Il Sole 24 ore 24/07/2005, pag.10 Eugenio Bruno, 24 luglio 2005
La Camera spende 1,46 mld l’anno. Il Sole 24 Ore 24/07/2005. Con la Camera dei deputati comincia oggi un’inchiesta del Sole-24 Ore sui costi delle istituzioni e della politica in Italia
La Camera spende 1,46 mld l’anno. Il Sole 24 Ore 24/07/2005. Con la Camera dei deputati comincia oggi un’inchiesta del Sole-24 Ore sui costi delle istituzioni e della politica in Italia. L’obiettivo, nella tradizione del giornale, è quello di fare chiarezza tra spese e bilanci, nella convinzione che la trasparenza, in tutti i settori, sia uno dei valori principali delle nostre democrazie. Nessuno spazio, dunque, per facili moralismi o denunce demagogiche, ma piuttosto un’analisi il più possibile rigorosa fatta di numeri e dati oggettivi. Nella consapevolezza, peraltro, che i bilanci che metteremo sotto osservazione sono sempre il frutto di complessi processi storici, dell’accumularsi di scelte fatte negli anni, nei decenni, a volte nei secoli, passati. Le prossime puntate riguarderanno il Senato, la presidenza del Consiglio, i principali ministeri, le autonomie locali, i massimi organi di garanzia, le Autorità indipendenti, i partiti e i movimenti politici. Saranno i lettori, alla fine, a farsi un’idea della legittimità o meno dei costi che verranno via via evidenziati. E se questi siano compatibili con un’economia che, ancora una volta, è chiamata a uno straordinario sforzo di risanamento e di rilancio. ROMA - C’è un palazzo nel cuore di Roma con 630 "inquilini" di lusso e 1.900 addetti a tempo pieno, che da solo vale 1,46 miliardi di euro lordi all’anno: il doppio del Pil di San Marino e poco più di quello della Mongolia. A tanto ammonta la spesa totale di Montecitorio secondo il bilancio di previsione per il 2005. Il peso principale lo si deve ai costi della politica: dalle indennità dei parlamentari ai vitalizi per gli ex deputati, dai rimborsi ai partiti alle spese di funzionamento. Ma a farsi sentire sono anche i costi del personale e gli oneri per la gestione delle sedi. Più semplice, invece, il quadro delle entrate, visto che evidentemente a coprire i costi ci pensa quasi del tutto lo Stato. La politica. I 630 deputati costano complessivamente 169 milioni di euro (più 2,27% rispetto al 2004). Di questi, 95,8 milioni solo per le indennità. Altri 73,2 vanno imputati al rimborso delle loro spese di viaggio, di soggiorno e di segreteria. Tutte voci per cui è difficile arrivare a un giro di vite, visto che sono regolate da una legge e le leggi le fanno i parlamentari stessi. Ma sui costi pesano non poco anche gli oneri per chi deputato non è più: 122 milioni di euro sono infatti destinati ogni anno al vitalizio per gli ex parlamentari. Un aggravio maturato negli anni per un trattamento para-pensionistico che, malgrado recenti modifiche, definire generoso sarebbe quasi omertoso (si veda altro articolo in questa pagina). Si aggiungano, poi, i 28,7 milioni di contributi ai gruppi parlamentari, i 10 di spese varie, tra cui quelle per il funzionamento di commissioni, giunte e comitati o per le missioni all’estero. Senza contare i quasi 150 milioni di rimborsi elettorali a favore dei partiti. In quest’ultimo caso però si tratta di semplici partite di giro, dove la Camera opera quasi da conto corrente del ministero dell’Economia. Limitandosi a trasferire alle forze politiche i contributi maturati in base alla legge sul finanziamento pubblico. Il personale. I 1.897 dipendenti della Camera costano 242 milioni, 190 dei quali per gli stipendi. Con una crescita del 4,66% rispetto al 2004, almeno in parte dovuta alle 56 nuove assunzioni (40 collaboratori parlamentari e 16 documentaristi) in programma. A questi bisogna sommare i 20,7 milioni di euro destinati alla remunerazione dei lavoratori atipici (circa il 3% della forza lavoro) e ai servizi gestiti da privati. Da Montecitorio, tuttavia, fanno notare che nell’ultimo decennio il personale si è lievemente ridotto. Così come cala l’investimento in formazione: 1,7 milioni (900mila dei quali per "iniziare" i deputati all’informatica e alle lingue straniere) contro gli 1,9 dello scorso anno. Questo perché il grosso della formazione è stata erogata negli anni scorsi, di pari passo all’informatizzazione massiccia che si è verificata. Le sedi. Si fanno sentire anche le spese per l’utilizzo delle sedi. Basta guardare gli oneri di locazione: 32,8 milioni di euro, contro i 31,2 di un anno fa. Più altri 17,7 milioni destinati ai servizi accessori, ad esempio la vigilanza ai piani di Palazzo Marini. Solo questo Palazzo (composto da quattro edifici che si affacciano tutti su piazza San Silvestro e in cui sono ospitati gli uffici dei parlamentari e dei loro collaboratori) ha un canone d’affitto di 29 milioni di euro l’anno. L’auspicio è di tagliare le uscite attraverso la riqualificazione di altri immobili. Come Palazzo Theodoli, l’edificio posto all’angolo con Via del Corso, dove di recente è stato aperto il "Punto Camera" per i cittadini. Gestire una sede significa anche curarne la manutenzione. A tal fine, nel prossimo triennio sono previsti interventi di riqualificazione e adeguamento degli stabili per oltre 42 milioni di euro. Al contempo, diminuiscono molte spese in conto capitale. Sia per gli immobili, sia per gli arredi e le attrezzature. Ciò significa che, prima di programmare nuovi investimenti, si vuole valorizzare l’esistente. La comunicazione. Degni di nota sono anche gli esborsi in comunicazione e informazione: 4 milioni di euro nel 2005 (il 15% in più dell’anno prima). E altrettanti nei prossimi due anni. L’obiettivo è quello di dotare il canale satellitare della Camera di un vero e proprio palinsesto. Inizialmente dal lunedì al venerdì, poi lungo l’intera settimana. Novità in vista anche per i parlamentari. Alcuni di loro potranno usufruire, come chiedono da anni, di "Camera vox", il programma per la stesura di testi a comando vocale che in Aula ha ormai preso il posto della stenotipia. La ristorazione. Dalla ristorazione viene un piccolo esempio di come la gestione di alcuni servizi finisca per essere antieconomica. I circa 1,3 milioni di euro di contributi incassati da bar e ristoranti, non bastano neanche a coprire la spesa per i generi alimentari (1,6 milioni di euro). In più, l’affidamento all’esterno del servizio mensa di San Macuto e di Palazzo Marini comporta uscite ulteriori per quasi 3,3 milioni di euro. C’è da considerare però che i punti di ristorazione (escluso il ristorante di Montecitorio) della Camera vengono utilizzati come mensa aziendale non solo dai lavoratori interni (che pagano 3,10 * ogni pasto), ma da tante altre categorie. Dai vigili urbani alle forze dell’ordine, fino agli assistenti parlamentari: circa mille persone che versano un corrispettivo superiore a quello dei dipendenti, ma comunque inferiore ai prezzi di mercato. Le entrate. A tenere a galla i conti della Camera sono soprattutto i trasferimenti statali che da soli valgono 907 milioni di euro. A fronte di entrate proprie per circa 39 milioni di euro. Una ripartizione che appare difficilmente modificabile. La Camera non ha beni e servizi da collocare sul mercato. L’unica strada percorribile allora è quella di puntare sulla razionalizzazione della spesa. Come del resto si è già cercato di fare in questi ultimi anni, grazie anche all’impegno in prima persona del presidente Pier Ferdinando Casini. Alcuni risultati si sono visti. In primo luogo, è rallentata la crescita delle uscite. E poi sono comparsi i primi risparmi. Nel 2005 le uscite per le forniture di acqua, luce e gas sono calati del 4,2%; quelle telefoniche del 7,1%; quelle postali addirittura del 9 per cento. Non resta che insistere. I conti di Montecitorio Indennità, spese di viaggio e telefoniche dei deputati italiani 5.941 euro mensili. Stipendio netto di un deputato 4mila euro mensili. Diaria di soggiorno 4.190 euro mensili. Gestione dei rapporti con gli elettori 3.098 euro annui. Tetto per la spesa telefonica 1,46 miliardi *. Costo della Camera Pil della Mongolia 1,27 miliardi * 0,73 miliardi * Pil di San Marino. Eugenio Bruno