Enrico Sisti, ཿla Repubblica 1/8/2005;, 1 agosto 2005
«Avevo cinque anni, ero a Isla Bela, al mare, giù in Brasile. Vedo Senna. Resto a bocca aperta. Mio padre mi aveva già fatto una testa così, che Senna era il migliore, che sarebbe diventato il più grande di tutti, forse anche più di Pelè
«Avevo cinque anni, ero a Isla Bela, al mare, giù in Brasile. Vedo Senna. Resto a bocca aperta. Mio padre mi aveva già fatto una testa così, che Senna era il migliore, che sarebbe diventato il più grande di tutti, forse anche più di Pelè. Mi avvicino con in mano un pezzetto di carta e una penna. Senna è in compagnia di una donna. Mi guardano. Soprattutto lui aveva uno sguardo antipatico. Non parla, non si avvicina e soprattutto non fa nemmeno il gesto di prendere carta e penna per farmi l’autografo. Dura tutto pochi secondi, ma per me sono ore drammatiche. Alla fine lei mi dice, scusa piccolo caro, ma sai, a lui non piacciono i bambini. E se ne vanno. Per me fu una specie di lutto» (il brasiliano Felipe Massa, che il prossimo anno dovrebbe guidare la Ferrari di Barrichello).