Corriere della Sera 19/07/2005, pag.36 Giuseppina Manin, 19 luglio 2005
"Maria Callas e i suoi avvoltoi All’asta persino la biancheria". Corriere della Sera 19/07/2005. Villanova sull’Arda (Piacenza)
"Maria Callas e i suoi avvoltoi All’asta persino la biancheria". Corriere della Sera 19/07/2005. Villanova sull’Arda (Piacenza). Maria Callas abita qui. Al primo piano di un’insospettabile villetta uguale a tante altre sparse in questa pianura rovente, a poche miglia da Busseto, dalla casa natale di Verdi. Un salottino senza pretese nasconde con gelosa tenerezza quel che resta di lei, le sue immagini, i suoi ricordi. A farsene custode e sacerdote è Ferruccio Mezzadri, per 20 anni autista personale della diva della lirica. Che qui rivive in un microcosmo di foto, ritratti, oggetti. Un santuario privato di memorie per quella che Mezzadri ancora oggi, a 70 anni e i capelli tutti bianchi, chiama con rispetto antico "la signora". In bianco e nero e a colori, ecco Maria regina dell’opera e Maria regina del jet set, Maria tra gli amici, con Grace Kelly, con Georges Pompidou, con Umberto di Savoia. E poi Maria a spasso con gli adorati barboncini e Maria in costume di scena, con le vesti seducenti di Violetta, la cuffia severa di Anna Bolena, il peplo di Norma, la tiara di Medea... Sotto molte di queste foto una dedica affettuosa al fedele autista. Dentro una teca, un fazzolettino di bisso con la "M" ricamata in azzurro, alcune stilografiche, dei bigliettini vergati con la sua calligrafia svolazzante. E gli occhiali, firmati Dior, montatura importante e lenti spesse da miope. "Senza di questi la signora era persa" ricorda Mezzadri. "Ma - aggiunge con un sorriso - li portava solo in casa. Aveva occhi bellissimi, sarebbe stato un peccato nasconderli". Vent’anni passati insieme, viaggio dopo viaggio. Ventotto da quando "la signora" non c’è più, morta a Parigi il 16 settembre del 1977. In tutto questo periodo Ferruccio Mezzadri è rimasto nell’ombra, di lei e dei tempi trascorsi ha continuato a parlare solo con Bruna, la cameriera storica della Callas, come lui devotissima alla "signora". Se oggi ha accettato di svelare la sua preziosa camera segreta, è in occasione di un evento pubblico, un dono speciale che ha voluto fare in omaggio a Maria al Teatro La Fenice. Un quadro postumo della Callas, ritratta dal pittore Ulisse Sartini avvolta in un manto color fucsia, con i suoi cagnolini. Domani Mezzadri lo consegnerà al teatro veneziano durante una suggestiva cerimonia ideata da Bruno Tosi, presidente dell’Associazione Maria Callas, nel corso della quale alla cantante verranno intitolati una fondamenta e un ponte lì vicini. "Sono felice di regalare questo quadro alla nuova Fenice. Andrà a rimpiazzare un altro ritratto della signora, bruciato nell’incendio insieme con il vecchio teatro. A me ne è rimasta la copia". E gli occhi dell’anziano autista corrono ammirati alla cornice che racchiude una Callas in abito da sera a fiori rossi come il collier di rubini che le brilla al collo. "Uno dei suoi meravigliosi gioielli, non è vero, come ha sostenuto Zeffirelli, che lei non ne avesse. Che ne sa lui di quello che aveva davvero la signora? Lui nella sua casa di Parigi non ha mai messo piede, nemmeno sulla soglia. La realtà è che su quei gioielli, come su tutto il resto, si sono buttati degli avvoltoi". Già, l’eredità Callas. Questione delicata. Mezzadri non ne vuol parlare. Ma un peso sul cuore trattenuto per tutti questi anni lo caccia fuori. "Dico solo che su di lei appena morta si avventarono sua sorella Jackie e il suo ex marito Meneghini. Quei due si sono spartiti ogni cosa, persino la sua biancheria, persino le calze... Tutto finito all’asta. Una vergogna". Eppure il