Il Sole 24 Ore 19/07/2005, pag.1-11 Aldo Bernacchi, 19 luglio 2005
Quel venerdì di vent’anni fa quando si sbriciolò la lira. Il Sole 24 Ore 19/07/2005. Franco Reviglio, il presidente, era in viaggio verso Santiago de Compostela
Quel venerdì di vent’anni fa quando si sbriciolò la lira. Il Sole 24 Ore 19/07/2005. Franco Reviglio, il presidente, era in viaggio verso Santiago de Compostela. Il direttore finanziario Mario Gabbrielli stava partendo per il week-end. Quel venerdì 19 luglio di vent’anni fa a sovrintendere alle operazioni dell’Eni era rimasto solo un funzionario, un certo dottor Petracca. E il destino ha voluto che il suo nome rimanesse legato al più rocambolesco scivolone della lira nella storia dei cambi valutari. Gabbrielli aveva lasciato l’ordine di acquistare nel giorno stesso 125 milioni di dollari, che erano la parte residua di una rata di mutuo in scadenza il 24 luglio. All’Eni pensavano di fare un affare perché avevano visto che le quotazioni del dollaro erano in aumento su tutti i mercati fin dal giorno prima. C’era poi il sentore di una svalutazione della lira che sarebbe stata annunciata il lunedì successivo. Reviglio non era stato nemmeno informato, trattandosi di un’operazione di ordinaria amministrazione. Alle 12,30 Fabrizio Saccomanni, capo servizio estero della Banca centrale, consigliava all’Eni di rinviare l’operazione. Alle 13,30 lo stesso consiglio fu dato al San Paolo di Torino, in qualità di banca agente. Il consiglio non veniva però accolto. La motivazione: "Perché non aveva natura cogente e perché era la prima volta che veniva dato". Vittorio Plaja, capo servizio Tesoreria dell’Eni, intanto, cercava disperatamente Gabbrielli ma il direttore finanziario era in macchina: allora non c’erano i cellulari e sfortuna volle che l’auto di Gabbrielli non avesse nemmeno il radiotelefono. L’Eni non si fermò. Petracca confermò l’ordine al San Paolo e sul mercato dei cambi scoppiò il terremoto. Il dollaro, che fino alle 13.15 oscillava attorno alle 1.870 lire schizzò in un batter d’occhio a quota 2.200. Banca d’Italia, anche in vista della svalutazione, non intervenne e lasciò scorrere il cambio a quei livelli record. Per punire l’Eni che aveva operato contro il suo parere? Fu uno scandalo in cui tutti fecero fare una brutta figura all’Italia, colpita nelle stesse ore anche dalla tragedia di Stava. Lunedì, a lira svalutata nell’ambito Sme, il dollaro scese a quota 1918. Per l’Eni, la "furbata" costò circa 35 miliardi. Ma a pagare furono solo Petracca e un altro funzionario minore. Anche il ministro del Tesoro, Giovanni Goria, e lo stesso governatore della Banca d’Italia, Carlo Azeglio Ciampi, presentarono le dimissioni ma il Governo, presieduto da Bettino Craxi, le respinse. A quota 2.200 per dollaro la lira da sola non ci tornò più. Arrivò ben oltre al cambio di 2.346 lire per dollaro solo quando, inglobata nella moneta unica, l’euro il 26 ottobre 2000 toccò il minimo storico sul dollaro a 0,8252. Oggi con l’euro a circa 1,21 dollari il cambio della lira nei confronti della moneta americana equivale a quota 1.600. Un livello che, se in parte attutisce il caro-greggio, spiega abbondantemente le difficoltà del nostro export verso l’area americana. Aldo Bernacchi