Varie, 29 luglio 2005
GATTI
GATTI Daniele Milano 6 novembre 1961. Direttore d’orchestra • «[...] nel nome di Rossini, nel 1988, avvenne il suo esordio scaligero con L’occasione fa il ladro [...] ”Fra le esecuzioni più importanti a cui ho assistito da giovane spettatore metterei il Barbiere di Claudio Abbado e Jean Pierre Ponnelle alla Scala, con quella portentosa compagnia di canto formata da Luigi Alva, Paolo Montarsolo, Enzo Dara, Teresa Berganza [...] io non ho avuto mai problemi con le prime donne: tutto sta nel fare chiarezza prima dell’inizio della cooperazione. Non c’è nessuno al servizio di qualcun altro: siamo tutti al servizio della musica [...] Puntare sempre sulla qualità, è il mio segreto. E sui giusti criteri interpretativi, sulla profondità delle letture. Non soltanto preparare uno spettacolo tecnicamente perfetto, ma percepire la profondità di un’idea, di un messaggio musicale. Credo che questo, alla lunga, ripaghi. Anche dal punto di vista del successo di pubblico [...] l’umanità di Carlo Maria Giulini. Da ragazzo trovai il suo numero sull’elenco telefonico, lo chiamai e lui mi ricevette a casa sua, concedendomi il suo tempo. Come interprete ho poi riscoperto recentemente Arturo Toscanini: più invecchio è più lo apprezzo. E quindi Claudio Abbado: negli anni in cui ero studente del conservatorio a Milano c’era il festival Stravinski, quello dedicato a Berg, un altro a Musorgski, e poi a Debussy; per un giovane come me un’illuminazione dopo l’altra. Grazie a lui mi sono avvicinato al mondo di Mahler. Abbado è una persona che sa essere anche disponibile [...] Lo stesso accadeva con Giuseppe Sinopoli: ci sentivamo al telefono ogni tanto e mi dava qualche prezioso consiglio. Gli anni di Muti alla Scala li ho vissuti un po’ meno perché già lavoravo: anche lui, comunque, ha lasciato delle interpretazioni che mi hanno molto colpito [...] Nel mio piccolo, non ho problemi. Quel poco che ho potuto fare l’ho fatto, nei confronti dei giovani colleghi. Ad esempio il maestro Paolo Arrivabeni si è diplomato con me, mi ha seguito, mi ha fatto da assistente: se ho potuto dargli una mano gliel’ho data volentieri. Fra i solisti ho portato diversi italiani a Londra: da Andrea Lucchesini a Mario Brunello, da Maurizio Zanini a Gianluca Cascioli” [...] è direttore musicale della Royal Philharmonic, della quale è molto apprezzato il suono ”latino”. ”Scrivono: l’orchestra più calda di Londra. Spero che il lavoro che abbiamo fatto insieme abbia lasciato una traccia. Credo di aver potuto contribuire con un certo tipo di repertorio. Ho trovato con loro delle dinamiche e una tinta adattissime a queste mie scelte. [...]» (Riccardo Lenzi, ”L’Espresso” 4/8/2005).