Varie, 3 agosto 2005
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Dunne Catherine
• Dublino (Irlanda) 1954. Scrittrice • «[...] autrice di un indimenticabile, molto amato e molto venduto romanzo d’esordio, La metà di niente, che narrava in modo originale la vicenda niente affatto originale di una donna di mezza età, madre di tre figli e non più in grandissima forma, all’improvviso abbandonata dal marito per una bella giovane coetanea dei figli. [...] figlia di una casalinga e di un elettricista incapace di farsi pagare però decisissimo a fare studiare i suoi tre ragazzi, ex insegnante in una scuola professionale e ora lettrice di inglese e spagnolo all’università [...]» (Isabella Bossi Fedrigotti, ”Corriere della Sera” 17/9/2008) • «Artefice di romanzi di successo dalla parte delle donne (La metà di niente, L’amore o quasi, Se stasera siamo qui), Catherine Dunne è una narratrice generosa, che scrive con lucidità e vigore di ”piccole” persone e dei più comuni rapporti affettivi, senza tessere psicologismi né crogiolarsi in palpitanti e appiccicosi viaggi emozionali. Piuttosto esercita con slancio un buon artigianato, guidata da un’intelligenza solida e concreta delle relazioni umane. Con la stessa asciuttezza evita sempre, sul versante della forma, la forzatura verso l’identificazione di uno stile. La sua semplicità (che non è mai banalità) non ci concede nulla più del necessario nel condurci dentro la rete non necessariamente semplice delle sue trame. Scrive in un modo che pare fiorire dalla cultura viva del racconto orale, quella che a Dublino (la sua città) può nascere tra gli avventori di un pub impregnato dai fumi della birra, o fluttuare negli scambi di confidenze incrociate nei tè di un gruppo di signore, esperte in quelle complicanze senza fondo che sono le famiglie, dalle adolescenze indecifrabili dei figli al tradimento del consorte e alle reticenze caratteriali dei maschi. [...]» (Leonetta Bentivoglio, ”la Repubblica” 1/5/2010) • Veronica Berlusconi la citò nella celebre lettera al marito Silvio pubblicata sulla Repubblica del 31 gennaio 2007: «[...] A mio marito ed all’uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente, e con l’occasione chiedo anche se, come il personaggio di Catherine Dunne, debba considerarmi ”La metà di niente”. [...]».