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 2005  luglio 27 Mercoledì calendario

VOLO Grazia. Caltanissetta 17 settembre 1952. Avvocato • «Ha difeso Silvia Baraldini e Cesare Previti

VOLO Grazia. Caltanissetta 17 settembre 1952. Avvocato • «Ha difeso Silvia Baraldini e Cesare Previti. amica di quelli del ”Manifesto” e di quelli del ”Foglio”. la compagna di Paolo Liguori, il giornalista che ha compiuto la lunga marcia da Lotta Continua a Berlusconi. C’è un comune denominatore nelle scelte di Grazia Volo, la donna che ha fatto assolvere Musotto e Calogero Mannino? Il denominatore comune è l’eccesso. Della Baraldini si è detto che è stata condannata a 43 anni di carcere per omicidio. E non è vero. stata condannata per associazione sovversiva: in Italia sono 5 anni al massimo. E Previti? ”Previti è stato demonizzato come autore di terrificanti misfatti, cosa che non corrisponde alla realtà”. E Calogero Mannino? ”Sette anni di calvario per un importante esponente politico, otto volte ministro. Una cosa talmente enorme da mettere in discussione la legittimità dello Stato di diritto”. [...] preferisce difendere i potenti o i deboli? ”Qualsiasi persona che arriva nello studio di un avvocato penale è rovinato. Il fatto che sia stato potente è marginale. Tante volte una persona benestante, terribilmente umiliata, sta peggio di una persona senza solidità economica [...] Cinicamente io preferisco i colpevoli. più divertente difendere i colpevoli. L’innocente è una tragedia, una seccatura tremenda. Per un avvocato la massima soddisfazione sta nell’ottenere l’assoluzione di un reo confesso [...] L’innocente è inserito in uno scenario di martirio, piccolo o grande che sia. E quindi del martire ha tutti i connotati di vittimismo. Non è nobile quello che le dico però è così. Io sono affascinata dal criminale, da chi è capace di pensare e costruire un delitto [...] La prima regola è non esprimere mai giudizi morali [...] Assolvere un colpevole non presuppone un’ingiustizia, perché può essere una sentenza perfettamente conforme al diritto. [...] Sono nata in Sicilia, ho studiato a Palermo. La mia era una famiglia benestante. Mio padre si occupava di miniere” [...] quando ha lasciato la Sicilia? ”A 23 anni quando sono venuta a Roma nello studio di Tina Lagostena [...] Io ricordo il processo del Circeo. Mi creò un’ansia terribile. Delle donne, che poi erano mie amiche, quando dettero 30 anni a Gianni, si misero a urlare perché volevano l’ergastolo. Una sete di vendetta eccessiva [...] Il mio percorso non è politico, è professionale. Io sono rimasta me stessa. Però mi sono allontanata dalla sinistra, perché subito mi sono messa a difendere gli imputati di terrorismo. C’era un eccesso di accanimento da parte del Pci che aveva deciso di eliminare tutte le frange alla sua sinistra [...] Io non mi sono mai allontanata dal Manifesto, sono sempre stata vicina alle battaglie di garanzia che ha fatto. Ancora oggi sono l’avvocato del Manifesto. Ho rapporti affettuosissimi con Rossana Rossanda, con Valentino Parlato, con Giovanna Pajetta, con Miriam Mafai [...] Voto a destra. Sulla questione giudiziaria la destra è stata più sensibile della sinistra [...]”» (Claudio Sabelli Fioretti, ”Sette” n. 39/2001).