Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2005  luglio 31 Domenica calendario

WU YI Wuhan (Cina) novembre 1938. Politico • «’Innanzitutto voglio dirvi che non sono l’amante di Yang Shangkun”, pronuncò fredda gelando tutti i direttori convocati per l’assunzione del suo incarico come ministro del commercio estero

WU YI Wuhan (Cina) novembre 1938. Politico • «’Innanzitutto voglio dirvi che non sono l’amante di Yang Shangkun”, pronuncò fredda gelando tutti i direttori convocati per l’assunzione del suo incarico come ministro del commercio estero. La signora Wu Yi, oggi la donna più potente della Cina e una delle più potenti del mondo, impose così il suo comando, con un messaggio tutto cinese. Negava il pettegolezzo ricorrente del suo legame con il presidente della repubblica Yang, ma mostrava anche che era durissima, non aveva paura di niente e certamente aveva relazioni ancora più importanti del presidente. Da allora [...] ha mietuto successi come pochi suoi colleghi maschi. Ha portato la Cina nel WTO, contrattando a denti stretti con gli Usa, e ha vinto la battaglia sulla spaventosa Sars, la mortale e misteriosa polmonite atipica che rischiava di svilupparsi in epidemia globale e uccidere l’economia cinese insieme a tutti i contagiati. Ufficialmente lei ha un posto non fondamentale, numero 23 della rigida gerarchia nazionale, membro supplente del Politburò allargato. Ma è l’unica donna con un portafoglio trasversale: si occupa di commercio, politica estera, sanità ed economia. [...] Al di là del suo grado sulla carta la Wu Yi infatti gode di ampio rispetto e autorevolezza. Nata nel 1938, anno della tigre, studia da ingegnere petrolifero, e nell’industria del settore lavora per anni, fino a quando le viene dato un incarico nella municipalità di Pechino negli anni ”80. Sono anni difficili e delicati. La municipalità è dominata da una fazione di conservatori mentre il governo centrale è più liberale. Lei però riesce a navigare con abilità tra i vari scogli, e soprattutto supera brillantemente i sussulti politici tra la fine degli anni ”80 e il 1992, una data fatidica in cui il suo grande mentore, Yang Shangkun appunto, venne pensionato e il nuovo capo supremo Jiang Zemin venne incoronato. Wu Yi partiva con il piede sbagliato ma ben presto la sua indubbia capacità di lavoro, le sue doti diplomatiche, l’abilità nell’essere insieme dura e morbida, due qualità essenziali nella politica cinese, le conquistarono il cuore di Jiang. Il rapporto tra i due era talmente speciale che Jiang promosse Wu e la impose nel Politburò nel 2002, salvandola dalla pensione che altrimenti l’aspettava. Era anche l’anno in cui Hu cominciava il suo regno, aveva bisogno di farsi spazio e imporre persone sue. Ma ancora una volta Wu Yi riuscì a conquistare il nuovo numero 1. Super tecnocrate, al di sopra di ogni parte, onesta fino allo scrupolo, fino alla fine degli anni ”90 l’unico lusso che Wu si permetteva ogni tanto era una cenetta in un ristorante francese o italiano. Dopo, nemmeno questo. I leader cinesi non possono fare un passo senza approvazione. Chi la conosce bene racconta che tra tanti in Cina che si fingono esterofili e amanti dell’arte, lei ama sul serio la musica, e l’opera italiana. Nubile, si è dovuta fare largo in un mondo, come quello della politica cinese, dove c’è solo imbarazzo anche a parlare con serenità di grandi temi insieme a una donna. In più la società cinese ha considerato per secoli l’assenza del matrimonio, e dei figli, un peccato verso gli antenati. Lei aveva tutto contro eppure ce l’ha fatta. I suoi ammiratori dicono che se fosse stata uomo non avrebbe avuto rivali» (Francesco Sisci, ”La Stampa” 31/7/2005).