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 2005  agosto 03 Mercoledì calendario

COSTAMAGNA

COSTAMAGNA Claudio Milano 10 aprile 1956. Banchiere • «[...] è stato [...] partner e presidente della divisione investment banking della banca americana Goldman Sachs. La stessa che negli ultimi anni ha sfornato banchieri di alto livello che sono poi andati a ricoprire cariche pubbliche, come Henry Paulson [...] segretario del Tesoro americano nominato da George Bush nel maggio 2006. Ora [...] fa il consulente in proprio ma continua a vivere a Londra [...]» (Giovanni Pons, “la Repubblica” 20/9/2007) • «Claudio Costamagna è nato nel 1956, lo stesso anno in cui Enrico Cuccia fondava Mediobanca e la Ford si quotava a Wall Street. Ha fatto il liceo a Bruxelles, poi la Bocconi a Milano, di cui ora è presidente della potente associazione di ex alunni, tra le cui file militano alcuni tra i più bei nomi della finanza italiana. Ha lavorato in Citibank, Montedison e fino al maggio del 2006 in Goldman Sachs, che ha lasciato quando era chairman della divisione Investment banking per l’Europa e il Medio Oriente. Come indipendente, è consigliere d’amministrazione di alcune note società come Luxottica, Bulgari e Value Partners. Ora lavora in proprio come superconsulente per grandi operazioni di fusione e acquisizione. Grande appassionato di scherma, predilige duellare di fioretto. [...] era intervenuto per dissuadere Stefano Ricucci dal lanciare l’opa sul “Corriere”. “Guardi, tutto ciò che è uscito mi sembrano sciocchezze. Io non c’entro nulla con quella vicenda. Conosco Ricucci perché è molto amico di mio fratello. E ho solo fatto due telefonate per vedere se si poteva trovare un accordo pacifico tra lui e il patto di sindacato del Corriere della sera. Ma perché mai in Italia si parla solo del Corriere? [...] deve capire la mia insofferenza nel sentirmi chiedere, ogni-qualvolta vengo in Italia, notizie sulle manovre intorno al giornale” [...] Doveva diventare il capo di Mittel, poi era con Murdoch nella trattativa con Telecom. Nel frattempo ha fatto da testimone alle nozze di Angelo Rovati e, ciliegina sulla torta, superconsulente di Geronzi nella fusione con Unicredit. “Ha dimenticato che sono consigliere indipendente in quattro società. E che per vent’anni sono stato in Goldman Sachs, nella posizione più alta mai ricoperta da un non americano”. Dicono che Cesare Geronzi l’abbia usata come un taxi, scaricandola quando non serviva più. “Ma quale taxi! Geronzi doveva fare l’operazione con Unicredit senza coinvolgere la struttura di Capitalia, che era nelle mani di Matteo Arpe, l’amministratore delegato. Né voleva coinvolgere le banche d’affari, per tenere il massimo di riservatezza. Allora ha chiamato me”. Anche perché, dicono, così facendo si conquistava la benevolenza di Romano Prodi, cui lei è molto vicino. “Mi sono rotto i co.... di essere considerato in Italia solo come l’amico di Prodi. Io ho buoni rapporti con il premier, ma prima di tutto sono un banchiere d’affari che ha curato operazioni importantissime”. [...] Nella vicenda Mittel, si è reso protagonista di un lungo tiramolla con Giovanni Bazoli per poi mandare tutto a monte. “Su Mittel tutto si è svolto in modo molto semplice. Dovevo diventare amministratore delegato, e la cosa era fatta al 95 per cento. Poi una mattina mi sono svegliato e mi sono detto: ‘Ma a me, chi lo fa fare di legarmi a una struttura?’. In fondo avevo appena lasciato Goldman Sachs. Perciò ho telefonato al professor Bazoli, l’ho ringraziato, ma gli ho detto che in quel momento non era la cosa che mi sentivo di fare [...]”» • «Aggiornare continuamente la propria agenda ha sicuramente i suoi vantaggi. Ne sa qualcosa l’ex banchiere di Goldman Sachs Claudio Costamagna, consulente unico nell’acquisizione di Capitalia per mano di Unicredit. L’arma segreta di Costamagna sono stati i suoi contatti, tanto apprezzati da Goldman e particolarmente efficaci per Capitalia. Nel libricino magico figurano infatti nomi come quello del numero uno di Unicredit Alessandro Profumo, con cui Costamagna ha stretto un buon legame. Costamagna può inoltre contare su buoni contatti anche nella politica, un elemento non da poco in un paese come l’Italia, dove politica e affari si intrecciano. Certo, è improbabile che il guadagno di Costamagna si avvicini ai 66 milioni di dollari che sarebbero finiti nelle sue tasche qualora fosse stato applicato il canonico 0,3% applicato dalle banche d´investimento per operazioni di questa entità, ma la fetta sarà comunque cospicua. Questo non deve però indurre altri operatori ad avventurarsi in solitaria con leggerezza, giacché un´agendina colma di indirizzi non è sinonimo di mandati acquisiti. Lo dimostra il fatto che quella di Capitalia è la seconda operazione di rilievo realizzata da Costamagna da quando ha lasciato Goldman [...] mentre la prima (la consulenza offerta a Rupert Murdoch sull’affare Telecom Italia) non gli fu neanche pagata. Va inoltre considerato che i contatti importanti hanno l’abitudine di spostarsi da un posto all’altro, ponendo non pochi rischi al business. [...]» (Mike Verdin, “la Repubblica” 25/5/2007) • Ex numero uno dell’Investment banking in Europa di Goldman Sachs, «[...] in Goldman Sachs dal 1988, ha ricevuto parte delle deleghe affidate in precedenza a Simon Robertson, managing director di Goldman Sachs International e presidente di Goldman Sachs Europe [...] è stato in assoluto il primo italiano diventato partner della società di Broad street, l’uomo attraverso cui la banca d’affari ha aperto una finestra sul mercato italiano. Negli anni ha scalato numerosi posizioni fino ad essere promosso nel 2001 responsabile di tutti i team di banchieri d’investimento che Goldman Sachs ha in Europa. [...]» (Marco Castelnuovo, “Corriere della Sera” 3/8/2005).