletta silenziosa consacrata dall’America, Corriere della Sera, 31/07/2005 La prima volta che parlò, fu solo cinque anni dopo la sua nascita televisiva
Vanna, la valletta silenziosa consacrata dall’America, Corriere della Sera, 31/07/2005 La prima volta che parlò, fu solo cinque anni dopo la sua nascita televisiva. Vanna Marie Rosich era un’ingenua ragazza del Sud e la prima intervista la concesse al mensile della compagnia aerea che le aveva regalato alcuni biglietti. Mica a Vanity Fair. Vanna dichiarò che il suo è un lavoro duro: «Intanto devi conoscere al volo tutte le lettere dell’alfabeto. Eppoi devi fare tante miglia ogni giorno, avanti e indietro. Non è facile come sembra. Devo allenarmi e mangiare sano». Era il 1986. Vanna Marie Rosich mica pensava che quasi vent’anni dopo avrebbe scomodato fior di femministe e sociologi di fama che si chiedono se, in fondo, la signorina Rosich, non sia un’icona del nostro tempo. Tutto questo per aver girato lettere luminose senza dire una sola parola, nella madre di tutte le trasmissioni a premio: «La Ruota della Fortuna». Vanna Maria Rosich oggi ha 48 anni, un sorriso fulminante, e un nome artistico: Vanna White, perché anche lei, come fece pure Marilyn Monroe, s’è comprata una paio di vocali per sdoganarsi dall’anonimato. La svolta fu nel 1979: dopo una laurea in fashion design, Vanna si concesse una possibilità. Lasciò il torpido South Carolina per Hollywood. In un anno si fece appena notare (come concorrente) in «Ok il prezzo è giusto» e apparve in un b-movie che solo più tardi (grazie a lei) venne riesumato. Poi rispose alla chiamata de «La Ruota della Fortuna». Cercavano una valletta svelta, silenziosa a moderatamente provocante. La titolare del posto, Susan Stafford, braccava la fama, quella vera. Non aveva capito nulla. Vanna batté 200 pretendenti. Oggi, prima valletta di sempre, stampa le sue impronte nella celebre Walk of Fame di Hollywood. Curioso come Vanna senza l’ausilio del verbo sia riuscita a scatenare la fantasia di milioni di telespettatori, e le perplessità di certe pensatrici americane. A cominciare da Camille Paglia, la regina di tutte le femministe, che dice: «Madonna fu un personaggio chiave degli anni ’80, capace di dominare la propria femminilità, in risposta alle donne oggetto. Ha influenzato in modo positivo molte donne. L’esatto contrario di quanto rappresenta Vanna White e le sue simili». Un’altra signora non troppo benevola è la scrittrice vincitrice del premio Pulitzer, Susan Faludi: «Vanna White e Oliver North (il militare al centro dello scandalo Iran-Contra ndr) sono le anti icone degli anni 80. Rappresentano ciò che l’America non vorrebbe essere». Ma è logico che la filosofia non va d’accordo col marketing, perché l’immagine della ragazza del South Carolina oggi è più potente che mai. Intanto lo show le ha appena rinnovato il contratto fino al 2008 per poche nuove puntate ogni anno (vallette di 51 anni? Non ce n’è tante...). Dopo 4000 puntate, il programma vive bene solo con le repliche. Ha 16 milioni di spettatori di media, ma ne raggiunse anche 40 (secondo solo a M.A.S.H., nella storia della tv). E poi Vanna ha i suoi ammiratori. A cominciare dal re dei talk-show, David Letterman, programma in cui la White apparì brevemente, da sconosciuta. Dice Letterman: «Negli anni ’80 scrivevamo un sacco di battute cattive su Vanna, ma lei è ancora in sella. Il suo ruolo è una forma di tv artistica, sublime. Se parlasse, si infrangerebbe la magia». Per il critico televisivo Justin Cord Hayes, Vanna rappresenta il ritorno del «dadaismo», regina del postmodernismo televisivo. Sarà. Intanto Vanna si gode la popolarità assoluta, attestata da centinaia di club di fans e gadget ispirati dalla «Vannamania», un trend che ha reso miliardaria la ragazza, grazie ai contratti pubblicitari. Tra le bizzarrie della vita silenziosa di Vanna White, c’è persino una menzione nel Guinness dei Primati: il personaggio tv che ha applaudito di più. La cifre: 720 volte a puntata, 28,000 a stagione. Mica facile, direbbe la signorina. Non tutto è stato facile per miss White. Prima i conservatori provarono a farla fuori, scoprendo alcune foto molto osé fatte in gioventù. La rete NBC annunciò un licenziamento che non avvenne mai. Vanna ha poi perso un marito in un incidente aereo, ma non il sorriso. Ha scritto una biografia («Vanna speaks») ed ha venduto quanto John Grisham. Ha poi voluto riprovarci col cinema: l’hanno bocciata. Non sa recitare. E’ tornata a Beverly Hills a far roteare lettere e cambiarsi d’abito con frequenza. Copiata da centinaia di cloni nel mondo. Ed è felice così. Riccardo Romani