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 2005  agosto 03 Mercoledì calendario

Bombard Alain

• Nato a Parigi (Francia) il 27 ottobre 1924, morto a Tolone (Francia) il 19 luglio 2005. Navigatore. «[...] un medico navigatore rimasto famoso nel mondo delle grandi avventure di mare per una impresa eccezionale. Nel 1952 dalla rada di Las Palmas nelle Canarie si lanciò nell’oceano Atlantico con un gommoncino di 4 metri e una veletta primordiale che alzava su un remo messo in verticale. Un pazzo? Beh, il mondo dei sette mari è sempre stato pieno di pazzi e dunque non ci sarebbe da meravigliarsi. Ma il dottor Alain Bombard non era pazzo. Si stava lanciando in una impresa ”impossibile” per dimostrare una cosa: che un naufrago può sopravvivere a lungo in mare nutrendosi di ciò che il mare offre. Le cronache e i naufragi che lui aveva attentamente studiato mentre lavorava come biologo ricercatore all’Istituto oceanografico di Monaco, gli avevano suggerito l’idea che un naufrago non avesse bisogno di costose e complicate zattere di sopravvivenza ma piuttosto di una buona conoscenza del funzionamento della macchina umana e del suo rifornimento giornaliero. Così, partì avendo a bordo ami e lenze, sacchetti di cotone e uno strano apparecchio che sembrava uno spremiagrumi casalingo. Ed era in realtà uno spremiagrumi, solo che lui lo aveva modificato invertendo la parte su cui si poggia la mezza arancia. In questo modo nella fossetta che si era creata lui metteva un pesce squamato e disliscato e poi tagliato a tocchetti. Spremeva e beveva l’acqua che ne ricavava. Con i sacchetti raccoglieva il plancton, che abbonda negli oceani e di cui si nutrono anche le balene con le loro enormi fauci e che lui ingurgitava con grande piacere del palato. Il pesce crudo era comunque l’alimento più ricorrente nel menu quotidiano. Di tanto in tanto beveva anche un po’ di acqua di mare. E fu proprio questo a procurargli la fama del pazzo scriteriato perché la medicina considerava l’acqua di mare un tabù pericolosissimo, specialmente per i reni. Dieci anni dopo la sua impresa l’Organizzazione mondiale della sanità ancora ne sconsigliava l’uso. Ma Bombard se ne infischiò di tutto e di tutti e partì. Con due remi e una veletta c’era poco da stare allegri. Rimase per gran parte dei 65 giorni del suo viaggio in balìa dei venti e soprattutto delle correnti. Nelle calme equatoriali il suo ”Heretique” procedeva, raccontò una volta, come seguendo i contorni dei petali di un fiore, cerchietti su cerchietti percorrendo moltissime miglia ma rimanendo quasi sempre nello stesso posto. Anche il battello era una novità assoluta per quegli anni: un gommone. In commercio ancora non esistevano ma una ditta francese, la Zodiac, diventata poi famosa in questo campo, aveva costruto i battellini per i piloti che cadevano in mare. Costruendo l’Heretique sulle necessità di Bombard finì per costruire quello che poi divenne, con un motore fuoribordo a poppa, il prototipo di tutti i gommoni, la madre di tutti i gommoni. Anche quelli apparvero in Italia più di dieci anni dopo. Dopo 65 giorni, Bombard approdò nelle Antille. Un po’ dimagrito ma sano e salvo. Non avendo a bordo altro al momento della partenza si era cibato davvero di plancton, pesce crudo, spremuta di pesce e acqua di mare. ”Bisogna berne poca - ha raccontato poi per anni e anni a chiunque gli poneva la domanda - e senza mai arrivare alla disidratazione”. La pesca durante quei due mesi fu una cosa semplice. ”Abboccavano sempre” raccontava estasiato. Soprattutto pesci volanti che saltavano nel pozzetto da soli senza bisogno di ami e lenze. Rientrato in Francia come un grande generale vittorioso, Bombard diede alle stampe il suo libro resoconto tra medicina e avventura. Naufrago volontario ristampato più volte in Italia e in tutto il mondo è stato uno dei maggiori successi editoriali nel campo dell’avventura marina. Poi Bombard, che era sempre stato socialista, si diede alla politica partecipando alla campagna di Mitterand e diventando anche ministro. Ma per un solo mese perché, polemico com’era, ogni volta che apriva bocca succedeva qualche putiferio e così si dimise quasi subito. Fu eletto eurodeputato ritirandosi a Bandol dove viveva, studiava e ascoltava musica [...] Non sappiamo bene se i naufragi abbiano seguito il suo consiglio di bere acqua di mare, ma Bombard resta e resterà un caposaldo dell’avventura marinara. Ha fatto sognare tantissima gente e altrettanta gli è grata per avere in un certo senso e senza volerlo ”inventato” il gommone così come lo conosciamo oggi. [...]» (Carlo Marincovich, ”la Repubblica” 3/8/2005).