testamento... "Di testamenti io non ne ho mai visto nè sentito parlare. A quella parola la signora faceva gli scongiuri: era superstiziosissima". Sulla morte della Callas se ne son dette tante, persino che si sarebbe suicidata, che avrebbe abusato di micidiali pillole. "Frottole. Tutte frottole. La signora era donna di fede, devotissima alla Madonna. Ovunque andasse portava con sè un quadretto della Vergine. No, Maria Callas è morta per un malore. Non previsto nè cercato. Lei stava bene, almeno così dicevano gli esami clinici che aveva fatto proprio pochi giorni prima". Poi quella mattina di settembre. "La signora si era alzata come al solito verso le 11. Mi aveva avvisato che verso le 12.30 voleva esser accompagnata dal parrucchiere. Il giorno dopo avrebbe dovuto incontrare degli impresari, discutere di nuove incisioni discografiche e voleva essere in ordine. Non era certo una che si presentava in vestaglia e spettinata come l’ha mostrata Zeffirelli nel suo film, Callas Forever. Lei era sempre impeccabile, elegantissima. Al mattino il rito era che, mentre Bruna l’aiutava a vestirsi, io le preparavo il cappuccino, con la schiuma, all’italiana, come piaceva a lei. Quella mattina però, dopo esser uscita dal bagno, ho visto che si appoggiava alla porta: "Mi sento strana - ha detto - mi gira la testa". Il cappuccino era pronto, lei ha bevuto qualche sorso, poi si è andata a stendere sul letto. Subito abbiamo chiamato il medico, ma quando è arrivato la signora era già morta. "Anche fossi arrivato all’istante non ci sarebbe stato niente da fare" ci ha detto. Un colpo al cuore fulminante". Un cuore provato da molti dispiaceri. Non ultimo l’abbandono di Onassis, il grande amore. Mezzadri non è uomo da indiscrezioni su temi così delicati. Dice solo: "Il signor Onassis era una persona semplice e gentile. Non ha mai smesso di vedere la signora. Anzi, negli ultimi tempi, le sue visite si erano intensificate". Forse stava pensando di tornare da lei? "Forse" mormora. E l’argomento si chiude qui. Della casa di Avenue Georges Mandel però restano anche tanti echi felici. "Una casa bellissima, del Settecento. La signora l’aveva arredata scegliendo con cura ogni pezzo. Lei adorava andar per negozi e io la scortavo nei suoi giri per boutiques e antiquari. Era una donna allegra, vitale, amava stare in compagnia, ricevere gli amici. Ogni due settimane, puntuali arrivavano a pranzo Grace e Ranieri di Monaco, spesso tra i suoi ospiti c’erano Pompidou, Giscard d’staing... Un gran mondo elegante e colto. Ho la sensazione che sia sparito con lei". Difficile immaginare cosa può esser stato il dopo-Callas per Mezzadri. "Per un paio d’anni sono passato al servizio di Christina Onassis, la conoscevo fin da bambina. Poi son tornato in Italia e sono stato assunto da un importante industriale di Milano che abitava nei pressi di piazza Buonarroti. Proprio a pochi metri dalla casa della signora, dove entrai che avevo 20 anni, prima come cameriere e subito dopo come autista. Ricordo ancora le prime parole che lei mi disse, pochi, semplici comandamenti di vita: andar d’accordo con il personale, fare con coscienza il proprio lavoro, non litigare con nessuno. La buona armonia e il rispetto per gli altri erano i suoi pilastri di vita. "Vedi, Ferruccio, mi diceva, che sia uno spazzino o un principe un uomo va sempre trattato con rispetto". Una lezione che ho sempre tenuto in mente. Ero il suo autista, ma +ma fin dall’inizio lei ha voluto sedersi al mio fianco, mai dietro. Aver potuto starle accanto così a lungo per me è stato un onore e un privilegio. Un mestiere a tempo pieno, per farlo non mi sono neanche sposato. Però, se potessi, di quegli anni vorrei rivivere ogni istante". Giuseppina Manin