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 2005  luglio 26 Martedì calendario

GuYue HuShixue

• Nato nel Guangdong (Cina) nel 1937, morto nel Guangdong (Cina) il 2 luglio 2005. Attore. «Ottantaquattro volte Mao. Anche qualcuna di più, se si contano, oltre ai film e alle serie televisive, le innumerevoli ”apparizioni” nelle quali Gu Yue [...] ha interpretato sullo schermo il Grande Timoniere. Una storia, la sua, cominciata in un giorno imprecisato di metà anni Trenta e segnata, nel bene e nel male, dall’impressionante somiglianza col padre del comunismo cinese. Bene, perché fu questa somiglianza a salvarlo da un destino di orfano e dalle altalenanti fortune di una vita da attore-ballerino. Male, perché con quella fronte alta, occhi all’ingiù e piccola bocca, pur volendo, Gu Yue non avrebbe potuto interpretare altri che Mao. La prima volta nei panni del leader arrivò per lui nel 1978, due anni dopo che la Cina era rimasta orfana del suo padre padrone. Si trattò, da principio, di brevi comparsate, nelle vesti di un Mao che, deus ex machina, compariva provvidenzialmente sullo schermo per lenire le pene di contadini afflitti o soldati stremati. Poi, dagli anni ’80, col varo del filone storico-propagandistico incentrato sullo scomparso presidente, Gu Yue si conquistò il ruolo di protagonista assoluto in tutti i bio-pic della serie Mao&Co. E allora giù a ingrassare - per interpretare il Mao degli ultimi tempi - o a dimagrire, per aderire perfettamente all’icona del leader emaciato dei giorni della Lunga Marcia; tutto, tra il fumo di mille sigarette, perché il presidente (a differenza del suo alter ego) ne fumava in continuazione. Successi e frustrazioni, per Gu Yue, ”condannato” a farsi icona a vita per 50 dollari al mese (per l’intera carriera è stato legato ad un contratto con gli Studi cinematografici Primo agosto, di proprietà dell’esercito popolare di liberazione), non sono mancati. Lacrime dei nostalgici e bambini da baciare per le foto ricordo, un’agenda fittissima di film e commemorazioni varie, e anche due Premi dei Cento Fiori (il maggior riconoscimento cinematografico cinese) come miglior attore in The founding ceremony of China e The story of Mao Zedong. Ma pure, il doloroso flop di un kolossal made in China girato nel 2001 (che, nelle speranze di Gu Yue, avrebbe dovuto proiettare la sua fama oltre i confini del Celeste impero) o la perdita della lucrosa occasione di fare da testimonial per una campagna cinese della Malboro. ”Se solo qualcuno a Hollywood fosse interessato a girare un film sulla Lunga marcia, allora si che diventerei ricco!” si lamentava. Nessuno, a Hollywood, ha fatto in tempo a scritturarlo, prima che lui, dopo l’ultima volta nelle vesti di Mao per l’inaugurazione di una rete tv, se ne andasse colpito da un infarto» (Irene Allison, ”il manifesto” 8/7/2005).