La Stampa 22/07/2005, pag.26 Fabio Sindici, 22 luglio 2005
I banditori e il codice dei clienti. La Stampa 22/07/2005. Da Sotheby’s li chiamano "battitori", da Christie’s "banditori"
I banditori e il codice dei clienti. La Stampa 22/07/2005. Da Sotheby’s li chiamano "battitori", da Christie’s "banditori". Questione di sfumature. Stili diversi per un solo mestiere. Il banditore, o battitore, è il direttore dell’asta. Quello che dirige il traffico delle offerte in sala. "Non sembra facile e non lo è" dice Francesco Alverà, direttore esecutivo di Christie’s Italia, banditore d’eccezione. E’ stato lui ad aggiudicare, in una gara all’ultimo fiato, la scultura di Martini diventata un record. In una sala gremita, dal suo rostro, il banditore deve cogliere i cenni dei clienti più discreti, a volte solo un catalogo che si chiude: gli habitués hanno i loro codici, e si aspettano che il banditore li conosca. Ma devono anche arginare i più irruenti che chiedono di entrare in una competizione a due. Non si può? "No, è contrario al galateo delle aste. Non sarebbe corretto verso i due compratori in gara, ma se si sa aspettare viene sempre il proprio turno". I prezzi salgono a scatti fissi del 10 per cento, a meno che non intervenga un’offerta "alla voce" più alta, e allora si riparte dal valore raggiunto. Possono essere maratone estenuanti. "In Italia, dove i banditori sono pochi, a volte una sola persona deve seguire 300 lotti in una sola tornata. All’estero, dove i professionisti sono più numerosi, ci si dà il cambio ogni 80 lotti". Esistono scuole per banditori? "Le case d’asta hanno i loro corsi, ma l’esperienza si fa sul campo. S’impara anche a fare l’auctioneer, che assiste il banditore durante l’asta. Se qualcosa sfugge, l’auctioneer recupera". Diversi i problemi di natura legale. Il capitombolo legale più rischioso per Christie’s e Sotheby’s è stata l’investigazione dell’Antitrust americano per le pratiche scorrette sui prezzi delle commissioni. Furono pagate multe salatissime che misero a rischio la sopravvivenza delle due storiche case d’asta. Che ora sono tornate in salute. Anche se le contestazioni legali continuano ad arrivare. "Una delle più comuni riguarda le azioni delle autorità di tutela dei singoli paesi per opere d’arte esportate illegalmente" sostiene l’avvocato Giovanni Ciarrocca, specializzato nella legislazione sui beni culturali. Nel nostro paese una delle ultime contestazioni è avvenuta per una madonna di scuola giottesca (ma c’è chi l’attribuisce allo stesso Giotto) per la quale la licenza di esportazione era stata rilasciata prima di un restauro che ne ha rivelato l’alto valore artistico. Ma questa è ancora materia di dibattito. "La legislazione italiana - spiega Ciarrocca - è una delle più restrittive ed è servita a fermare l’emorragia di capolavori dall’Italia all’inizio del secolo, oggi però penalizza i collezionisti, che non possono disporre dei loro acquisti come in altri paesi d’Europa" . Fabio Sindici