Il Sole 24 Ore 25/07/2005, pag.3 Maria Spigonardo, 25 luglio 2005
La difficile età delle unioni. Il Sole 24 Ore 25/07/2005. Sarà per la vicinanza con i cugini nordeuropei o forse per qualche inspiegabile questione climatica
La difficile età delle unioni. Il Sole 24 Ore 25/07/2005. Sarà per la vicinanza con i cugini nordeuropei o forse per qualche inspiegabile questione climatica. Chissà che non ci sia, invece, qualche ragione culturale. Fatto sta che nel 2003, in Valle d’Aosta e Liguria, per ogni dieci coppie di novelli sposi ce ne sono state nove che hanno detto addio alla vita a due. E nel resto d’Italia le cose non sono andate molto meglio. Sempre nel 2003, infatti, ogni dieci matrimoni celebrati altri cinque (tra separazioni e divorzi dichiarati) sono arrivati al capolinea. Le coppie più fragili. La medaglia d’argento spetta al Piemonte dove, per ogni dieci coppie di fedi nuziali messe al dito, quasi otto sono state riposte definitivamente nel cassetto a causa di una separazione o un divorzio. Il terzo posto, invece, è stato conquistato dall’Emilia-Romagna. Qui, nello stesso arco di tempo, sono state dichiarate 7,1 divisioni ogni dieci matrimoni. In coda alla classifica c’è la Basilicata, che conferma un trend tipicamente meridionale: a Sud i fiori d’arancio sono di più e sembrano appassire con meno frequenza. Infatti ogni dieci coppie lucane che hanno confermato la loro unione davanti la legge, meno di due sono finite davanti ad un giudice. Nel 2003, in totale, gli italiani hanno celebrato oltre 258mila matrimoni, chiesto quasi 82mila separazioni e 44mila divorzi. La crisi di mezza età. Se è vero, come si dice, che la vita comincia a quarant’anni, è proprio a quest’età che molte coppie decidono di mettere la parola fine al loro matrimonio. Gli uomini italiani che si separano hanno, in media, 42 anni mentre le donne 39. Un po’ più adulti i divorziati: di solito lui ha 44 anni, lei 41. I giovani sotto i trent’anni - forse perché non sono molti quelli che convolano a giuste nozze - sembrano meno propensi dei loro genitori a mandare a monte il matrimonio. A cinquant’anni e oltre, infatti, gli uomini (più che le donne) divorziano e si separano, in percentuale, quasi con le stessa frequenza dei quarantenni. Il matrimonio ha fatto tredici. La tendenza del 2003 è stata quella di chiedere la separazione, in media, dopo 13 anni di matrimonio e il divorzio più o meno dopo 17. Un incremento notevole delle richieste è stato registrato fra le coppie più longeve. Se nei primi 19 anni di matrimonio moglie e marito si dividono all’incirca allo stesso ritmo, dal ventesimo in poi le domande raggiungono il picco massimo. E accelerano ulteriormente il passo allo scoccare delle nozze d’argento. In Lombardia, per esempio, le persone che si sono separate dopo 7 anni sono state 724, dopo 19 sono state 348 e tra i 20 e i 24 sono state 1.227. Questa tendenza, peraltro, non conosce divisioni geografiche. Da Nord a Sud la vera crisi coniugale comincia dopo i vent’anni di matrimonio. Vince il consenso. La maggior parte delle coppie italiane che arrivano alla separazione preferiscono di gran lunga la strada consensuale. In media ogni otto richieste di separazione, soltanto una va a finire con una causa in tribunale. In Valle d’Aosta, per esempio, nel 2003 ci sono state 227 separazioni consensuali e 36 giudiziali. Nel Lazio 9.372 consensuali e 1.205 giudiziali. In Sicilia su un totale di oltre 5mila separazioni, in ben 4.164 casi ha vinto il consenso. Nei divorzi, invece, stravince la cessazione degli effetti civili rispetto allo scioglimento del matrimonio. Essendo le unioni civili molto meno di quelle religiose. In media sono necessari 239 giorni affinché si concluda il rito della separazione e 243 per il divorzio. Ma si possono superare anche i tre anni se il percorso scelto è quello giudiziale. Nel resto d’Europa. Rispetto agli altri Paesi europei, ad ogni modo, in Italia si divorzia molto meno. Anche perché è decisamente più frequente fermarsi alla separazione, invece di aspettare almeno tre anni per divorziare. Cosa che non accade nelle altre nazioni. Nel nostro Paese, infatti, il tasso di divorzio nel 2002 è stato pari allo 0,7 ogni mille abitanti, mentre nel resto del Vecchio Continente la media si è attestata su 2 divorzi ogni mille abitanti. Lo Stato dove più degli altri si divorzia è la Repubblica Ceca. Qui il tasso si attesta al 3,1. In fondo alla classifica, a fare compagnia all’Italia, c’è l’Irlanda. In linea di tendenza si divorzia molto meno nelle areee del Mediterraneo e parecchio di più al Nord. Nell’Europa dei 25, l’unico Paese il cui ordinamento non prevede ancora il divorzio è Malta, mentre l’ultimo ad averlo introdotto è stata l’Irlanda. Maria Spigonardo